Oggi Papa Francesco “crea” Cardinale in Concistoro il Vescovo di Stoccolma Arborelius, carmelitano scalzo: in esclusiva la lettera inviata a quest’ultimo dal giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci

Il mondo dei carmelitani scalzi è stato attraversato più volte da scandali sessuali: parliamo di abusi su minorenni tenuti nascosti per anni, o dossier rimasti segreti come quello in seno alla “Casa generalizia dei carmelitani scalzi”. Quest’oggi nel corso del Concistoro Papa Francesco “creerà” Cardinale il Vescovo di Stoccolma Arborelius, carmelitano scalzo appunto. Pubblichiamo di seguito la lettera che il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, autore del discusso e vendutissimo “La Tentazione”, non nuovo ad inchieste scottanti sul Vaticano e sullo scandalo pedofilia, ha dal suo gruppo fb Giornalismo Investigativo inviato allo stesso Arborelius.   I toni sono accorati, gentili, ma decisi, la voglia di sapere la verità che dietro vi si nasconde è tanta: risponderà il neo-cardinale?

Gentilele Eminenza reverendissima monsignor Anders Arborelius,
confido che non si adombrerà se rendo pubblico il carteggio personale con Lei avviato, nelle stesse ore in cui Lei è a Roma per ricevere da papa Francesco la berretta cardinalizia.
Come certamente Le è stato riferito, lo scorso mese di aprile ho pubblicato un libro che narra le non commendevoli vicende avvenute in seno al sacro ordine dei Carmelitani Scalzi, nel quale S. E. entrò nel lontano 1971. Il mio lavoro si intitola “La tentazione” (edizioni Centuaria) ed è a Sua disposizione: ricostruisce sia la storia di un amore durato 36 anni tra un Suo insigne confratello, che fu Padre Superiore della Provincia di Roma, e una professoressa di lettere, sia un recente scandalo sessuale esploso nella Curia generalizia di Roma.
Conoscendo la Sua forte personalità spirituale, improntata all’autonomia di pensiero e sostenuta da notevoli doti comunicative, tali da farLa entrare in empatia con la gente comune così come con autorità civili, politiche e religiose di ogni ordine e grado, Le chiedo di approfondire la vicenda raccontata ne “La tentazione”, tenendo a freno riserve mentali e reticenti imbarazzi.
Anche Sua Santità, dalle cui mani oggi riceverà il simbolo del Suo nuovo ministero, è informato. Il dossier sullo scandalo gay denunciato dal Suo confratello Alessandro Donati, trasferito d’imperio in altra sede (Bruxelles) all’indomani della testimonianza, fu di pubblico dominio due anni orsono, a fine 2015, grazie all’inchiesta da me realizzata sul “Corriere della sera”. Era accaduto che un gruppo di eminenti padri della Casa generalizia carmelitana, in violazione del triplice voto (castità, povertà e obbedienza), si fosse accompagnato con regolare cadenza, nelle ore notturne, a prostituti in servizio nella vicina Villa Borghese. La segretissima pratica, aggravata dall’uso di sostanze stupefacenti e dal rischio di contagio dell’Aids, suscitò dolore e sconcerto nei fedeli, e giunse ai miei occhi ed orecchi, nella forma del famigerato dossier pubblicato in allegato a “La tentazione”.
Dopo i miei servizi giornalistici, che provocarono attenzione mediatica su scala internazionale, papa Francesco il 14 ottobre 2015 ritenne necessario pronunciare una pubblica dichiarazione di “scuse” per quanto era venuto alla luce. E nelle ore successive un altro illustre porporato, S.E. cardinale Velasio De Paolis, si pronunciò con fermezza affinché venisse presto incardinato il conseguente processo canonico (ex canone 1395), che ponesse sotto accusa i rei, come segnale di forza e di rinnovamento della Chiesa di Bergoglio.
Ebbene, S.E. cardinale Anders Arborelius, come certamente Lei sa (anche se da vescovo, in quanto successore degli apostoli, Lei e’ da tempo uscito dal governo della congregazione) nulla di ciò è avvenuto!
Il procedimento sugli scabrosi fatti della Curia generalizia di Santa Teresa è tuttora dormiente e, seconda antica e poco lusinghiera prassi, gli unici a pagare sono stati coloro che hanno mostrato la tempra e il coraggio della testimonianza. Nella certezza che, dopo l’imminente Concistoro, la Sua dirittura morale sarà d’esempio perché vengano adottati i dovuti provvedimenti, Le auguro buon lavoro e La saluto con l’orgoglio di un giornalista d’inchiesta che ha raccontato la verità dei fatti e non si arrende ai tentativi di censura ancora in atto, sui quali auspico Lei eserciti la sua illuminata vigilanza.
Con stima

Fabrizio Peronaci
(giornalista del “Corriere della sera” e autore de “La tentazione”)