Lista Civica! Bassolino raduna il suo popolo sabato all’Augusteo e sfida il Pd. Fine del film “Totò, Orfini e … vota ‘a femmena”

Lista civica! Tanto tuonò che piovve. Antonio Bassolino ha convocato i suoi con un post di qualche ora fa, al momento in cui scriviamo sono le 12, per sabato al teatro Augusteo. Lo stesso dove Valeria Valente ha tenuto il suo comizio. Una scelta non casuale. Simbolica. il leone sta ruggendo di brutto, incattivito dalle cattiverie altrui, ma soprattutto dalla baldanza e dall’arroganza del Nazareno. I vari Guerrini, Serracchiani, Orfini, che hanno anticipato ieri, con indebita ingerenza, il risultato del ricorso presentato dal candidato sconfitto sul filo del rasoio, per soli 400 euro, come ha sarcasticamente  sottolineato Crozza martedi sera nel suo siparietto da Floris su la7.

 VOTA ‘A FEMMINA

 Il video di “fanpage.it ” è stato devastante per la candidata renziana e per tutto il pd. Non solo euro, non solo cittadini incauti colpevoli solo di passare dalle parti di quei seggi incriminati sollecitati a votare; neanche  quei seggi fossero un bazar, con trascinapopoli che “davano la voce”, a metà tra i venditori ambulanti dinanzi “o puost”  e i bagarini davanti allo stadio. Una roba pietosa che solo l’innato senso ironico dei napoletani ha saputo cogliere nel suo aspetto comico:” Totò, Orfini e la “vota a femmina”.  E Gia!  perche  quella imposizione:”e capito, devi votare  a chesta”, no a Bassolino, vota a femmina”, è già frase cult. Ieri sera  Antonio Padellaro  de “Il Fatto ” lo ha ricordato al” tg linea notte”, dinanzi ad un patetico (più delle altre volte) Fabrizio Ridolino-Rondolino, che  sorrideva sul tutto, scherniva, negava l’evidenza dei fatti: sembrava” core cuntento a loggia”.  Un crescente di arroganza da parte dei personaggetti del Pd nazionale, che ha avuto la sua cifra in quelle parole  che Orfini, il grande sponsor della Valente, avrebbe confidato ai suoi e che sono trapelate come di solito avviene. “A questi li asfalto”.Che stile! Questi chi?  Bassolino si, ma non solo: anche Bersani, Cuperlo, Speranza: tutti coloro che hanno preso le distanze dalle intemperanze verbali dai cacicchi di Renzi; quella sinistra pd che , a dire il vero, minaccia minaccia, ma va avanti a” penultimatum”. E che comunque ora pare si stia risvegliando. Anche perchè se Napoli piange, Roma non ride con lo scandalo delle schede bianche trasformate in votanti.

PRIMARIE, AMEN!

 In questo bailamme, volendo cercare la sintesi politica si può ricavare questo: la vicenda dei voti imposti e in alcuni casi pagati, è una questione nazionale e non locale. Per la gravità dei fatti, ma sopratutto perchè sintomatica che, fuori dalle retoriche di circostanza e delle belle parole, le primarie sono al capolinea. Hai voglia a dire “partecipazione di popolo”, “giornata entusiasmante” etc. Questa è demagogia. Il giocattolo si è rotto. Le primarie a Napoli, ma non solo all’ombra del Vesuvio sono in mano ai capibastone che gestiscono voti  e quanto altro senza etica e senza pudore. Oggi come oggi, allo stato dei fatti, le primarie sono un bluff. Ed è inutile mettere la testa sotto la sabbia.   Ci sta poi un altro dato politico: il Pd gia stava in guai grossi a Napoli,ora , ricorso o non ricorso, Bassolino o Valente, il logo del pd è bruciato. E’ come l’aids, se lo conosci lo eviti.  Anche senza ricorso e senza lista civica Valeria Valente corre dritta dritta verso la sconfitta. De Magistris non dovrà neanche farla la campagna elettorale. Bassolino lo ha capito da tempo: lo sapeva dall’inizio. Ma quest’uomo nel Pci è nato, ha seguito tutto il percorso sino al Pd, di cui è stato un fondatore. Vi pare che era facile per lui rinunciare al simbolo del Partito? Chi non proviene dalla militanza nel Pci fa fatica a capire cosa vuol dire distaccarsi dal cordone ombelicale della propria storia, dalla memoria, da una comunità. Ora pero’ è tempo di politica. E la politica implica scelte. Sabato all’Augusteo  o presidente annuncerà’ una lista civica. E se non lo facesse, perchè in queste ore le variabili sono tante, di sicuro avrà fatto la conta. Ma in questa navigazione a vista il simbolo del pd appare sempre piu lontano. Sino a scomparire.

Emilio Magliano

Foto: in alto Antonio Bassolino legge Gramsci, di seguito Matteo Orfini del pd , regista, sceneggiatore e protagonista del film “Totò, Orfini e vota ‘a femmena”