Nuovi mestieri. Interprete Lis: il dietro le quinte di una professione che ha bisogno di grande preparazione e serietà

I servizi di interpretariato in Lis (lingua dei segni italiana)di suddividono in due macro-categorie: la conferenza e la trattativa. Nel primo caso ci riferiamo al servizio di interpretariato svolto in situazioni di conferenza, di convegno, seminariali o liturgico-celebrative cui si possono aggiungere quelle televisive o teatrale. Nel secondo invece si individuano i servizi prestati in situazioni legate alla situazione privata della persona sorda in cui si lavora a stretto contatto col committente, quando c’è un dialogo tra il sordo e l’udente; quando i due si scambiano informazioni dirette soggettive e personali come, ad esempio, in ambito medico, giuridico o notarile.

La buona riuscita di un servizio di interpretariato necessita di un precedente lavoro di preparazione. Ciò vale anche per la Lis.

L’interprete si informa sull’argomento oggetto di lavoro e cerca di individuare le possibili criticità che potrebbero insorgere.

La preparazione può diventare a volte quasi maniacale. Un esempio sono i servizi di interpretariato di conferenza in materie altamente specialistiche: si esauriscono in un servizio di una mattinata ma hanno dietro la preparazione intensa di giorni di lavoro.

Di norma durante un convegno, seminario o comunque un incontro ufficiale, gli interpreti che lavorano sono due o più e si alternano nella interpretazione/traduzione simultanea, ma i presenti in sala spesso, non capiscono come mai si rendano necessari due o più professionisti. Spesso alcuni committenti arrivano a chiedere: “Perché devo pagare due interpreti?” In effetti, agli occhi di chi non percepisce la complessità del lavoro, sfugge la motivazione perché siano pagati entrambi i professionisti anche se la traduzione visibile al pubblico viene effettuata da uno soltanto di loro.

In realtà c’è un vero e proprio lavoro di squadra: gli interpreti si posizionano uno di fronte all’altro e sovente l’interprete invisibile alla platea si agita e manda “segnali visivi”(codificati in segni) comprensibili solo al collega, in quel momento all’opera.

Ebbene la funzione, l’importanza, i tempi e i modi di scambio, i meccanismi che regolano queste alternanze e le buone prassi, sono dettate da esperienze riportate da altri Paesi la cui consapevolezza circa l’importanza della figura dell’interprete ha radici profonde e gode del rispetto delle comunità sorde locali. Come queste conoscenze siano state adattate alla realtà ed alla cultura italiana ai più, troppo spesso, rimane sconosciuto. Oggi proviamo a scoprire cosa accade dietro le quinte di un servizio di interpretariato.

Tipologie di intervento 

L’interprete chiamato a prestare la propria opera di traduzione in Lis, si muove in realtà all’interno di un percorso in precedenza, per quanto possibile, già delineato dove ogni particolare non può essere lasciato al caso. Un lavoro che necessita, oltre ad un’elaborazione dei dati disponibili, anche di consapevolezza per il lavoro che si è chiamati a svolgere.

L’interprete così deve avere cognizione circa il genere di servizio che svolgerà.

Due sono le principali tipologie situazionali di intervento comunemente affrontate in questa professione: trattativa e conferenza.

L’ interpretariato di trattativa si riscontra in un contesto di contatto diretto, un dialogo tra persona sorda e udente. I due interlocutori, tramite l’interprete, si scambiano una serie di informazioni dirette, soggettive e, talvolta, personali. E’ il caso del servizio svolto, in forma ufficiale, di fronte a un notaio, avvocato, medico etc. In questo caso, sia il sordo che la collettività necessitano di un linguaggio comune, riconosciuto, condiviso.

Insomma di un ponte  

Trattativa e platea: differenze

Nei servizi di trattativa, il primo passo che un interprete è tenuto a fare, è quello di documentarsi su tutto quanto può servire affinché la stipula di un contratto, il rogito presso uno studio notarile, lo svolgimento di un esame o colloquio, una visita medica, ecc. sia resa al meglio. Nel presentarsi alla persona udente e/o sorda, l’interprete dovrà accertarsi che i due interlocutori siano a conoscenza del suo ruolo e delle implicazioni che ciò comporta, quale il rispetto del segreto professionale e la neutralità necessaria per mantenere in una dimensione di imparzialità il servizio. Per capire la definizione interpretariato di conferenza ci aiutiamo con la definizione del dizionario Devoto-Oli : “Discorso o lettura a carattere culturale tenuto in pubblico”.

Noi consideriamo questo servizio come un incontro pubblico al quale partecipano persone sorde e persone udenti. In questo caso i discorsi non sono indirizzati direttamente agli interessati, ma vengono esposti alla platea. L’interprete di lingua dei segni durante un servizio di conferenza deve essere sempre ben visibile e capace di passare anche informazioni provenienti dall’auditorium.

L’esempio che viene fatto nei corsi di Lis per illustrare questa situazione, è un rumore improvviso proveniente dall’esterno della sala dove è in svolgimento la conferenza. Ebbene, mentre i partecipanti udenti si voltano per cercare di capire l’origine del frastuono, la platea di sordi rimane esclusa da quell’ evento senza capire il perché del momento di distrazione nella sala. Sarà compito dell’interprete informare i partecipanti sordi di quanto sta accadendo (e quindi spiegare che un rumore ha distratto gli udenti presenti) ricompattare nuovamente il pubblico. Da quanto detto, si deduce che anche il contesto nel quale i servizi si svolgono, necessita di una verifica a priori.

Le due tipologie si distinguono infatti sia per gli aspetti logistici quali l’ambiente, la collocazione dell’interprete, eventuali supporti tecnologici che per gli aspetti relazionali quale la distanza tra il relatore e la platea. E’interessante inoltre notare la diversità di modalità e di obiettivo dall’interprete vocale. L’interprete vocale non ha bisogno di passare le informazioni dell’auditorium ma dovrà tradurre soltanto parole ed inflessioni dell’oratore.

Anche la sua visibilità non è necessaria, infatti il più delle volte si trova chiuso in una cabina o in fondo alla stanza.

Nell’interpretariato di trattativa, la situazione è completamente diversa soprattutto sotto il profilo relazionale perché in questo caso la comunicazione è fatta da un emittente ed un ricevente.

La visibilità dell’interprete Lis è distintiva ed evidente poiché la lingua dei segni è fatta non solo di movimento delle mani ma di espressioni facciali e movenze del corpo.

Molto spesso però può succedere che gli interlocutori in una trattativa possono essere anche di numero superiore, ad esempio in un’aula di tribunale, dove in un procedimento sono coinvolti gli avvocati delle due parti, giudici, cancellieri e segretari.

Oppure durante un consulto medico alla presenza di medici, infermieri e parenti.

Questi disservizi sono diffusi in Italia dal momento che si continua ad ignorare la tematica, si evita di trattarla in maniera organica, (cosa che succede anche per altri campi professionali, si vedano le forze di polizia e gli altri corpi dello Stato…) e, come una coperta di Linus, ogni volta che si legifera su un aspetto, si scopre qualche lacuna profonda, che va ad appesantire inevitabilmente il quadro della realtà.

Nadia Lisanti