Viterbo-Consiglio Comunale. Moltoni decade….. ma la decadenza è totale… La maggioranza trova il tempo comunque di spaccarsi

Dopo mesi e mesi di polemiche, scontri, attacchi reciproci tra maggioranza e opposizione, ieri la famosa questione decadenza del consigliere Moltoni è stata in qualche modo affrontata decisamente, la maggioranza ha scelto di votare sì affinchè il procedimento diventi operativo. A parte gli elementi puramente tecnici del caso, ad essere evidente è stato lo scarso stato di coesione della coalizione al governo della città che ha avuto al suo interno obiettori di coscienza i consiglieri Volpi (pd),  che si è espresso  contro e Troili (pd) e Tofani (Oltre le mura) che non hanno partecipato al voto. Prima di quest’ultimo un’ accorata autodifesa dello stesso Moltoni che ha messo in risalto gli aspetti umani della sua vicenda, ribadendo la sua assoluta convinzione di aver agito per il meglio: la maggioranza, seppure invitata a votare secondo coscienza, non ha voluto sentire ragioni non si sa fino a che punto per intransigenza etica e non per calcolo politico (l’allontanamento da Palazzo dei Priori di Moltoni permetterà l’ingresso di un nuovo consigliere che farà parte della stessa maggioranza, quindi ..).Quello che inquieta è però il livello sempre basso della discussione, qui e là accesa da qualche intervento assennato del pentastellato De Dominicis, che rimproverava alla
maggioranza di aver deciso troppo tardi, tanto da non essere credibile, del mai fuori posto Luigi Maria Buzzi (Fli – una delle poche sorprese positive di questa consiliatura) e dell’attivissimo “Santucci oppositore”, in ogni caso armato di buona volontà e voglia di fare. Incisiva anche la difesa di Moltoni  fatta dal compagno d’armi Sergio Insogna (Gal) che con molta calma e pazienza ha provato  ad intercedere in favore del personaggio in discussione. Per il resto abbiamo visto il solito Michelini, incerto, stralunato e quasi insofferente nei confronti del dibattito, consiglieri di maggioranza in massima parte svagati e distratti che non aspettavano altro che si votasse per eseguire gli ordini di scuderia, votare e tornare a casa, ed il solito Rossi che arriva solo alla fine, scanzonato e molle, poggia i piedi sullo scranno, parla con l’uno e con l’altro, come se quello di cui si sta discutendo non lo riguardasse proprio, poi girovaga, girovaga, impartisce ordini al “suo” Barelli, si rimette il giubbotto, sussurra all’orecchio di quello e quell’altro, vota sì (anche all’emendamento presentato da Santucci (che non ha ascoltato perchè al momento non era in aula..) e poi va via. Episodi di folcloristico “bullettismo” che sinceramente avrebbero fatto il loro tempo…
Josè Maria Del Prior