Ritratti. Tra un ricordo, l’impegno per la legalità, una fiction ed uno spettacolo teatrale…. Intervista con Dario Vassallo, fratello del “sindaco pescatore” ucciso dalla camorra

Esistono in Italia uomini e donne coraggiosi, figure esemplari che lottano per la verità e la giustizia. La mia fortuna è incontrarli. Eccomi con Dario Vassallo, fratello di Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore di Pollica(Sa) ucciso in un attentato di sospetta matrice camorristica il 5 Settembre 2010. E mentre le indagini della Magistratura sono in corso, Dario Vassallo, suo fratello Massimo e la Fondazione Angelo Vassallo tracciano la strada della legalità che, in un Paese civile dovremmo conoscere, come esseri umani, prima ancora che cittadini. Percorriamo insieme, remi in barca, questa scìa di impegno fraterno, umano e civile, nel silenzio che incoraggia questa voce di dolore: è il vissuto di un uomo che ringrazierò sempre per averci aperto la porta del cuore

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• Dario Vassallo cos’è la legalità per lei alla luce di quanto accaduto a suo fratello Angelo Vassallo e come vorrebbe che si trasmettesse?

“La legalità è una condizione di vita, è il senso civico del vivere quotidiano in una società moderna.  Della legalità c’è chi ne fa una professione, chi la utilizza per arrivare ad una poltrona, chi per fare conferenze e chi applicandola e facendola applicare può essere ucciso. La legalità deve essere trasmessa alle nuove generazioni con un programma decennale da applicarsi nelle scuole come materia obbligatoria. Si dovrebbe iniziare l’insegnamento partendo dalla terza elementare fino ad arrivare alla maturità e, forse, tra 10 anni avremmo una società migliore. E’ un’idea folle ma è una buona idea. Deve essere non un punto, ma il punto fermo di un buon governo. Se in una comunità, in un Paese c’è la legalità, questa determina ricchezza ed uguaglianza”.

• Com’è cambiato il senso di civiltà nel contesto cilentano e a Pollica, in particolare, dopo l’uccisione di suo fratello?

“Nel Cilento, dopo l’uccisione di Angelo si è fatto un passo indietro, non solo nel tempo ma anche nel rapporto che c’è tra le istituzioni e la gente. In apparenza tutto è bello, ma il male e il malcontento è diffuso. La parola civiltà è stata  sostituita dalla parola  “apparire”:  è diventato tutto effimero.

Alcuni a Pollica credono di vivere in un set cinematografico ed hanno dimenticato che il loro Sindaco è stato ucciso e il suo corpo oltraggiato con 7 colpi di pistola.

Dove è nata la scuola filosofica di Parmenide e Zenone oggi regna l’arroganza e la sopraffazione. Non è solo una mia sconfitta ma è la sconfitta di tutti.

L’uccisione di Angelo  ha determinato la perdita di una ricchezza morale . In questi ultimi 5 anni nel Cilento ci sono stati 86 atti intimidatori e minacce, 116 incendi di origine dolosa e reati ambientali, 47 violenze di genere e violenza familiare, 25 tentati suicidi, 39 suicidi e, nonostante questi numeri, agghiaccianti ,nessuno monitora la situazione, anzi  c’è  chi afferma – ” La camorra non esiste” – ” Viviamo in un’ isola felice”.- Queste sono affermazioni deleterie che determinano uno svilimento delle coscienze oneste e un aumento dell’arroganza nei disonesti”.

• La recente svolta nelle indagini sulla morte di suo fratello le ha ridato speranza?

“Io non ho mai perso la speranza, non solo di arrivare a chi ha ordinato e commesso questo assassinio ma il nostro operato è volto proprio a  diffondere la consapevolezza che un Paese migliore si può costruire, tutti insieme. Ecco perché da oltre cinque anni giro l’Italia per parlare di legalità, di bella politica, di bellezza, tralasciando  la  mia professione e la mia famiglia. La speranza è qualcosa che è insita dentro di noi, chi non crede nella speranza, nei sogni, non ha futuro”.

• Il giorno 8 Febbraio uscirà sulla Rai la Fiction con Castellitto che interpreta suo fratello, come vive il personaggio e la persona di Angelo attraverso il linguaggio televisivo?

“La fiction che andrà in onda su Rai Uno Lunedì  8 febbraio è un messaggio di positività. Per me  nessuno può interpretare Angelo. Castellitto è bravo nella parte e trasmette quel messaggio di concretezza che Angelo portava con se stesso. Questo passaggio mediatico, da noi cercato e voluto da cinque anni, serve a far capire agli italiani che al sud ci sono tanti amministratori che vivono e realizzano la bella politica.II compito di questa fiction è parlare di ognuno di loro, che con le loro azioni si riconoscono in Angelo”.

