Politica. “Il caso Quarto”. L’ irritante dibattito tra il Pd ed il M5s e la politica senza morale

Trovo al quanto irritante il dibattito acceso, a tratti anche ridicolo ed ipocrita, tra il Pd ed il M5S sui fatti incresciosi di Quarto (Campania). Una politica priva di alcuna coscienza morale. 
Il M5S, che per anni ha sventolato la bandiera della legalità e dell’onestà, ritenendosi l’unico movimento politico pulito ed in grado di sconfiggere il malaffare, si trova a fare a pugni con la realtà, soprattutto in un territorio come quello del Mezzogiorno dove l’infiltrazione mafiosa cresce silenziosamente in ogni settore. Ma la politica è fatta da uomini e donne che non sempre conosciamo e possiamo controllare. E la presunzione di essere migliori degli altri non porta alla soluzione del problema. Perchè la mafia e la sua connivenza con la politica è una cosa seria. E quando accadono fatti di stampo mafioso l’unica cosa da fare, a mio modesto avviso, è dimettersi senza se e senza ma. Perchè bisogna pensare prima di tutto a tutelare i cittadini, non i propri movimenti.
In un paese come il nostro, che in pratica affida ai soli giudici, quando non li osteggia, il compito di combattere la mafia, una politica così priva di alcuna coscienza morale, cede via libera ad un continuo interscambio di ruoli alimentato e strutturato in svariate forme di connivenza, ma tutte inserite nel medesimo circolo vizioso: affari e denaro in cambio di voti che creano potere. Ed il Partito Democratico, che con il potere va a braccetto  e che continua a partorire una classe dirigente povera di coscienza morale, dovrebbe tacere invece di mettere in scena il peggior teatrino “dell’antimafia che non c’è”. Esponenti, quelli del Pd, che si sono bagnati le labbra con il nome dei martiri per mano mafiosa per sentirsi più onesti, ed un attimo dopo ne hanno ingannato la memoria continuando a stringere alleanze, amicizie, collaborazioni con personaggi poco raccomandabili.
Quelli del Pd che sanno alzare la voce solo quando le “disgrazie” accadono in casa altrui e nel frattempo tacciono quando le porte della loro casa vengono spalancate agli amici di Cuffaro e di Lombardo condannati per associazione mafiosa. Quelli del Pd che pur di vincere candidano un Presidente, in Campania, indagato ed eletto con i voti di gente poco raccomandabile. Quelli del Pd che dimenticano che alcuni loro esponenti sono coinvolti in Mafia Capitale con tanto di condanne e malaffare. Quelli del Pd che per anni stringono rapporti con uomini di affari in odore di mafia, nascondendosi dietro alla foglia di fico della presunta innocenza fino a sentenza in giudicato del loro interlocutore o del loro compagno di partito. Come nel caso del sottosegretario Castiglione palesemente coinvolto nella vicenda del Cara di Mineo o della Barracciu che non è stata candidata alla Presidenza della Regione Sarda ma che è stata premiata a sottosegretario del Governo Renzi, per poi dimettersi quando è arrivata la condanna.
Quelli del Pd, renziani per la precisione, che prima hanno usufruito dei voti di Genovese, nonostante le numerose denunce nell’ambito della Formazione Professionale siciliana (anche per opera della sottoscritta), poi quando è stato condannato ne hanno preso le distanze. E sempre quelli del Pd che non hanno mai alzato la voce quando le “disgrazie” annunciate accadevano dentro casa loro, non hanno mai espulso i condannati. Genovese, ad esempio, se ne è andato da solo dopo l’uscita dal carcere, mentre quelli del Pd hanno cercato di espellere le persone che hanno combattuto contro questo malaffare che vede coinvolto in prima linea questo partito della democrazia a convenienza.
E mi viene da ridere e da sorridere nel vedere la Picierno con un cartello in mano per chiedere le dimissioni di un Sindaco che comunque dovrebbe dimettersi, per dignità, a prescindere dalle sceneggiature napoletane della parlamentare folgorata dal renzismo. Lei, che ha sostenuto De Luca alla Presidenza della Regione Campania. Oppure, mi viene da ridere a leggere le parole di quelli del Pd che in Sicilia non hanno mai avuto il coraggio di alzare la voce quando era necessario, accettando passivamente tutto quello che accadeva. Coloro che in questi giorni non hanno speso una sola parola sulla denuncia della Commissione Antimafia, approdata a Catania, (notizia passata in secondo piano) che ha trovato “agganci con Cosa Nostra” all’interno del consiglio comunale del Sindaco renziano Enzo Bianco e dei consigli di quartiere della città. Ecco, quelli del Pd, che di tanta ipocrisia vivono, dovrebbero proprio tacere perchè potremmo scrivere un libro su tutti i legami con le mafie e con chi del potere ne ha fatto un interesse personale a discapito della collettività.
La Mafia, che lo Stato non ha mai voluto contrastare seriamente, è una cosa seria e non va strumentalizzata. Va combattuta, seriamente. Non a parole ma con i fatti!

Valentina Spata