Migliorare la vita: l’acido Ellagico (EA), l’anticancro naturale

L’acido Ellagico (EA) è un componente fenolico naturale che è contenuto in molti componenti vegetali quali uva, noci, fragole, lamponi, tè verde, melograni, eucalipto, ciliegie e noci. Il cancro è una delle cause principali di morte nei paesi sviluppati e in via di sviluppo. La ricerca di nuovi agenti antitumorali da fonti vegetali è un approccio realistico e promettente che può portare alla scoperta di molti nuovi farmaci anticancro. La molecola dell’ EAesercita potenti effetti preventivi e terapeutici contro diversi tipi di tumori maligni, tra cui il cancro del colon, il cancro al seno, il cancro della prostata, il cancro della pelle, il cancro esofageo ed alcune forme di sarcoma. L’ EA esercita un ruolo preventivo attraverso le sue azioni antiproliferative e pro-apoptotiche. Può, infatti, compiere questi effetti diminuendo l’attività del fattore nucleare-kappa B (NF-κB), mediatore infiammatorio, attivando così la via della morte apoptotica, associata alla perdita di potenziale della membrana mitocondriale (Δψm), rilascio del citocromo C e attivazione della caspasi-3. Uno studio recente ha indicato che l’EA, a basse concentrazioni (0,5-3 μM), inneschi l’apoptosi ed inibisca la proliferazione delle cellule tumorali del tumore pancreatico umano. Per i non addetti ai lavori, con il termine di apoptosi si intende in biologia cellulare un tipo di morte cellulare programmata, nel momento in cui nella cellula tumorale viene indotto questo meccanismo ,questa va inesorabilmente incontro a morte, migliorando nel tempo il quadro clinico del paziente. L’EA suscita effetti simili sulle cellule stellate pancreatiche.Si è visto come questa molecola, assunta a livello alimentare, in vivo può solo diminuire la dimensione e la stagnazione di un tumore. Un altro studio in vivo ha indicato comepossa anche inibire la crescita del cancro al pancreas nei topi, associato alla soppressione della proliferazione cellulare, all’attivazione della caspasi-3 e all’induzione della scissione della polimerasi di poli (ADP-ribosil). L’azione dell’acido ellagico si è visto ha anche il ruolo di aumentare l’espressione di molecole apoptotiche, riducendo al contempo l’espressione di quelle anti-apoptotiche ed inoltre incrementa anche il livello di espressione di p53, guardiano del genoma e sensore del danno cellulare permettendo così di azionare meccanismi cellulari volti a debellare il potenziale pericolo. Le cellule cancerose, a differenza delle cellule sane, sviluppano nel corso della malattia una resistenza alla morte, incrementando ed attivando l’espressione di un enzima definito telomerasi. Se infatti tutte le cellule sane, non hanno attiva questa molecola e quindi sono destinate nel corso del tempo a morire, per via di un accorciamento teleferico (estremità dei cromosomi) progressivo, le cellule cancerose che attivano questo enzima hanno insito in loro la rigenerazione di queste estremità cromosomiali permettendo così a queste cellule di ottenere il carattere di “cellula immortale”.  Uno studio precedente nella linea cellulare di carcinoma nasofaringeo umano (NPC-BM1) ha indicato che EA riduce la vitalità cellulare. Le caratteristiche dell’apoptosi hanno dimostrato che la frammentazione del DNA e un’aumentata attività di caspasi-3 sono associati con la riduzione del livello Bcl-2. Inoltre, il trattamento fattoin queste cellule NPC-BM1 può inibire la telomerasi umana, diminuendone in tal modo l’attività. Studi epidemiologici e studi su larga scala di prevenzione clinica suggeriscono che lo stress ossidativo provoca instabilità genetica e meccanismi che spingonoall’avvio dei meccanismi dicancerogenesi. L’inibizione efficace del danno ossidativo del DNA endogeno può essere una prima utile strategia di prevenzione. L’acido ellagico ha alta efficacia nel prevenire danni ossidativi del DNA sia in vitro che in vivo. Questo è, infatti, un antiossidante ad ampio spettro naturale, attua infatti un’azione di scavenger nei confronti dei radicali liberi, specie reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS). Altri potenziali meccanismi di protezione dell’acido ellagico includono la schermatura del DNA, l’inibizione della