Punti di vista. “Un clericale non capirà mai la differenza tra delitto e peccato” diceva Salvemini… Riflessioni a margine sul Family Day

Diceva Pascal che l’uomo non è mai tanto capace di far male come quando lo commette nel nome della fede religiosa. (ivi comprese le moderne ideologie). Diciamo che la frase è purtroppo sempre attuale.Se ci mettessimo a elencare le atrocità commesse in nome di una fede potremmo cominciare con Isacco pronto per essere sacrificato dal padre al suo dio e finire coi poveracci decapitati dall’Isis. Tantum religio potuit suadere malorum, avrebbe detto il poeta latino Lucrezio. (trad. A tali crimini ha potuto persudere la religione)

Ma non è mia intenzione indire una competizione tra le fedi per stabilire a quale dare il titolo di peggiore. Ognuno ha fatto la sua parte di sterminio e la tolleranza non è mai stata merce troppo abbondante sotto il sole. A mio parere il motivo è uno solo: la sovrapposizione tra il delitto ed il peccato. E fin dai tempi più antichi la religione ha preteso che lo Stato divenisse il suo braccio secolare. In fondo è quanto di fatto chiede Ambrogio a Teodosio: ora che i culti pagani sono proibiti da una legge dello Stato sarà compito dello Stato perseguirli. E già che c’è magari mi controlla anche gli eretici trasformati da dissidenti a nemici della collettività.

Sotto sotto è questa la richiesta che in tempi molto più recenti hanno fatto i partecipanti al Family Day. Noi riteniamo che questi comportamenti siano peccaminosi e vorremmo che lo Stato non li legittimasse, anzi che continuasse ad essere il nostro braccio secolare nel combatterli. Diceva bene Gaetano Salvemini quando diceva che: un clericale non capirà mai la distinzione tra peccato- quello che lui crede peccato- e delitto, quello che la legge secolare ha il compito di condannare. Egli punisce il peccato come se fosse un delitto e perdona il delitto come se fosse un peccato. Non è mai uscito dall’atmosfera dei dieci comandamenti secondo i quali uccidere e rubare, delitti, sono messi sullo stesso piano del desiderare la donna d’altri, peccato.

Ed questo il vero grosso problema dell”islam sul cammino della modernità: il loro diritto si fonda sui principi della religione e considerare come diritti comportamenti peccaminosi è impossibile. I vari tentativi di modernizzazione in quei paesi sono stati compiuti da autocrati spietati,che certo non avevano i diritti civili al primo posto in agenda, e che sono stati abbattuti a furor di popolo.

Non è un caso che chi si fosse spinto per primo su questa strada, lo scià di Persia, sia stato anche il primo a cadere quando ancora nessuno poteva immaginare le primavere arabe a venire.Ma torniamo al nostro sciagurato paese dove persino un diritto sancito dalla legge e confermato da un referendum, l’aborto, è di fatto impedito dalle centinaia di medici obiettori che affollano le asl pagati col denaro pubblico.

Ora fondamentalmente tutti coloro che hanno sfilato sotto le bandiere del Family Day( milioni? Migliaia? poco importa) vogliono che lo Stato sia di fatto il loro braccio secolare.I tribunali dell’inquisizione non possono condannare più nessuno? Bene, ci pensi lo Stato come si è sempre fatto che c’era ancora l’impero romano. E niente deve averli irritati di più della studiata freddezza del nuovo papa. Ci fosse stato Ratzinger! Lui sì che era dei nostri! Non questo, questo….comunista! Ma in fondo volere la sofferenza di chi non la pensa come noi non è forse una sottile forma di crudeltà? Non c’è una punta di sadismo? Farà certo meno male di una decapitazione Isis style. Ma impedire a qualcuno di vivere in pace la propria identità non è anch’essa una decapitazione? Sia pur metaforica? E chi ci dice che faccia meno male? E qui torniamo a Pascal.

Gianvittorio Musante