Elezioni in Francia. … ma non vince il fronte popolare contro Hitler… Cronaca di un comodo “antifascismo da lobbies”

A leggere i titoli dei nostri maggiori quotidiani italiani sembra che in Francia si sia vinta un’altra volta la seconda guerra mondiale, si sia arrestata l’onda nera lepenniana che, come uno tsunami, stava per travolgere l’Europa. L’onorevole Orfini è spossato. Ha sconfitto da solo il Terzo Reich! In Italia la sinistra (sic) vince, ha dichiarato, e vincerà al primo turno appena si faranno le elezioni. I populisti di tutto il continente sono avvertiti. No pasaran! Ora e sempre Resistenza e via di luogo comune in luogo comune.

Ma siamo sicuri che abbia vinto l’antifascismo? Siamo sicuri che di questo trattasi veramente? Personalmente ho i miei dubbi. Per quanto io mi ritenga lontanissimo dalle posizioni della destra francese che trovo piuttosto inquietanti pure sarei stato curioso di vedere all’opera una forza politica che non si riconosce nel mainstream dominante.

Perchè è la Francia l’anello debole dell’Europa dell’euro al di là delle foto di Hollande a braccetto con la Merkel. In Francia non si sono potuti togliere la voglia di fascismo negli anni 20 e 30 come in Italia e in Germania e gli è rimasta, non si sono vaccinati.

In realtà, più che di una vittoria della democrazia, il risultato francese a me sembra il trionfo delle oligarchie, poco importa se schierate coi socialisti o con Sarkozy. Si sono spartiti la torta. E bisogna dirlo, la sinistra ha di fatto abdicato al suo ruolo ed ha permesso che semplicemente la destra “moderata” prevalesse sulla destra “estrema”.

Le classi subalterne, quel che resta della classe operaia, la piccola borghesia che vede ogni giorno sfuggirgli tra le dita quel poco di benessere che aveva conquistato in più d’una generazione ancora una volta sono rimaste senza una vera rappresentanza politica.

Gli abitanti delle tristi periferie che affrontano sulla loro pelle tutti i problemi che l’immigrazione inevitabilmente si porta dietro non hanno più voce.

Si erano buttati tra le braccia della Le Pen più per disperazione che per convinzione, non sentendosi più rappresentati dai partiti tradizionali che magari avevano votato per anni. Hanno semplicemente pensato che il front national potesse rappresentare i ceti minacciati dalla globalizzazione sullo scenario politico.  Intendiamoci, li rappresentava male, molto male ma almeno in qualche modo il Front National si è fatto carico di istanze che gli altri (destra e sinistra per quel che valgono ormai tali definizioni) non possono né vogliono portare avanti.

I partiti istituzionali non riconoscono legittimità ad una serie di richieste concrete e pressanti che vengono dal basso e bollano come populisti chiunque tenti di dargli rappresentanza.

E’ democrazia questa? E’ democrazia quella in cui tutte le voci di chi non fa parte dell’establishment sono di fatto messe a tacere? Ripeto a scanzo di equivoci (e so già che da domani mi si darà anche del fascista) che le ricette della Le Pen o di Salvini da noi sono deleterie e di fatto lontane anni luce dalla realtà. Per nostra fortuna sono inapplicabili.

Ma non sarebbe il caso di domandarsi perchè mai milioni di francesi l’abbiano votata? Non sarebbe il caso di cambiare rotta a questa Europa della grande finanza prima che possa essere troppo tardi? Come quelli che ballavano sul Titanic le classi dirigenti europee fanno finta di non vedere.

Tanto ci sarà sempre qualche giornalista pronto a sparare titoli e a raccogliere, prono, inutili interviste. Ancora una volta hanno vinto i buoni…. Tutto va bene, madama la marchesa, non si preoccupi per i suoi investimenti…

Gianvittorio Musante