Referendum Trivelle. Il Quorum non c’è, ma è allarme per Renzi….

Stanotte avranno ben poco da festeggiare Matteo Renzi, Giorgio Napolitano e relativi cortigiani. Già, perché benché non sia stato raggiunto il quorum e il Referendum sia stato affossato, politicamente i Due escono legnati. Considerando infatti il numero degli elettori autorottamatisi da anni (l’anno scorso per le Regionali votò un italiano su due facendo registrare una affluenza del 52 per cento e l’anno precedente per le Europee votò il 58 per cento. E si trattò di elezioni in occasione delle quali nessuno invitò all’astensione…), ad occhio viene da considerare che gli italiani che hanno seguito l’invito dei Due non superano il 15 per cento, percentuale di autorottamati referendari che ovviamente va ad aggiungersi a quella già agli atti degli astensionisti cronici. Scrivo questa riflessione alle 20, a urne ancora aperte. Ma se la matematica non è una opinione il conto è presto fatto. Hanno vinto quanti hanno invitato a votare, sono stati sconfitti quanti hanno invitato a disertare le urne. E hanno vinto – ovviamente – i SI’… A tal proposito ricordo quanto scrissi tre giorni fa: “I Due (Renzi e Napolitano ndr) partono avvantaggiati in quanto possono avvalersi di quell’oltre 40 per cento di astensionisti cronici che ormai rappresentano la spia dell’allontanamento dei cittadini dalla politica. Ma poco importa. Se l’affluenza si attesterà tra il 30 e 40 per cento, Napolitano e Renzi usciranno sconfitti dalla competizione referendaria dal momento che a questo punto – per come si son messe le cose (per il significato che aveva assunto la competizione referendaria ndr) – politicamente sarà più significativa l’affluenza alle urne dei numeri che esporranno i SI’ o i NO. Morale della favola, tra il 30 e 40 per cento di affluenza Renzi e il suo Protettore finirebbero col rappresentare la minoranza politica del Paese”. E oggi i cittadini attraverso l’affluenza alle urne hanno sancito questo fatto. Un Referendum che – come giustamente ha sostenuto Massimo Cacciari – si è trasformato nel più grosso sondaggio politico mai fatto prima in Italia. E che ha espresso indicazioni chiarissime. Indubbiamente un responso indigesto per il Palazzo. E per i Due non è che l’antipasto. I piatti ancora più indigesti arriveranno con le Amministrative di giugno e con il referendum autunnale sulla Riforma costituzionale.

Marino Marquardt