Modena, testimonia contri i Baroni bianchi: cardiologo aggredito con l’acido

Vittima di una nuova aggressione con l’acido è stato qualche giorno fa, il direttore del reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Baggiovara di Modena, Stefano Tondi. Ricordate i massi giù dai cavalcavia? Scagliato il primo, fu una sequela continua. Come oggi, sembra aver preso piede l’acido per sfigurare e ridurre in fin di vita le persone, accusate di qualche sgarro da qualche folle, sembra vada di gran moda. Il noto professionista era appena rientrato nella sua casa di Vignola, aveva parcheggiato l’auto in garage,  e si stava avviando ad aprire la porta della sua abitazione. Era atteso da un uomo armato di un fucile giocattolo, con serbatoio ad acqua a forma di estintore, apparentemente innocuo, ma  pieno fino all’orlo, di soda caustica, un potente acido, che ha spruzzato sul volto del  medico. Stefano Tondi ha urlato violentemente per il dolore, le grida sono state udite dal figlio che è prontamente intervenuto in soccorso del padre, ma è stato raggiunto da alcuni schizzi del liquido sparato. L’aggressore è fuggito e i due uomini sono stati ricoverati al Policlinico di Modena nel reparto di oculistica. Il Medico è in prognosi riservata, rischia la cecità, mentre il figlio presenta condizioni meno preoccupanti. Lucia Musti, a capo della procura di Modena, dichiara: “Al momento non siamo in grado di escludere nessuna pista”, quindi nemmeno quella del gesto di un folle.Nelle prime ore d’indagine la procuratrice ha però ricordato un particolare della vita  del dottor Tondi, il primario di Cardiologia è stato testimone d’accusa in uno dei più grandi processi di sempre, sul malaffare della sanità Modenese. Quel processo è molto importante, e lui ha testimoniato il 25 giugno scorso, favorendo il corso delle indagini. Forse considerare questo elemento come un aggancio dell’aggressione a quel caso giudiziario, potrebbe essere fuorviante o prematuro, ma mai dire mai. Se ci fosse un legame tra i due episodi si confermerebbe  un duro colpo per le 50 persone imputate in quel processo, contro cui il cardiologo ha testimoniato. Se le indagini portassero alla luce una verità cosi’ infamante per la nobilissima sanità Modenese, ci sarebbe di che scrivere, ma anche di che dolersi, perchè le persone coinvolte in quel caso giudiziario, i cui fatti vengono circoscritti in un periodo che va dal 2009 al 2011, oggi sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, falso in atto pubblico, e sperimentazioni cliniche prive di autorizzazione. Fra loro noti “Baroni Bianchi: primari, medici ex colleghi del cardiologo,oggi in gravi condizioni. Sempre più bella questa Italia!

M.G. Vannini