Viterbo. Verso le elezioni? I Cinquestelle e la costruzione di una nuova classe dirigente… Prospettive e priorità di un Movimento che può cambiare Viterbo

Non si può negare che in una società molto chiusa e dominata da baronìe politiche secolari il Movimento 5 Stelle  ha introdotto elementi nuovi e positivi: un rapporto più diretto con i cittadini, una buona dose di umanità e di schiettezza in più nei rapporti con la base ( in forte espansione), una reintroduzione nel pubblico dibattito dei concetti di etica e di onestà che erano stati relegati a figure retoriche o a paradossi. Anche nel corso della travagliata amministrazione Michelini i pentastellati hanno saputo mettersi in mostra, evidenziando interesse reale per i problemi della città e proponendo alternative ritenute valide persino dai loro concorrenti.  Ora, con la sfiducia possibile a Michelini che potrebbe azzerare tutto e portare a nuove elezioni in breve tempo, i Cinquestelle si trovano davanti un’impresa ardua, ma decisamente affascinante: cercare di sfruttare la crisi profonda della politica  viterbese, sempre più spesso ridotta a fenomeno da operetta,  per imporre il proprio marchio di fabbrica a Palazzo dei Priori e governare la città. Per far questo non sarebbe da sottovalutare forse che potrebbe essere mille volte meglio giungere alle votazioni non solo con degli appassionati ed entusiasti militanti, ma anche con una propria classe dirigente di riferimento già formata che faccia da supporto, da sprone e anche da critica costruttiva e fornisca anche elementi utili magari a ben amministrare la città.  Quel che molti in casa Cinquestelle pensano vada fatto dopo  possibili elezioni vincenti, a mio avviso sarebbe essenziale fosse fatto prima, anche perchè i tempi della politica, una volta al potere non sono facilmente prevedibili e con essi impegni e difficoltà di realizzazione. Una task force che affiancasse la navigazione del movimento  verso la conquista del Palazzo o potrebbe irrobustirne la struttura  e aumentarne anche l’aplomb sul territorio; e non mi pare che ciò rischierebbe di snaturare l’anima del progetto. Così come potrebbe essere utile, se solo le regole del  movimento lo consentissero o almeno consentissero deroghe, scegliere con attenzione la figura del candidato sindaco, che potrebbe essere un militante da sempre come un simpatizzante esterno, uno della suddetta task force per intenderci: perchè quel che deve restare soprattutto dello spirito dei pentastellati  è la tensione morale, l’attenzione verso le fasce di popolazione più disagiate, la propensione all’inclusione sociale, la scelta etica, la buona politica, o meglio la politica che trova il suo senso primario al di fuori delle secche della corruzione, delle clientele e del pensiero unico che livella le coscienze. Le altre cose che riguardano la metodologia  d’intervento nel dibattito politico l’organizzazione e la progettazione delle eterne campagne elettorali cittadine e nazionali possono tranquillamente seguire l’evoluzione dei tempi e i  legittimi calcoli del momento senza per questo suscitare sdegno e disapprovazione.

Pasquale Bottone