Poesia. Ada Albina Crippa, quando la Poesia diventa una testimonianza di vita vissuta nell’impegno politico, civile e sociale

Ada Albina Crippa vive ad Agrate Brianza, paese in cui è nata l’11 di Marzo  sul finire della guerra di Liberazione. Sposata, tre figli. Scrive poesie dall’infanzia, le legge in pubblico in reading collettivi, partecipa ai Poetry Slam e concorsi poetici. Ha pubblicato quattro libri di poesia: Antimenti (autoprodotto); Vele (LietoColle ) Acqualuna (Onirca edizioni) Eco di neve – haiku (La vita felice) due plaquette (PulcinoElefante ) e sta lavorando alla sua prossima pubblicazione.

L’humus in cui è fermentata la sua passione politica e civile è l’ambiente comunista e socialista mi spiega: – Nasco e cresco in ambiente comunista e socialista. Nella mia famiglia c’erano due grandi mutilati di guerra: mio nonno Giuseppe, padre di mio padre che visse gli ultimi vent’anni della sua vita paralizzato su una carrozzina a causa delle ferite riportate nella prima guerra mondiale e mio padre! Ernesto…Ernesto  che perse un occhio e quasi l’intera vista a causa delle schegge di granata conficcate nei suoi occhi durante la guerra di Grecia – Albania. Mia nonna Angiolina, la madre di mio padre, fu torturata dai fascisti con l’olio di ricino perché uno dei suoi figli non si consegnava alle armi dell’esercito repubblichino andando con i partigiani o alla macchia, come sentivo dire.

Entro in fabbrica all’età di 13 anni. A 14 mi iscrivo alla CGIL e inizio a lottare per la conquista di nuovi diritti sindacali e sociali che riguardano maggiormente la condizione femminile. Qualche anno dopo mi iscrivo e milito nel PCI, seguendo tutte le sue evoluzioni fino ai DS. Oggi sono iscritta a SEL.

Non ho fatto scuole superiori. Ho recuperato la terza media con le 150 ore (altra conquista sindacale) La fabbrica, il mondo del lavoro, le piazze piene di bandiere in sventolio e canti gioiosi, l’eco della guerra di Liberazione nel dire orale del raccontare la storia appena passata, le compagne e i compagni, il partito, il sindacato sono stati la mia università, la mia scuola insieme alla vita che da sé camminava.

Ed eccomi qua, con questa valigia piena di tante stagioni di lotte e di felicità per i diritti conquistati, ma anche con qualche amarezza, qualche dispiacere per le battaglie non vinte e per quelle calpestate e perse ora più che mai:  la difesa della vita nei luoghi di lavoro, la difesa del lavoro e il suo valore, la violenza sulle donne

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Mi sono candidata in queste elezioni provinciali ed è mia prima volta istituzionale, perché voglio travasare questa mia esperienza.

Mi sono candidata perché credo nella politica. Perché credo che la politica sia una cosa buona come il pane, indispensabile alla vita collettiva per costruire civiltà e tutelarla.

Perché credo che il nostro compito di cittadini sia quello di essere artefici del proprio tempo. Costruttori di una società  sempre  tesa ad un’alta civiltà e all’armonia.-

Così le chiedo dopo la giornata sulla Memoriav e l’impegno per le vittime innocenti delle mafie, dopo che lo stesso giorno coincide con il primo giorno di Primavera e con la giornata Mondiale della Poesia che cos’è la poesia e il 21 Marzo, questo giorno che ne custodisce il valore e lei continua: “Cos’è la poesia?  Difficile rispondere a questo interrogativo e potrei rispondere facile facile  con una poesia  di Wislawa Szymborska

ma cos’e’ mai la poesia?

 Piu’ d’una risposta incerta

 e’ stata gia’ data in proposito.

 Ma io non lo so e mi aggrappo a questo

 come alla salvezza di un corrimano.

Ecco, io non lo so con esattezza  cosa sia  la poesia ma, sono portata a rispondere che per me è sostanzialmente musica interiore che suona e spinge per venire alla luce.

È la musica delle nostre emozioni, tutte. Può essere forte o lieve, martellante o pacata, drammatica o gioiosa, dipende dagli eventi  ai quali siamo coinvolti, alle situazioni reali ed irreali che ci toccano  e a tutto quello che il nostro occhio contiene. La poesia muove i sensi i  e questi la ragione che per me  si costituisce mediante loro. Non so cosa sia esattamente  la poesia, ma credo la si possa riconoscere, che tutti possono.

Io non so cosa sia esattamente la poesia, ma so riconoscerla quando s’aggira  dentro di me o nell’attorno vagante presenza alla ricerca dell’attimo propizio, fulgente e fulmineo  per mostrarsi ed essere riconosciuta, presa, afferrata sinché noi possiamo darle forma visiva alla  sua materia invisibile del sentire.

