Salute ed alimentazione: cancro, il pericolo viene dagli zuccheri

Nel 2015 8,8 milioni di persone sono morte di cancro : numero in crescita rispetto agli anni

precedenti. Che cos’è il cancro? E’ una malattia multifattoriale, causata da fattori di carattere genetico, alimentare ed ambientale. Le cellule del nostro organismo, sono un sistema aperto e, come tale, risentono di tutto ciò che le circonda. Agenti chimici, fisici e biologici possono provocare delle mutazioni, ovvero alterazioni a livello del codice genetico capaci, se non corrette, di accumularsi. Il risultato sarà l’acquisizione di alcune caratteristiche che la cellula userà a suo vantaggio per poter crescere, moltiplicarsi in tempi più veloci ed invadere i tessuti, formando cloni in zone periferiche. Se questo insieme di processi risulta favorevole per la cellula cancerosa, è in realtà fallimentare per l’individuo. Infatti, acquisendo questa capacità di disseminarsi nei vari distretti dell’organismo, queste cellule diventano immortali e si riproducono fino alla morte dell’individuo senza lasciare progenie. Siamo ormai quasi certi che qualcosa possiamo fare: si parla infatti sempre più di prevenzione. Bisogna però tener conto di una cosa: prevenire non significa diagnosticare, anzi! Sono due termini ben distinti. Se la diagnostica serve a specificare la presenza o l’assenza di una malattia ed agire poi con una successiva terapia, la prevenzione è uno step precedente. Essa, infatti, ha come obiettivo lo stile di vita, le abitudini e i vizi che spesso proiettano l’uomo verso una prospettiva di malattia. Una delle prime forme di prevenzione è sicuramente l’alimentazione.

I meccanismi che interessano i nutrizionisti sullo sviluppo di un tumore riguardano il cambiamento metabolico che una cellula adotta nel momento che “si ammala”. Essa infatti, moltiplicandosi in tempi molto brevi, necessita principalmente di sostanze chimiche, come il glucosio, in grado di costruire le fondamenta della cellula stessa. Ogni cosa che introduciamo nell’organismo può avere effetti positivi e negativi, bisogna quindi sempre saper discernere il bene dal male e soprattutto indirizzarci sempre verso prodotti di qualità.

Un’alimentazione basata principalmente sull’uso di zuccheri semplici e di carboidrati raffinati (es.: pane bianco) a lungo andare può provocare cancro. Il livello di glucosio nel sangue viene indicato con il termine di glicemia; quando questa è alta, poiché alta è la concentrazione ematica di tale zucchero introdotto con l’alimentazione, il cancro ha benzina a sufficienza per avanzare nel suo processo di crescita. Cosa fa la glicemia? E’ un “nemico silente”, in quanto determina un progressivo aumento della concentrazione di insulina, ormone di origine pancreatica, la quale stimola, a sua volta, la sintesi di fattori di crescita cellulari. Studi epidemiologici che risalgono al 2011 confermano che donne con valore glicemico maggiore di cento abbiano un rischio doppio di ammalarsi di cancro alla mammella rispetto a chi ne manifesti un valore inferiore. Quando è presente troppo glucosio, non solo si stimola la sintesi di fattori di crescita, ma si formano anche le cosiddette proteine glicate: proteine a cui è legato lo zucchero in eccesso, le quali attivano i meccanismi infiammatori, a seguito di un incremento di stress ossidativo.

Nel 2000 sono state decretate le sette proprietà di un tumore, tra esse spicca il ruolo del “microambiente pro-infiammatorio”. E’ quindi oramai affermato che esiste un contatto diretto tra infiammazione e cancro. Le malattie infiammatorie dell’intestino sono associate ad un alto rischio di cancro al colon-retto. Recenti studi dimostrano che individui affetti da colite ulcerosa hanno infatti un rischio dieci volte maggiore di sviluppare un cancro del colon-retto rispetto al resto della popolazione. Inoltre l’esposizione a sostanze irritanti che causano un’infiammazione dei bronchi (sigarette, asbesto, silice) è associata ad un elevato rischio di cancro del polmone.

“Limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate” è una delle prime raccomandazioni alimentari a cui è giunto il comitato di esperti del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici al riguardo.

