Roma Capitale si conferma il grande malato dell’Italia, assillata da molteplici piaghe che non si riescono a curare: dalla tentacolare onnipresenza dei gruppi politico-mafiosi (“Il Mondo di Mezzo”) al dissesto della macchina amministrativa del Comune infiltrata da corruzione e clientelismo, passando per il degrado urbanistico, l’inquinamento atmosferico e la malavita di quartiere, un filo nero pervasivo collega tutte le nequizie della Città Eterna. Mali conosciuti e ormai cronicizzati si ripropongono puntualmente all’attenzione dell’opinione pubblica e dei candidati alle prossime delicate elezioni. Uno fra tutti merita una speciale menzione: la montagna del debito che grava sul Campidoglio. Secondo uno studio di Ernst&Young, Roma Capitale presenta un disavanzo strutturale annuo pari a 1,2 miliardi. Le cause sono riconducibili prevalentemente alla gestione delle società controllate. Oltre cinquanta quelle collegate ad Acea (energia e acqua), Ama (rifiuti) e Atac (trasporti): tre gruppi che raggiungono circa 31.338 dipendenti, ovvero l’85% del personale di tutte le partecipate comunali, che si aggira intorno alle 37 mila unità, circa diecimila in più rispetto ai 26.800 dipendenti degli stabilimenti Fiat in Italia (senza includere i 25 mila dipendenti diretti dell’amministrazione comunale).
Fardello debitorio reso opaco dalla difficoltà di ricostruirne l’esatta entità e appesantito dalla crisi dell’immobiliare che – segnala Il Fatto quotidiano – potrebbe avere un ulteriore impatto sui conti disastrati del Comune con l’Irpef più salata d’Italia. A quanto pare, comunque, complessivamente residuerebbero, dopo gli interventi e i tagli effettuati dalle precedenti amministrazioni, circa 13,6 miliardi. Al ritmo corrente, saranno estinti, secondo l’Organismo di revisione economico-finanziaria del Comune, fra trentatre anni. Se questo è il drammatico scenario di fondo, allora si capisce perché, recependo gli obblighi di legge in materia di armonizzazione contabile degli Enti locali, il Commissario straordinario, Francesco Paolo Tronca, abbia approvato ieri, nel corso della seduta deliberativa dell’amministrazione straordinaria di Roma Capitale, il provvedimento che definisce il perimetro degli organismi rientranti nell’area di consolidamento dei conti del Gruppo Roma Capitale. Documento propedeutico alla redazione del bilancio consolidato 2016 dell’ente. Spiega il Campidoglio in una nota ad hoc: “Il Commissario straordinario ha voluto dotare Roma Capitale di uno strumento più rappresentativo e significativo sotto il profilo economico finanziario, includendo nell’area di consolidamento non solo Atac e Ama – come previsto dalla norma – ma anche tutte le società strumentali e interamente partecipate e le due aziende speciali. Ciò consentirà una migliore rappresentazione della situazione finanziaria e patrimoniale del gruppo ‘Amministrazione Pubblica’ e potenzierà l’attività di monitoraggio delle società partecipate dall’Ente.
L’amministrazione – prosegue la nota – sarà, dunque, in grado di acquisire la piena consapevolezza delle grandezze finanziarie e delle performance complessive degli enti inclusi nell’ambito del bilancio consolidato – nove differenti organismi partecipati per un fatturato complessivo di circa due miliardi di euro e un patrimonio netto di oltre 400 milioni di euro – rendendo tale bilancio strumento imprescindibile per una corretta programmazione. Il consolidamento dei conti – conclude la nota del Campidoglio – è un importante provvedimento dell’azione amministrativa in tema di finanza pubblica che, da un lato, sul piano della governance, permette di verificare l’attuazione e il monitoraggio di indirizzi e obiettivi gestionali da parte dell’ente stesso in qualità di capogruppo e, dall’altro, consente la trasparente rendicontazione alla collettività dell’utilizzo delle risorse pubbliche”.
“Trasparente rendicontazione alla collettività dell’utilizzo delle risorse pubbliche”. Una lodevole dichiarazione d’intenti da sottolineare con forza e sulla base della quale giudicare i così detti programmi dei candidati alle prossime elezioni e, soprattutto, l’operato del nuovo Sindaco e della Giunta che lo sosterrà.
Aldo Musci/Salvatore Dettori
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