Viterbo. Riapertura Cinema Genio. Un “luogo di cultura” da recuperare, non una multisala “privata” di cine-orrori per famiglie…

Il rifiuto al dialogo con cui l’assessore Barelli ha rispedito al mittente la proposta di dialogo del commissario straordinarie biblioteche Paolo Pelliccia riguardo alla riapertura del Genio è sembrato fuori luogo e preoccupante, specie in in una città che pare essere stata appaltata da tre anni per ciò che concerne la cosiddetta cultura (sarebbe più giusto parlare di “tentativi di intrattenimento di massa di stampo para-televisivo”). Anche perchè ci auguriamo che se il Genio dovesse aprire non diventi una fotocopia del deludente multisala di Vitorchiano, sempre più lontano non solo dal cinema d’autore, ma anche da un cinema di media qualità, sia in riferimento alle pellicole nazionali che internazionali proiettate in questi anni. Questo lascia intendere che una gestione privata, per ovvi motivi di bilanci da far quadrare, non potrebbe che ripiegare su una programmazione da kolossal tecnologici  o da B movie di cassetta e di questo la città non ha bisogno: uno spazio del genere andrebbe destinato al cinema d’essai, alle proiezioni per scuole, a rassegne a tema, a retrospettive di qualità e poi eventualmente alle nuove uscite magari slegate dal mainstram più manierato e scadente, almeno nei contenuti. Una sala del genere può dare spazio al teatro off, ai concerti musicali, a tutta una serie di appuntamenti in grado finalmente di far sì che a Viterbo si possa costruire eventi di un certo spessore e qualità, magari con la scelta di professionalità cittadine non ossessionate solo dalla conta quotidiana degli spettatori, ma in grado di formulare una proposta. Da quello che si è visto in questi 3 anni di amministrazione Michelini, a parte il ripetersi di facili demagogie, sia da assessore alla cultura che ai grandi eventi Barelli non è sembrato offrire il quadro di un esperto di programmazione culturale, limitandosi ad un gioco di sponda con il suo responsabile di “partito” Rossi o con  il neo- art producer Cesarini. Pelliccia ha invece mostrato piena padronanza del ruolo ricoperto e non ha impedito che nella sua rinnovatissima Bibiloteca si svolgessero eventi sperimentali, convegni di pubblico interesse, rassegne a tema con una loro unicità. Un modo di procedere e di amministrare la cosa pubblica libero da condizionamenti e da pressioni, del tutto atipico in un panorama asfittico e depresso come quello cittadino: una indipendenza d’azione che magari Barelli potrebbe rivendicare  solo accettando il dialogo con istituzioni altre ed il confronto con i cittadini ed evitando superbe accelerazioni che qualcuno potrebbe scambiare per vistosi colpi di mano …

Pasquale Bottone