Purtroppo, con tale affermazione, si vuole intendere tutti quei prodotti che quotidianamente

ci offrono i “mass media”. Questo termine infatti spazia dalle bibite gassate analcoliche a gran parte dei succhi di frutta in commercio, amari, liquori e così via, in cui troviamo i cosiddetti “zuccheri liquidi”, principale causa dell’obesità dei bambini e di aumento del livello di glucosio nel sangue. L’industria usa queste sostanze per rendere i propri prodotti commercialmente competitivi e per far sì che essi siano più appetibili. Tali alimenti, se ingeriti quotidianamente e in modo smisurato, fanno ingrassare, aumentano il livello di glucosio ematico e permettono la sintesi di maggiore quantità di insulina utile per l’avanzata del processo di cancerogenesi cellulare. Affinché tutto ciò non avvenga, bisogna stare sempre più attenti che nelle etichette dei prodotti che consumiamo non compaiano fruttosio, aspartame e sciroppo di glucosio o fruttosio. Ultimamente è di moda sostituire il comune zucchero con il fruttosio al fine di dolcificare alcune bevande, ignari dell’effetto che esso possa provocare nell’organismo. Quest’ultimo, infatti, è considerato la principale causa dei disordini metabolici che definiscono la cosiddetta sindrome metabolica: fa mettere su pancia (il grasso corporeo porta ad un aumento del livello di infiammazione, causa di cancro), induce produzione di acido urico che promuove l’ipertensione, causa resistenza insulinica, aumentando, quindi, la glicemia e facilitando la sintesi di acidi grassi nel fegato con conseguente aumento dei trigliceridi nel sangue. La domanda allora risulta spontanea: cosa fare? Tutte queste notizie non devono assolutamente avere l’effetto dello sviluppo di un regime alimentare con assenza di zuccheri, anzi!  Gli zuccheri sono importanti riserve energetiche per il nostro organismo, basti pensare che alcune cellule dipendono proprio da loro e in particolare il cervello usa il glucosio come benzina per funzionare. Purtroppo nella nostra società siamo ormai diventati schiavi del sovra-consumo di questo alimento, tanto che è stato provato scientificamente che alimentarsi di cibi dolci o contenenti zucchero aumenta l’attivazione dei circuiti del piacere, a tal punto che si può parlare proprio di una “zucchero-dipendenza” alla stessa stregua di altre sostanze molto più nocive. Più dolci si mangiano, più si ha il rischio di andare incontro ad ipoglicemia, in seguito ad una fase iper-insulinemica: questo fa sì che lo zucchero ingerito porti al bisogno di nuovo zucchero, alimentando questo circuito. Sostanzialmente quindi, per una corretta alimentazione e per un corretto stile di vita, al fine di evitare stati patologici gravi, bisogna ridurre gli zuccheri semplici ed i carboidrati raffinati. Si consiglia invece il consumo di cereali integrali, legumi, frutta e verdura, che contengono sostanze utili per combattere lo stress radicalico (antiossidanti) ma, soprattutto, bisogna impegnarci nel proiettare la nostra alimentazione verso cibi di qualità al fine di permettere un migliore controllo della glicemia, della secrezione insulinica ed una riduzione dei processi di glicazione.

Questo significa fare “prevenzione primaria”, ovvero tendere verso il conseguimento di un

completo benessere fisico, psichico e sociale, allontanando o correggendo abitudini malsane, al fine di evitare l’insorgenza di patologie dannose per l’individuo. L’alimentazione non è di certo l’unico fattore ad inficiare sulla formazione del cancro!  Esso infatti, come detto inizialmente, dipende da fattori genetici, alimentari ed ambientali. In questi due ultimi ambiti l’uomo qualcosa può fare e deve fare affinché si possa cercare di prevenire l’insorgenza di questa grave patologia.

Francesco Serafini

Francesco Serafini è un Biotecnologo con laurea magistrale in Biologia Cellulare e Molecolare, attualmente specializzando in Scienza dell’Alimentazione e Nutriterapia presso l’università della Tuscia e in Alimentazione e Sport presso Scuola di Nutrizione Salernitana. Si è interessato di “Checkpoint immunologici e regolazione della risposta immune. Blocco del CTLA-4 come nuova strategia di immunoterapia tumorale”  e di “A novel synthesis of bioactive Dopa-peptidomimetics by biocatalytic processes” .