Persone scomparse: dov’è finita Marianna Cedron? Tre anni di ricerche senza risultato

Fuga volontaria? Dove è finita Marianna Cedron,l’archiviazione del fascicolo a suo carico è prossima? Il tribunale di Treviso probabilmente archivierà l’indagine sulla scomparsa di Marianna Cendron, la 18enne di Castelfranco Veneto scomparsa dal 27 febbraio 2013. Tre anni e mezzo di ricerche, nel corso dei quali gli inquirenti hanno messo in campo tutte le forze possibili per riuscire a rintracciare la ragazza, ma a questo punto la vicenda sembra concludersi con un nulla di fatto, verrà catalogata a tutti gli effetti come una fuga volontaria, pianificata nei minimi dettagli. Il gruppo dei carabinieri addetti alle ricerche ha scandagliato i computer di Marianna, e rilevato la probabilità di un fuga in Bulgaria o in Costa Azzurra, forse bordo di una nave da crociera, in cui la donna avrebbe voluto e sognato di lavorare. Una probabilità che forse si è concretizzata, ma senza che ne rimanesse alcuna traccia. Tutte le telecamere di sorveglianza che la compagnia investigativa ha preso in esame, dopo le numerose segnalazioni di avvistamenti nella zona in cui Marianna è sparita, non hanno portato nessun barlume di chiarezza. Son state controllate le cave nei pressi di casa, e vagliate le centinaia di segnalazioni ricevute in merito alla vicenda, gli inquirenti sono passati al setaccio delle campagne che costeggiano la strada che da Salvarosa di Castelfranco, dove Marianna era stata vista per l’ultima volta, che arrivano fino al paese di residenza della ragazza ,ma buio totale, nessun elemento chiarificatore è emerso. I genitori di Marianna: Pierfrancesco ed Emilia Cendron, non trovano rassegnazione, sono stati risentiti dagli inquirenti e oltre a loro anche i principali testimoni della vicenda (tra cui Renzo Curtolo  il vicino di casa che ospitava Marianna nei mesi antecedenti alla scomparsa, che in quel periodo era un amico particolare). Sono stati rianalizzati i tabulati telefonici delle persone più vicine a Marianna (secondo i legali della famiglia,sarebbero esistite numerose contraddizioni tra quanto dichiarato da alcuni di loro, e la loro posizione rilevata dalle intercettazioni telefoniche, ma nessun accertamento ha dato esito positivo, per poter prolungare le indagini. Dunque la vicenda sembra destinata all’archiviazione.”La nostra era un’amicizia normale… l’ho aiutata e accudita perché non voleva stare dai suoi, le ho anche prestato soldi,l’ ho fatto senza volere nulla in cambio”. Queste le parole pronunciate da Renzo Curtolo. Ma la verità è forse nascosta tra gli anfratti di una strana relazione? (quella che emerge dalla ricostruzione delle dichiarazioni rese ai carabinieri dall’uomo, che ha asserito di aver avuto un rapporto sessuale con Marianna, fragile e minuta preda dell ‘anoressia nervosa, per cui era in cura da tempo). Chissà, nessuno è in grado di accertarlo, Renzo, dunque l’avrebbe aiutata psicologicamente …come fosse una “figlia”, ma con una figlia si fa sesso? Sembra che “Mary” fosse riuscita a sedurre l’idraulico, e lui non avesse resistito, ma, si sa, la carne è debole.

Una grafologa forense,  Sara Cordella, ha analizzato i diari e alcuni scritti di Marianna, di un anno precedente la scomparsa (quando la ragazza era ricoverata in un centro specializzato per i soliti problemi alimentari). Secondo l’interpretazione dell’esperta, quando la donna è scomparsa, stava vivendo un periodo positivo: lavorava, aveva una ulteriore relazione con il fidanzato ufficiale, “Michele”, che pero’ al momento della scomparsa della ragazza, era fuori casa. Dunque,  torbida e intricata questa faccenda, che probabilmente si concluderà con la parola fine nell’ultima pagina del fascicolo, senza altri accertamenti. Alcune persone svaniscono nel nulla, con un gesto netto chiudono la comunicazione, che a quel punto ha una funzione solo per chi la mette in atto, lasciando gli altri con mille domande aperte, con dubbi e ansie che spesso rimangono senza risposta o contraddittorio. Si aprono e si chiudono finestre nelle vite altrui, con click di incontri, come in scatole cinesi e con modalità emotivamente incomprensibili. Ma anche questa è vita.