• Oltre alla fiction si è affidato anche al teatro per raccontare la verità sulla persona di Angelo Vassallo, quali emozioni vorrebbe custodisse il pubblico in sala?

“Il teatro è più diretto. Il pubblico viene come calamitato da  Ettore Bassi, è bravo e riesce a far vedere Angelo. Il teatro è altra cosa, è un capolavoro interpretativo è qualcosa di veramente bello. Avrà un grande successo e il pubblico in sala resta emozionato, commosso. Nel prosieguo della rappresentazione il pubblico  diventa parte integrante dello spettacolo, vive il fare, vive l’ angoscia, i dubbi del sindaco, vive la morte”.

• La scelta di cercare la verità e diffondere i valori che hanno contraddistinto suo fratello in vita attraverso i linguaggi, non prettamente istituzionali, si radica nella disillusione verso le istituzioni?

“Io e mio fratello Massimo in questi  5 anni ci siamo cimentati in percorsi di legalità per noi inimmaginabili. Scrivere un libro sembrava impossibile. Invece ci siamo riusciti.

Il  libro è stata la chiave che ci ha permesso di aprire porte invalicabili. Per me naufrago, è stato un pezzo di legno al quale aggrapparsi, ma appena poggiata la prima mano sono arrivate onde gigantesche che cercavano con forza di strapparmi l’unico mezzo di salvezza. Ci siamo aggrappati a questo libro e in cinque anni quello che era una vecchio pezzo di legno è diventato una tavola da surf  con la quale stiamo domando l’onda, andando spediti verso la verità”.

• Con quale spirito ha lavorato e lavora alla messa in scena dei testi, come vive lei il rapporto con Angelo e gli attori che lo incarnano?

“Lavorare ai testi sia della fiction che del teatro non è stato facile. Sono stati anni di estrema sofferenza,  rivivere più volte scene e luoghi…è stata veramente dura.

Gli attori sono bravi e diversi. Non sono un esperto di queste cose,  però la scelta è stata giusta.  I rapporti sono stati buoni, con Castellitto solo professionali.

Con Ettore è stato diverso perché eravamo amici già prima del 2010″.

• Cosa si aspetta dalla politica e dalle istituzioni dopo il dramma della morte di suo fratello?

“Dalla politica non mi aspetto niente. La politica cilentana per Angelo non ha fatto nulla, anzi è stata deleteria e, alcuni pseudo politici, hanno girato lo sguardo dall’altra parte. Quando lo stesso giorno della sua uccisione il comune di Pollica autorizza la sagra del pesce per  ben due anni consecutivi ( 2014- 2015) è un segnale ben preciso.

Quella nazionale è presa da altre cose e continua a vivere lontano dai problemi della gente e, quando non prende nessuna decisione nei confronti dell’ Amministrazione di Pollica, che non si costituisce parte civile nei processi ” Strade fantasma” e ” Due Torri bis”,  emette un segnale molto preciso. . .Alcuni politici sono di uno squallore indicibile, ma noi come Fondazione Angelo Vassallo siamo ormai capaci di distinguerli e tenerci alla larga. Alcuni sguazzano nel partito pensando ad una sola cosa, al potere e trasmettere la propria carica al parente più prossimo. Io la definisco politica feudale. Eppure accanto a questi elementi, ci sono politici e amministratori bravi  sparsi nel nostro Paese e che, soli, nell’isolamento più totale, devono affrontare innumerevoli problemi. Noi guardiamo a loro.”

• Cosa direbbe a suo fratello oggi se fosse ancora qui con noi?

“Sogno spesso il ritorno di Angelo, ma poi mi rendo conto che è solo un sogno e quello che vivo, è un incubo che dura da oltre 5 anni. .. Nel sogno lo vedo sempre sorridente e con la sua caratteristica camminata.  Si avvicina  e mi dice: Che fai ? –  E io: Ma dove sei stato? – Mi sveglio  all’ improvviso e continuo a vivere questo incubo ad occhi aperti.”

• Può lasciarci un ricordo di Angelo che possa accompagnarci sulla strada dei valori e sulla condivisione degli stessi?

“Di Angelo ricordo il sorriso, il lavoro in barca…Quando facevamo insieme i pescatori. L’ intelligenza, l’amore per gli animali, la praticità, la schiettezza, il linguaggio arguto, la cultura, la vita. Purtroppo non c’è più”.

Lacrime di mare, lacrime amare, lacrime dolci… Caro Angelo…Caro Dario…Caro Massimo… Nessun uomo ha il diritto di uccidere un altro uomo.

Nadia Lisanti