Arte contemporanea. Intervista ad Alfonso Prota, ideatore e curatore della mostra INRI inaugurata a Latera

Sabato scorso al Museo della terra di Latera si è inaugurata INRI, un’istallazione composita e suggestiva che racconta uno degli appuntamenti più sentiti dall’intera comunità laterese: la processione del Venerdì Santo. Abbiamo chiesto ad Alfonso Prota, ideatore e curatore della mostra, di raccontarci il progetto.

Cos’è INRI?

INRI è una narrazione, un segno. L’istallazione etnografica sui riti della Settimana Santa voluta dal Comune di Latera è un fotogramma fuori fuoco, uno strappo, uno spiraglio attraverso cui guardare. È una porta, un percorso, una trama, di incontri e di saperi. INRI è il racconto delle mani, è una riproduzione in scala, una meta rappresentazione della Passione del Cristo. In fila, in processione, si entra nel ventre scuro del dolore, della morte. I drappi, neri e viola, intarsiati cuciti intrecciati, stringono un’ombra a terra, una croce di stoffa, illuminata da una lama di luce che si è fatta corpo. In fondo, l’anti crocefisso: un collage di tre porte di legno, arcaiche, logorate dal tempo, risorte e incardinate insieme a formare due tagli perpendicolari, una croce. Il buio. Lo spazio. Ristretto da strati di stoffa. Rallenta. Allora INRI si mostra nei suoi elementi, nella sua composizione, semplice e complessa. I suoni e le immagini dei riti della Settimana Santa si fanno spazio fra i tendaggi, si intravedono in trasparenza o fra le trame, compaiono dentro il vuoto della croce in fondo alla sala. I limiti aumentano le profondità, gli strati svelano. Si aprono finestre che riverberano quelle a terra, istantanee: un percorso di Polaroid, una via che racconta le persone, le mani che hanno composto INRI.

INRI è stata anche un’occasione per valorizzare gli spazi del Museo della terra…

L’installazione etnografica INRI non poteva che essere accolta nei locali del Museo della terra di Latera. Insieme al direttore, Marco D’Aureli, e al vicesindaco di Latera, Francesco Di Biagi, abbiamo deciso di riutilizzare la Galleria delle processioni. I cinque frammenti audio video qui proiettati ricompongono la preparazione e i momenti salienti dei riti della Settimana Santa. Sono finestre, particole di senso di cui INRI ha cercato di essere sofisticazione, amplificazione.

Come si inserisce INRI all’interno dei progetti de La Banda del Racconto?

Da oltre dieci anni, insieme alla Banda del Racconto, raccolgo, trasformo e restituisco storie, racconti, cerco di ricomporre focolari narrativi, coinvolgendo attivamente chi mi regala queste storie. Ma con INRI non ho ascoltato le voci, ho colto i saperi delle mani, i saperi artigiani. INRI è il frutto del lavoro paziente della dolcissima Caterina Tonielli, che ha realizzato i manufatti tessili, di Fernando Milletti e Renzo Dinarelli, artefici del crocefisso ligneo, di Dario Tramontana, che ha costruito il supporto a sostegno della croce, un collage di vecchi cerchi di botte arrugginiti. L’allestimento poi non sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto di Gino Monelli, Massimo Manni, Pietro Benedetti, Stefano Frateiacci e Francesca Tardani

.

INRI è una narrazione. INRI è il racconto di mani, d’incontri, di saperi, di passioni.

(fabiovin)

Foto: Francesco Galli, Stefano Frateiacci