Ripetizioni di materie scolastiche: ripiego o business?

Matematica, fisica, greco, latino… non è il sottotitolo di un film dell’orrore, ma sono alcune delle materie che non fanno dormire sonni tranquilli agli studenti italiani.

Queste materie, oltre a rappresentare, ahimè in molti casi, debiti formativi in grado di disintegrare i sogni di gloria degli studenti che vedono così sfumare le vacanze estive, rappresentano anche una spesa economica non indifferente se decidono di affidarsi a ripetizioni private che accompagnano le lezioni ordinarie svolte a scuola.

Sono proprio queste ripetizioni scolastiche oggi a far molto parlare di sé: impartite da giovani laureati, insegnanti di liceo o da docenti universitari, le ripetizioni anche nell’era di internet che mette a disposizione tutorial per tutto, non sono ancora tramontate.

Secondo uno studio condotto dalla Fondazione Luigi Einaudi, nel 2015 ben oltre il 90% delle lezioni private non sono dichiarate al fisco, per un giro d’affari sommerso che supera i 900 milioni di euro l’anno.

Greco e latino sono le materie più richieste che, se insegnate da professori o docenti universitari, possono varcare la soglia delle 25€ all’ora.

Il prezzo delle ripetizioni poi varia poi in base alle materie, a chi le dà (in ordine di prezzo: docente, laureato, studente) e a chi le riceve (studente universitario, liceale, delle medie).

Ma se qualcuno volesse mettersi in regola, pagando tasse e contributi…?

Ci sono delle soluzioni anche se non di facile individuazione: la prima cosa da stabilire è stabilire se le ripetizioni vengono prestate occasionalmente oppure in modo abituale, in quanto non vi sono regole o parametri quantitativi in grado di definire questo in maniera univoca.

La differenza è fondamentale, in quanto in corrispondenza di ciascuna situazione ci sono regole diverse da rispettare per il fisco: se vengono effettuate solo occasionalmente sarà sufficiente emettere una ricevuta non fiscale e dichiarare i compensi nel 730, che comunque non prevede il pagamento dell’Irpef entro i 4800€. Se invece le ripetizioni vengono svolte in modo abituale, è necessario aprire una Partita Iva e fatturare tutte le prestazioni svolte.

La motivazione più diffusa che spinge gli studenti a rivolgersi ad insegnanti privati, riguarda il fatto che gli argomenti spiegati a lezione non vengono compresi e quindi c’è bisogno di uno studio individualizzato in cui un maestro si dedica totalmente all’alunno.

Questo però scatena un paradosso: per molti ragazzi infatti le ripetizioni vengono messe in primo piano rispetto alla scuola della mattina, e il fatto di frequentare lezioni private è come se gli concedesse il diritto di non stare attenti durante le lezioni.

Sicuramente non sono le ripetizioni scolastiche a mandare a rotoli il bilancio del nostro Paese, ma è altrettanto vero che questo “fenomeno” invita a fare due riflessioni: se sono previste delle posizioni fiscali vantaggiose per i “professori privati” perché non regolarizzare questa attività?

Ma soprattutto: non è di certo nuovo il problema dei docenti che, ancorati ad un tradizionale e “vecchio” metodo di insegnamento, si ostinano a non volersi aggiornare. Di fronte a questo, non è forse il caso di incentivare il cambio generazionale dando spazio a nuovi insegnanti in grado di portare un’istruzione 2.0?

Simone Rufino