Politica 41

Presidenzali Usa. L’amaro declino di Mrs. Hillary Rodham Clinton da Chicago

By L'Ora Legale · On 9 novembre 2016

Il popolo americano non ha voluto un presidente donna o forse non ha voluto lei, la Hillary della dynasty degli Sates. Se fosse stata eletta sarebbe diventata il primo Presidente in gonnella degli Stati Uniti d’America. Da sempre ha combattuto in prima linea nella vita politica del suo paese, è una donna caparbia, volitiva, intelligente, immanicata, desiderosa di potere come e più di un uomo. Hillary Clinton ( nella foto) si è sempre dimostrata una donna in grado di conquistare riconoscimenti e posizioni di prestigio in ambiti a netta predominanza maschile, la sua anima maschia emerge di frequente. Ma chi è Hillary Clinton e qual è il percorso personale e professionale che l’ha portata a mettersi in gioco nella vita politica del suo paese? E’ nata a Chicago il 26 ottobre 1947, di natura curiosa, ma anche volenterosa per indole, Hillary si è dimostrata fin da subito una ragazza impegnata, ottenendo diversi riconoscimenti, il primo fu come presidentessa della sua classe alla Maine East High School. Erano le idee liberali a non contraddistinguere la sua linea politica, non le appartenevano, e non sono sue neppure oggi, essendo cresciuta in una famiglia conservatrice è stata influenzata da un credo politico strettamente e severamente repubblicano. Il giro di boa è arrivato abbracciando appieno le idee del Partito Democratico successivamente agli studi. Si laureò con la lodee il suo discorso di laurea registrò un’ovazione di 7 lunghi minuti, le luci, gli applausi, la folla sono il suo habitat naturale. Si innamorò di Bill e della carriera politica, quasi contemporaneamente. La profonda conoscenza della materia politica la portò ad entrare nello staff d’inchiesta dell’ impeachment presidenziale durante lo Scandalo Watergate, nonché a diventarne membro, ma, in mezzo a scandali e scandalucci, lei si è sempre egregiamente barcamenata. Quando fu first lady e il marito Bill finì il secondo mandato presidenziale inseguito dalle accuse e dagli oppositori politici, lei rimase al suo fianco, se non altro perchè dissero che avesse svuotato la Casa Bianca. Sparirono argenteria e suppellettili, ma si sa che le male lingue si sono sempre arrotate l’organo della deglutizione per ogni bazzecola, pur di prodigarsi a creare gossip. Oggi, credo sia una donna in preda a una crisi isterica, è affetta da mutismo, ha pronunciato parole di lode nei confronti del rivale rivolgendogli una telefonata per complimentarsi della vittoria. E’ riuscita a bastonare in pochi giorni una broncopolmonite, l’ha tenuta a bada senza un colpo di tosse, durante i comizi finali per poter ultimare la campagna elettorale, presentando sempre il profilo migliore, atteggiandosi a donna saggia e paziente nei confronti dell’agguerrito Donald,che è riuscito a soffiarle la vittoria sotto al naso, come un bambino che sta per addentare una prelibatezza, e l’amico veloce e scaltro con un movimento imprevedibile riesce a cacciarsi in bocca la cioccolata, mentre l’altro rimaneva di sale. Ma è una donna che non piange, quantomeno in pubblico, si è chiusa, con il suo staff, aspettando il conteggio dei voti, i grandi elettori, non l’hanno sostenuta, non le hanno dato credito, ma sono certa che come una fenice abbattuta prima o poi risorgerà, si inventerà un nuovo ruolo, come fece con Obama, di cui oggi è grande amica. Il testa a testa negli stati chiave è stato durissimo, l’attacco di Trump e dell’F.B.I.americana con la storia delle email private non hanno giovato alla sua immagine politica, come anche il negare la polmonite fingendo uno svenimento dovuto alla stanchezza della lunga campagna elettorale. Ma è andata così, imprevedibilmente a dispetto di tante previsioni che la davano per vincente, si arrenderà? Non ne sarei così sicura, sembra che fare la nonna per lei sia l’ultima risorsa, magari riceverà un posto di rilievo nell’entourage del nuovo “President”, tanto per non farsi mancare nulla…

(M.G.V.)