Storie di vita, 9 mesi di lacrime, sofferenza, offese e solitudine: la gravidanza di Veronica

Nella comune e popolare credenza, si ha quasi sempre la convinzione che per carpire l’attenzione o l’interesse del lettore…per suscitarne un’emozione ….bisogna affannarsi nella ricerca di storie fantasiose, o parlare del quotidiano e delle abitudini dei personaggi famosi, o ancora argomentare sui casi di cronaca irrisolti. E se vi raccontassi una storia di vita reale? Una storia impressa nelle pagine di un diario di  vissuto, in cui  Veronica – così chiameremo la nostra protagonista – annota con date  e circostanze, la cronostoria di una parte della sua vita-

– Veronica ha conosciuto Riccardo nel settembre del 2008; dopo un periodo di pressante corteggiamento da parte di lui, inizialmente  non contraccambiato, nasceva un’ intensa relazione sentimentale sfociata in una convivenza nel gennaio 2009 presso l’abitazione di lei.

Sulla vita di Riccardo, Veronica apprendeva che era sposato e senza figli, che il matrimonio era in crisi da anni e che da circa due si era separato di fatto ritornando a vivere dalla madre; dopo aver conosciuto lei, Riccardo formalizzava le pratiche di separazione che veniva ufficialmente omologata nel  maggio 2009.

Nel periodo iniziale la relazione è stata travolgente al punto di desiderare un figlio, volontà manifestata fortemente soprattutto da lui; dopo alcuni tentativi, a novembre di quell’anno sarebbe nata la loro figlia.

Improvvisamente al 3° mese di gravidanza Riccardo ha avuto un radicale cambio di atteggiamento nei confronti di Veronica, contraddistinto da un repentino distacco, da freddezza e continui scatti d’ira.

Il primo episodio sintomatico di un disagio nell’uomo si verificava il giorno dell’udienza di separazione; in seguito alle ennesime offese ed aggressioni verbali nei suoi confronti,  Veronica gli preparava le valigie e lo mettevo alla porta. In tale circostanza Riccardo dopo essersi allontanato dalla abitazione della sua compagna,  lasciava intendere con alcune telefonate in cui piangeva come un bambino, che poteva  porre in essere qualche gesto insano, dopo di ciò spegneva il cellulare e non dava più notizie di sé per tutta la giornata; in serata Veronica riceveva  il seguente sms “E’ difficile trovare delle parole giuste o sbagliate nello stato in cui mi trovo ma ti chiedo scusa, un abbraccio”..

Dopo alcuni giorni Riccardo faceva ritorno da Veronica,  ma la situazione non cambiava, anzi l’aggressività e i maltrattamenti verbali peggioravano; in una  tarda nottata di fine giugno Riccardo si provocava un taglio al  polso ed  ingeriva un numero imprecisato di compresse, tra cui il medicinale che  Veronica assumeva quotidianamente a causa della patologia neurodegenerativa da cui era affetta.

Resasi conto dell’accaduto Veronica lo accompagnava immediatamente al vicino pronto soccorso  dove veniva trattenuto e ricoverato presso il reparto di psichiatria  per alcuni giorni,  durante i quali, l’aggressività manifestata nei confronti della sua  compagna era tale che la stessa veniva invitata dal personale sanitario ad aspettare che ritornasse in se e a non prendersela per le frasi con cui l’aggrediva , perché nello stato in cui si trovava detestava non solo lei, ma soprattutto non voleva il figlio. Il giorno successivo al ricovero, Veronica  riceveva il seguente sms “Non sono + il Riccardo che ti ha fatto innamorare… ho fatto soffrire le persone a me + care, non ho paura di lasciare questo mondo, ne troverò uno migliore, nostra figlia sarà bellissima. Un bacio” .

Dopo la dimissione,  incurante dello stato di gravidanza della sua compagna, Riccardo faceva  rientro presso l’abitazione della madre. Un sera di inizio luglio 2009, Veronica lo raggiungeva  a casa della madre, fermamente intenzionata a chiarire la loro situazione e ad ottenere le dovute spiegazioni.

Anche in tale circostanza veniva aggredita verbalmente da Riccardo, che in quel momento era solo in casa; durante la discussione veniva afferrata per un braccio e strattonata verso la porta d’ingresso; uscita sul pianerottolo si aggrappava alla ringhiera per opporre resistenza al tentativo di essere spinta giù dalla rampa di scale e……riceveva un violento schiaffo al volto tale da farla cadere in terra.

Nonostante il grave episodio, difronte all’apparente pentimento di Riccardo e ad un fasullo e fugace miglioramento dei suoi comportamenti, Veronica, dopo alcuni giorni lo riaccoglievo in casa, completamente annullata dal sentimento irrazionale che provava per lui.

La situazione però non è mai migliorata, anzi….la gravidanza di Veronica si è contraddistinta in 9 mesi di lacrime, sofferenza, offese  e solitudine:

<<…tranne la prima ecografia, a cui ha assistito, Riccardo si è sempre rifiutato di accompagnarmi a tutti gli esami, che sono stati da me affrontati  completamente sola nonostante i miei conosciuti problemi di salute: dall’amniocentesi alla morfologica.

…. Mio caro amico che in silenzio depositi tra le tue pagine questo mio dolore, a testimonianza di come si smette di credere alle favole, devi sapere che, qualche settimana prima del parto iniziavano da parte di Riccardo le minacce di portarmi via la bambina dopo la nascita, adducendo a pretesto  la mia malattia

…intanto nasceva nostra figlia Elena che lui riconosceva, ma non ci fu il miracolo che un figlio può provocare, anzi mancavano in lui quelle tipiche manifestazioni emotive dei padri alla nascita del primo figlio; inoltre né un regalo, né un pupazzo niente di niente a quel piccolo angioletto appena nato, non solo ma non avvertiva neanche il desiderio di viverci accanto dal momento che era ritornato dalla madre.>>.

Per il momento salutiamo Veronica e le toccanti parole del suo diario, in cui sicuramente tante di noi si immedesimano e si riconoscono per un vissuto analogo.

E chi sa che tra qualche tempo non possa rincontrare nuovamente Veronica e conoscere il seguito delle sua storia ….per cui ci ritroveremo nuovamente qui, sull’oralegale per una nuova pagina di vita reale. 

Carla Santoro