Milano. Verso le comunali. Sala teme la grande rimonta di Parisi…. anche la sinistra e i 5 Stelle voteranno per lui?

Ogni volta che legge un sondaggio il povero Sala fa un salto sulla seggiola. Gli avevano organizzato le primarie alla cantonese. Gli avevano promesso una vittoria facile facile, Gli avevano promesso che se la sarebbe dovuta vedere con un padano celodurista o qualche esagitato forzitalico.

E invece, come il Visconte dimezzato,dovrà vedersela con la sua metà “altra”, col suo clone. E sarà dura. Ormai i sondaggi più recenti danno i due appaiati sul 35% ciascuno.

Ed il candidato del M5S è accreditato al 15%. In caso di ballottaggio, difficilmente un elettore di Grillo opterebbe per Sala preferendo l’astensione o il voto a Parisi, così anche solo per far dispetto a Renzi.

Zitto, zitto Parisi è andato ad erodere quel “nuovo” elettorato borghese che la scelta di Sala doveva portare al PD. E mentre lo zoccolo duro della sinistra è sempre più perplesso e si riconosce sempre meno nelle scelte del partito, Parisi invece si presenta come un pacato moderato che propone un programma concreto e “basico” facendo rivivere il fantasma della buona amministrazione efficiente senza fronzoli ideologici, proprio quel che piace ai pragmatici milanesi stanchi dei furori ideologici della giunta Pisapia. L’attuale giunta ha certamente il merito di essersi conclusa con la sua morte naturale, senza essere travolta da inchieste giudiziarie, e diciamocelo, non è poco, ma non è così amata come si potrebbe credere fuori città.

I due sono appaiati e questo non se lo aspettava nessuno. Lo scenario previsto era quello di una destra divisa tra più candidati e con le anime leghista ed azzurra in conflitto. Il ritiro di Passera ha ridotto ulteriormente la frantumazione degli avversari.

Si è così preclusa a Sala la possibilità di presentarsi come l’unico vero moderato affidabile disponibile sulla scena. Si aggiunga la totale mancanza di carisma e la fumosità sui risultati di Expo ed il gioco è fatto.

Ed ecco gli ultimi dati: Sala, al primo turno dovrebbe attestarsi al 38,8 e Parisi al 37,1. Il candidato  5 Stelle, Corrado al 16,5 ed infine Rizzo, candidato della sinistra “pura e dura” al 3,5. Gli altri si dividono il rimanente 4.

E questi sono numeri che non fanno stare tranquillo il nostro Beppe. Meno di due punti sono davvero pochi! E quindi il ballottaggio è sicuro. Ed ecco quello che si prevede in un eventuale ballottaggio: Sala potrebbe prevalere su Parisi per 52 a 48 una margine sempre poco rassicurante tenendo conto che gli elettori M5S che non dovessero scegliere l’astensione opterebbero molto probabilmente per Parisi sparigliando definitivamente le carte.

Potrebbe perfino verificarsi il paradossale fenomeno di una “sinistra per Parisi” tanto livore è riuscito a provocare il premier ed i suoi accoliti dopo i risultati del referendum sulle trivelle.

Pisapia si è già rivolto a Rizzo invitandolo a rinunciare alla corsa a sindaco “per non far vincere le destre” come si suol dire in questi casi. Non si sa se Rizzo aderirà all’appello ma si sa che invece oggi come oggi questi appelli all’unità hanno perso molto del loro appeal.

Intanto Parisi ha presentato la sua squadra ed anche questa sembra scelta col bilancino. Personaggi “della società civile”, come si suol dire, presi dalle professioni e non dalla “politica”.

Nulla di nuovo sotto il sole ma esattamente quello che ci si aspettava da lui. Parisi ha presentato la sua lista come la casa dei moderati in un incontro sobrio senza big di partito.

Ed ecco alcuni i candidati. Gabriele Albertini (senatore, ex sindaco di Milano), Manfredi Palmeri (dirigente, consigliere comunale), Alberto Artioli (architetto, ex sovrintendente alle belle arti), Alberto Bellotti (generale dei carabinieri in congedo, già a capo del Nas nord-Italia), Francesco De Sanctis (ex provveditore agli studi), Pietro Farneti (associazione Aspru e scuola araba bilingue Nagib Mahfuz), Rosanna Favulli (funzionario Cisl), Dario Fertilio (giornalista, Corriere della Sera), Vincenzo Franceschelli (docente di diritto privato, Bicocca), Cesare Marinoni (imprenditore, panificazione), Yoram Ortona (architetto, consigliere di zona 7), Luigi Pinto (consulente tributario),  Maurizio Tortorella (giornalista, Panorama), Anita Varsallona (notaio), Mirco Visponetti (agente d’affari), Marco Volpi (imprenditore), Stefano Zecchi (docente di estetica).

Come si vede si tratta esattamente di quel mondo al quale voleva rivolgersi Sala ed il PD offrendo a Milano la faccia rassicurante di un partito “moderno” che ha chiuso con molte parole d’ordine del passato.

Non è un caso che negli ultimi giorni il nostro premier si affanni a dire che le amministrative non devono diventare un test pro o contro di lui. Su Napoli e Roma era già incerto ma che anche Milano diventasse un’incognita proprio non se lo aspettava.

Gianvittorio Musante