produzione di ROS e la chelazione di ioni metallici,  potenziali responsabili del danno ossidativo. A livello molecolare la somministrazione di acido ellagico aumenta di gran lunga la capacità antiossidante dell’organismo permettendo anche una migliore e maggiore attività di enzimi deputati all’eliminazione di questi agenti radicalici, come SOD, catalasi e glutatione perossidasi. Gli effetti anticancerogeni dell’acido ellagico non finiscono qua! Possiamo infatti affermare che numerosi studi hanno dimostrato come tale molecola possa inibire l’azione delle nitrosammine e degli idrocarburii policiclici aromatici sul DNA, impendendo quindi lo sviluppo di mutazioni che possono portare a lungo andare ad azionare il pathwaycancerogenico. Tra le caratteristiche della cellula cancerosa, che fanno sì che il quadro clinico del paziente sia aggravato vi è la capacità di formare metastasi a distanza. È proprio questo che differenzia un tumore benigno da uno maligno, ovvero la possibilitàà di invadere altri distretti, disseminandosi così a livello sistemico. La metastasi tumorale, a livello molecolare,consiste in una cascata di segnali complessa che è accompagnata da varie alterazioni fisiologiche coinvolte quali angiogenesi, upregulazione della matrice metalloproteinasi (MMP) e conseguente degradazione della matrice extracellulare. Quest’ultimo fenomeno consente alla cellula tumorale di distaccarsi dal sito primario e di potersi diffondere attraverso i vasi sanguigni a distanza. La metastasi tumorale consente alle cellule tumorali di proliferare e invadere il sangue o il sistema linfatico. L’angiogenesi, la creazione di nuovi vasi sanguigni, è fondamentale per la progressione tumorale e per la metastatizzazione. L’acido ellagico ha dimostrato effetti anti-angiogenici sia in vitro che in vivo. Sartippour ed altri hanno rivelato che una somministrazione orale di estratto di melagrano in topi immunodeficienti può ridurre la dimensione xenografica del cancro della prostata, la densità dei vasi tumorali, i livelli dei peptidi VEGF, fattore di crescita dei vasi sanguigni, e l’espressione di fattore 1a indotta dall’ipossia. L’EA esercita anche effetti angiogenetici attraverso il percorso di segnalazione VEGFR-2 nel cancro al seno. L’assunzione costante inoltre di questa molecola sembra agire a monte di tutto ciò bloccando ed alleviando anche l’infiammazione, questo comporta una non cronicizzazione della stessa e quindi di non gettare le basi per una cancerogenesi. Sappiamo infatti come l’infiammazione minima persistente possa avere un ruolo fondamentale nello sviluppo di un microambiente infausto e quindi per lo sviluppo del tumore. Agendo a questi livelli si impedisce lo sviluppo di tale patologia. Oltre a questo si è visto inoltre come questa sostanza possa avere un effetto epato e cardioprotettiva, anti-obesogena ed antivirale. Fatto tesoro di queste conoscenze bisogna sempre più essere inclini ad avere un’alimentazione il più possibile variegata con l’introduzione di elementi vegetali. Va infatti ricordato che Madre Natura c’ha dato tutti gli strumenti necessari per poter vivere, ma soprattutto per vivere bene. Perchè non usarli?

FRANCESCO SERAFINI

Biotecnologo con laurea magistrale in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia e specializzando in “Scienza dell’Alimentazione e Nutriterapia” presso l’Università degli Studi della Tuscia. Abilitato alla professione di Biologo (sez.A), ha frequentato i corsi di “ Alimentazione pratica nello sportivo” e “Nutrizione ed integrazione nel paziente oncologico II ” presso Scuola di Nutrizione Salernitana ed i seminari di “Gravidanza ed Allattamento” e di “Svezzamento e prima infanzia”. Nella sua carriera universitaria si è interessato di “Checkpoint immunologici e regolazione della risposta immune. Blocco del CTLA-4 come nuova strategia di immunoterapia tumorale” e di “Tyrosinasemediatedoxidativefunctionalization in the synthesis of DOPA-derivedpeptidomimetics with anti-Parkinson activity” nella cui pubblicazione compare come co-autore nella rivista scientifica Royal Society of Chemistry.

Bibliografia

Hong-Mei Zhang “Research progress on the anticarcinogenicactions and mechanisms of ellagic acid” CancerBiolMed2014;11:92-100.