Oscar 2016. Vi raccontiamo il “miglior film”, “Il caso Spotlight”

“Il caso Spotlight” ha vinto l’Oscar nella categoria “Miglior film”. E’ magnifico, ha meritato fuori da ogni dubbio questo riconoscimento. Seguire questa vicenda realmente accaduta  è come stare seduti sul cornicione al 60° piano, di un grattacielo a Manhattan, e guardare nella voragine sotto che sta per inghiottirti. La scoperta della verità viaggia ad un ritmo incalzante e veloce. I dialoghi fitti fitti, obbligano chi guarda alla massima attenzione.L’intera vicenda si svolge a Boston, dove inizialmente sembra si tratti di “Poche mele marce”, mentre in realtà  i fatti emergono come lo scandalo più eclatante di pedofilia per opera della chiesa cattolica. La tematica verte su religione e violenza… A Boston un gruppo di giornalisti scopre la verità, a poco a poco, perchè i conti non tornano, non tornano proprio, nulla è come sembra. È semplicemente una storia vera, riguarda le indagini eseguite dalla squadra di “Spotlight”, redazione d’inchiesta del Boston Globe, che nel 2001 ha fatto luce su un migliaio di abusi sessuali, perpetrati da una settantina di preti cattolici, nei confronti di minori. Durissimo,crudo, ma nello stesso tempo bellissimo e intrigante. La pellicola di Tom McCarthy è stata presentata fuori concorso all’ultimo Festival di Venezia. Ha il ritmo incalzante di un thriller, ma non lo è, perchè il gruppo di giornalisti  fa le veci della polizia, per merito del nuovo direttore ebreo, appena insediato. Quello che crea sconcerto è che tutto è realmente accaduto in questa storia viva e attinente alla realtà, da provocare rabbia e dolore a chi guarda. La squadra di cronisti ha dato voce, sulla carta stampata, al fenomeno macroscopico della pedofilia nell’ambito della chiesa cattolica, e questo è ancor più repellente e grave. Il regista McCarthy fa rivivere ogni momento dell’inchiesta e ogni dettaglio del lavoro svolto dalla squadra dei cronisti per giungere alla verità. Una verità terribile, scomoda, atroce, per lungo tempo occultata, dai vertici del Clero, in una Boston puritana, dove le responsabilità emergono e dove i massimi vertici del potere si affrontano e si scontrano. Eccellenti le interpretazioni dei quattro protagonisti: Michael Keaton, Rachel MacAdams, Liev Schrieber, Mark Ruffalo. La loro vita personale e privata viene annullata, l’indagine si deve concludere ad ogni costo, la verità deve emergere. Ho seguito i titoli di coda che scorrevano veloci e ho captato che il maggior responsabile di questo orrore, il cardinale Americano protagonista della vicenda, dopo lo scandalo, è stato ospitato in Vaticano; ma, come si sa, il perdono di Dio è infinito, anche con i riflettori puntati direttamente sul cuore e sullo spirito… La “Chiesa cattolica”…certe cose… sì…certe cose…

Maria Grazia Vannini