Il 21 marzo è un riconoscimento al valore della poesia, al suo specifico linguaggio al contrario dell’assunto di Platone che non la volle annoverare e riconoscere  nella sua Res- Pubblica. Platone  riteneva la poesia come manifestazione  irrazionale e  il  poeta  uomo fuori di senno nell’atto della creazione.  Quindi, dico che oggi, in suo nome, si sono fatti passi importanti anche se è ancora volutamente ignorata da chi ha il potere e i mezzi per diffonderla.

Il 21 marzo  è una  data storicizzata per tenere vivo e visibili realtà e dimensioni importanti come la poesia affinché  l’essere umano tragga insegnamento e alimento e beneficio, serve per ricordare i fatti  e le azioni  umane che segnano la storia e il cambiamento. Sì, ben venga  il 21 Marzo e dobbiamo portarlo in ogni città, in ogni luogo. –

Dopo quest’afflato meraviglioso, lo sgomento, Parigi e Bruxelles, stragi interiori, e io con lei a cercare di avere delle risposte su questo nonsense in cui siamo irrimediabilmente coinvolti, così mi aggrappo a lei che nel potere salvifico della parola ancora crede e le chiedo ancora se la poesia ci salverà: – La bellezza salverà il mondo” fa dire il grande Fedor  Dostoevskij  al principe Mynsk.  Ecco, credo che la poesia tratti di questo. La poesia è la voce della bellezza e dell’essenza  di tutte le cose che in “ogni cosa c’è poesia”  ma anche  del  suo opposto cioè, del dolore per la sua assenza e distruzione.

Le guerre, le distruzioni ambientali,  le mafie, le dittature i domini economici e politici stanno in questo solco, un solco che dobbiamo combattere anche, ma io dico: soprattutto  con la poesia e nella misura in cui questa percorre le strade  dell’animo umano  che sono poi le strade del mondo intero,  si potrà salvare il mondo. Sì, credo che essa possa contribuire a cambiare in meglio il mondo.-

Ada Crippa mi fa sentire meno sola, lei che scrive haiku di una bellezza disarmante, così pensiamo all’unisono che in questo mondo la brevità fa rima con contemporaneità e intanto il mondo ci bombarda di immagini, senza il tempo di metabolizzare e allora Ada sai dirmi dove sta andando questo mondo…?E Ada mi risponde: – Il mondo è complesso, lo è sempre stato ma ora è più tangibile di quanto fosse sconosciuto nei secoli passati. Certo sfugge che ce lo fanno sfuggire ora che è più conosciuto e visibile. Ma nonostante ciò, voglio dire della volontà di nascondere, di occultare realtà per scopi di dominio delle genti  tramite gli apparati d’informazione, nonostante questa brutalità che si fa all’intelletto e all’animo umano, vediamo anche molto impegno e sensibilità fiorenti come i tanti movimenti nati per la pace, per l’ambiente e per i diritti civili e, nonostante essi  incontrino resistenze e difficoltà  nella visibilità dei media, che tutto ingoia rapidamente sottraendo il tempo della metabolizzazione, resistono e vanno avanti sempre più convintamente e si va, si tende, credo in questo muoversi,  verso un superamento della delega, dell’indifferenza e della superficialità. Certo  la partecipazione civile deve  crescere e accrescere la sua forza. Tutte le persone sensibili e attente avvertono la presenza di una deriva umana dettata solo e soltanto dall’ingordigia bramosa del possesso dell’effimero e del danaro e per questo dobbiamo concentrarci sui valori da difendere come la lingua poetica.

L’haiku ci insegna a soffermarci sulla contemplazione,  sulla penetrazione delle cose visive e non per scoprirne la radice, coglierne l’essenza, l’armonia insita nella natura al fine di coglierla per viverla. Noi dobbiamo sapere dei beni preziosi essenziali che sfuggono  dentro il tempo vorace e superficiale. Dobbiamo volgere lo sguardo sulle minuscole cose per comprende la vastità perché tutto è unità, insieme cosmico. Cambiare passo, Soffermarsi, prendere tempo, contemplare  e  dialogare con il mondo naturale come ci insegnano i grandi padri e  maestri  giapponesi quali: Shiki, Basho, Issa (solo per citarne qualcuno)  ma che  anche Dostoevskij ci insegna  in quel suo dire sulla bellezza. –

Così Ada mi rincuora con universi poetici condivisi e le chiedo un’immagine di speranza o salvezza che forse è la stessa cosa, e lei mi dona i sorrisi, i giochi dei bambini spensierati nella gaiezza della condivisione ludica  e senza mosche sulle bocche. E infine “mi salva” perché sono fortunata ad averla incontrata: – Quando riusciremo a dare e mantenere questo su tutto il pianeta potremmo dire che siamo stati uomini e donne.-

Grazie Ada Crippa

Nadia Lisanti