Lettera aperta. Emilio Magliano scrive a Bassolino:”Ciò che potevi, ciò che non hai voluto…”. Respinto ancora una volta il ricorso dell’ex governatore

Caro  Antonio Bassolino, non so al momento in cui scrivo quali decisioni prenderai. Hai postato: è una presa in giro, non se ne possono uscire cosi”.  La notizia che il tuo ricorso è stato per la seconda volta respinto sta girando in rete da qualche ora: ma, per quanto era nota già da ora di pranzo, è una non notizia. Tutto previsto. Nell’attesa di  conoscere le tue valutazioni, che seguiranno al post, provo a riavvolgere la pellicola di questo film. Piu che  esercitarmi su cosa potresti fare, preferisco andare sul sicuro e dire, secondo me, cosa non hai fatto, a torto o a ragione.  Intanto sei sceso in campo. Credo che sia stata una scelta giusta che  ha aiutato il tuo Partito. Senza l’accelerazione che la tua candidatura ha dato oggi forse non avremmo neanche la candidata Valeria  Valente che viene fuori da alchimie  romane, piu che da meriti suoi personali.  E non sarebbe venuto fuori, probabilmente, neanche il giovane Marco Sarracino, che con un certo coraggio si è messo in gioco.

Ho detto  coraggio, non spavalderia che invece è un tratto che è’ appartenuto ed appartiene tutt’ora alla rappresentante in terra borbonica, nella capitale del Regno diciamo, le gerarchie del Nazareno, affiliata come mi risulta e come e noto alla Congregazione dei giovani turchi. Dunque  il 12 Novembre arriva il fatidico post .” Mi candido”.E non aggiungi altro. Poi specifici, mi candido alle primarie e a sindaco di Napoli. Ecco, lì, mia opinabile e  modestissima opinione, avresti dovuto   allungare la frase: “mi candido a sindaco di Napoli con una lista civica”. Ma sicuramente è prevalso in te il senso dell’appartenenza, della militanza, l’essere tra i fondatori del pd. Una visione alta e nobile della politica, ma poco realista  se si tien conto che il tuo nome e il tuo cognome, soprattutto il cognome, nel vocabolario renziano, rientrava e rientra alla voce : “rottamati”. In rotta di collisione con la dirigenza renziana ci sei entrato da subito, e seguire la prassi  del politicamente corretto, non credo che ti sia servito a nulla.

Lo sapevi gia, ma forse pensavi di farcela contro tutti e tutto non considerando non tanto la macchina organizzativa dell’apparato, che conosci molto bene, perchè in altre circostanze a te più consone l’hai utilizzata anche tu, ma la sequela di tradimenti, e sì di tradimenti , è inutile girarci intorno quando le parole ci sono si usano (come ricordava Eduardo De Filippo) che hanno trasformato questa campagna elettorale  nelle idi di marzo. Inutile fare di nuovo i nomi, a cominciare dalla Valente e da  Andrea Cozzolino, cresciuti a pane e Bassolino. Andiamo avanti. Ti hanno accusato di tutto: hanno parlato del tuo ventennio come la piu grande catastrofe dopo l’eruzione del Vesuvio che sommerse Pompei, dimenticando lo scempio che chi stava a  palazzo San Giacomo prima di te, i vicerè’ di Napoli, ha compiuto sulla pelle della città.

Poco ci è mancato che non ti accusassero anche della fine ingloriosa della Repubblica Partenopea. Ma tant’è’! Potrei parlare di loro ma questa è una lettera per te, e quindi continuo a parlare di te e a te. Con questi chiari di luna, avresti dovuto subito, immediatamente (, e qui mi si stringe il cuore perchè devo dare ragione a Claudio Velardi verso il quale non nutro eccelsi entusiasmi come sai) fare chiarezza sulla vicenda rifiuti, termovalorizzatori, “munnezza” e compagnia bella. Subito! E invece hai dato l’impressione di affrontare l’argomento con fastidio: senza motivo perchè i fatti , oltre che le assoluzioni, stanno dalla tua parte. Ed infine, un eccesso di signorilità, di stile verso avversari, una in particolare: arrogante oltre misura, tutt’altro che raffinata sostenuta  dal suo codazzo  spesso con rozzezza  e toni insultanti nei tuoi confronti. Come si dice a Napoli: ti dovevi far rispettare, per la tua storia, per quello che hai dato e perche quello che gli altri dicono ora di essere lo devono anche a te. Si dovevano mettere a squadra,” ti dovevano  “trattare”, e non lo hanno fatto. Sono andati oltre. E li hai lasciati fare. Hai ragione a dire che comunque hai vinto: politicamente, umanamente, moralmente. Hai radunato un popolo, il tuo, ma anche quello di  anime della città diverse dal tuo, al teatro Augusteo, laddove altri hanno radunato i sostenitori. Per non dire altro. Hai parlato con la voce della passione,  e alla passione hai dato voce. Quella di chi ti ascoltava.

Ma forse dovevi farlo prima. Senza i passaparola, e il si deve sapere e non si deve sapere. Tutta questa temuta contestazione alla fine si è risolta in tre pulcinella. Avevi un obiettivo: riscattarti da una condizione che ti vedeva semplicemente “assolto”.  Obiettivo raggiunto. Tu continui ad essere e sei tornato ad essere Bassolino. Tu sei tu e gli altri sono gli stessi del Marchese del Grillo. Come finirà  questa storia lo sanno  tutti. Anche a Roma. L’ultima e unica speranza perche il pd potesse arrivare almeno al ballottaggio eri tu.  De Magistris con la Valente candidata ha gia vinto. Non credo che potra contare sui voti dei tuoi sostenitori. Anche se tu dovessi decidere di non presentare liste,  il pd è bruciato. Come prima , peggio di prima. Intanto sullo sfondo nazionale prende vita una riflessione  interessante sul partito e sulla sinistra: le minoranze dem sono state avvisate da qualcuno di essere ancora in vita. Dà una mano anche tu: puoi fare molto. Senza che nessuno ti strattoni. Ma nessuno lo farà. Perche almeno quelli sanno di che pasta sei. Non si vive di solo Napoli. Nell’attesa delle tue decisioni un  saluto.

Emilio Magliano.