Teatro. Napoli. Ricordo di Gaetano Di Maio. Lunedì 21 novembre al Sannazaro

Lunedì 21 novembre, alle ore 19,00, in occasione dei venticinque anni dalla morte di Gaetano Di Maio, illustre commediografo napoletano, il teatro Sannazaro diretto da Lara Sansone, organizza una serata di gala in suo onore. Interverranno il critico teatrale Giulio Baffi, i docenti Ernesto Paolozzi e Paola Villani. Sono previsti interventi di attori, registi e studiosi, ricordi e testimonianze.

Gaetano Di Maio nacque il 18 agosto del 1927 a Napoli, dove è morto, a sessantatrè anni, il 26 Marzo del 1991. Egli discendeva da una importante famiglia teatrale napoletana, simile a molte altre dinastie teatrali che si andarono affermando sul territorio tra la fine dell’800 e buona parte del ‘900, si pensi ad esempio ai Petito, agli Scarpetta, ai De Filippo, ai Maggio, ai Fumo. Questo fenomeno era molto attivo a Napoli, dove proliferavano talenti artistici, e si riferiva in qualche modo alla tradizione della Commedia dell’arte, quando gli attori si sposavano tra di loro e procreavano figli che continuavano l’attività teatrale dei padri. La famiglia Di Maio aveva una peculiarità, nel senso che si divideva tra una naturale predisposizione a recitare e a scrivere testi per il teatro, e una preparazione letteraria di base che li portava a cimentarsi con altri generi. Alcuni di loro erano appassionati di saggistica, di ricerca filosofica, coltivando una più larga attività di studiosi. Gaetano Di Maio non sfuggiva a questa regola e per tutta la sua vita, a latere della scrittura teatrale, coltivò una passione per la filosofia. Studiava e approfondiva Gian Battista Vico, Benedetto Croce, la filosofia tedesca, si appassionava alla letteratura italiana da Dante a Pirandello. Di tali studi è rimasta ampia traccia in scritti inediti e nella memoria di giovani studiosi con i quali aveva formato un vero e proprio cenacolo.

Questa particolarità era comune anche al capostipite della famiglia, Crescenzo Di Maio, che, insieme all’attore Federico Stella, fu uno dei fautori del successo del Teatro San Ferdinando alla fine del 1800. Crescenzo Di Maio era autore di testi teatrali drammatici, ma era anche scrittore di feuilletton che il quotidiano “Roma”, pubblicava a puntate come era moda d’epoca, e partecipò attivamente ai dibattiti sul teatro drammatico di quel periodo.

I due figli Gaspare e Oscar, furono anch’essi autori prolifici, e iniziatori del genere “nobile” della sceneggiata, sceneggiando, appunto, la migliore canzone del momento per il teatro.

Gaspare, soprattutto, scrisse molte sceneggiate per la famosa compagnia “Cafiero – Fumo”, oltre a scrivere un dramma “Oro” che in epoca fascista gli costò un censura e il confino, mentre Oscar, successivamente, si dedicò, anche come attore, ad un teatro squisitamente comico.

Gaetano, figlio di Oscar e dell’attrice Margherita Parodi che proveniva da una famiglia di teatro popolare, non aveva una iniziale inclinazione per il teatro ma per gli studi filosofici, come si è detto, mentre le sorelle Maria e Olimpia, sono stata famose e acclamate attrici del teatro napoletano. Il teatro, però, gli venne incontro in momenti d’indigenza familiare e alla morte del padre. Così il giovane studioso, per necessità, si trasformò in autore teatrale. La sua vena artistica s’inseriva perfettamente nella tradizione comica napoletana, da Petito a Scarpetta, fino ad arrivare alla grande vis comica di Peppino De Filippo. Il successo arrivò durante gli anni Sessanta, quando iniziò a scrivere commedie comiche per Nino Taranto e in seguito per Luisa Conte e il “suo” Teatro Sannazaro.

La compianta attrice napoletana insieme al marito Nino Veglia, vollero fortemente che Di Maio diventasse autore della Stabile Napoletana che dirigevano e non avevano torto, i successi delle sue commedie furono travolgenti, con lunghe file al botteghino per assistere agli spettacoli.

Tra i titolo di punta ricordiamo: Mpriestame a mugliereta (liberamente tratta da Carlo Guarino), Nu paese mmieze ‘e guaie, Ce pensa mammà, e tante altre.

Gaetano Di Maio ebbe il pregio di inaugurare un nuovo stile di commedia napoletana, più aderente ai tempi moderni, dalle battute veloci, ritmate e serrate, oltre ad innescare una satira sociale e a conferire ai personaggi spessore psicologico che travalicava la semplice farsa. Un autore comico che non tralasciava i contenuti, bravo nel fotografare situazioni, sia a sfondo borghese che popolare, di quegli anni e che crediamo potrebbe essere oggetto nel futuro di maggiore rivalutazione teatrale.

Gaetano Di Maio è stato anche poeta, le sue poesie inedite sono state successivamente pubblicate dall’editore Palomar con prefazione di Giuseppe Di Costanzo.

Delia Morea