Viterbo. “Colore” e Comune. La Signora in giallo che sfidò la città… La politica di chi non è nata Hillary Clinton, ma crede di esserlo…

E’ lei che dà i numeri delle iniziative pubbliche, che magnifica la mostra degli Etruschi, che riceve la ministro Giannini, che impugna e presenta  al pubblico i fumetti sugli etruschi, la cui ideazione nessuno avrebbe mai osato immaginare… E’ lei la responsabile della comunicazione, colei che difende l’amministrazione dalle critiche, che accusa i dipendenti  non attenti, che incontra i giornalisti e allontana indignata ogni richiesta di dimissioni: “Luisella” Ciambella da Vignanello è la vera icona della giunta Michelini, sindaco  che lei cerca dall’inizio del mandato di abbandonare in seconda linea, quasi fosse un personaggio residuale, lei che ha il dialogo continuo e privilegiato con il supereroe della Tuscia Fioroni. Quando questa amministrazione passerà agli annali, se c’è qualcuno che ce  la ricorderà colei sarà la Ciambella; “la signora in giallo” che osò sfidare la città e non chiedere scusa ai cittadini dopo la colossale gaffe del portale “orvietizzato”. La Ciambella che va agli incontri istituzionali vestita di chiaro anche se c’è un ministro perchè a lei piace così, che sogna di essere Hillary Clinton, che terrorizza tutti i dipendenti comunali al suo solo apparire, che ha sempre ragione e non lo mette mai in dubbio, che partita da condizioni a lei sicuramente favorevoli sta dilapidando in un niente un potenziale  elettorale che poteva essere la sua assicurazione per la vita. La Ciambella che non conosce  i bagni di umiltà anche pro forma e che è stato l’errore politico più clamoroso dell’imperscutabile Peppe da Pianoscarano che tutto vede e sa, ma non interviene, è lì dietro le quinte che pensa solo a come restare a galla in eterno. La signora in giallo che sfidò la città, non è un thriller, nè un poliziesco, è la pellicola che più racconta la quotidianità della giunta Michelini, nata male e che rischia di finire ancora peggio …

Pasquale Bottone