Migliorare la vita: Bacche di Goji, farmaco naturale

Le bacche di Goji sono usate nella Repubblica popolare cinese e in altri paesi asiatici da più di 2000 anni come erbe medicinali ed integratore alimentare. Con il tempo numerosi studi hanno dimostrato come queste presentino un’ampia gamma di attività farmacologiche. Nel corso degli anni Novanta la scoperta di nuove sostanze nelle bacche di Goji ha incrementato l’interesse degli studiosi per questi piccoli frutti rossi. Fra di queste figurano quattro polisaccaridi (zuccheri complessi) unici in natura, che proprio per questo hanno preso il nome dalle bacche e sono conosciuti come polisaccaridi LBP, Lycium Barbarum Polysaccharides. Le principali sostanze contenute in questo alimento sono la betaina (molecola ad azione epatoprotettiva, neuroprotettiva, anti-obesogena ed antidepressiva), il beta-sitosterolo , il germanio, il solaventivone, la zeaxantina (caroteinoide) e la luteina (importante a livello oftalmologico). La presenza di betaina e luteina rende sconsigliabile l’assunzione di queste in gravidanza. Oltre a questo va precisato che il contenuto di vitamina C (circa 42 mg in 100 g) è paragonabile a quello dei frutti freschi di limone. Per quanto riguarda i semi, essi contengono zeaxantina (83%), β-criptoxantina (7%), β-carotene (0,9%) e mutatoxantina (1,4%), ed anche alcuni carotenoidi minori. In letteratura sono stati riportati alcuni studi pre-clinici e clinici sulle attività farmacologiche e sui possibili meccanismi di queste molecole. In particolare si è visto che questi LBP presentano una vasta gamma di effetti terapeutici e medicinali per quanto riguarda l’invecchiamento, la stanchezza, il cancro, la colite, l’ictus, il diabete, la malattia di Alzheimer (AD) ed il glaucoma in diversi modelli animali. Le bacche di Goji sono da tempo utilizzate nella medicina orientale come potente agente anti-invecchiamento. L’invecchiamento è un deterioramento progressivo della funzione fisiologica che pregiudica la capacità di un organismo di mantenere l’omeostasi e di conseguenza aumenta la suscettibilità dell’organismo alla malattia e alla morte. L’invecchiamento del sistema immunitario (immunosenescenza) è associato con una drammatica riduzione della reattività immunitaria. Il danno ossidativo delle biomolecole aumenta con l’età e viene postulato come un fattore causale ed importante di vari disturbi degenerativi. La senescenza cellulare può essere attivata da un certo numero di fattori tra cui l’invecchiamento, il danno del DNA, l’attivazione oncogena e lo stress ossidativo. Gli LBP diminuiscono l’espressione di geni, la cui espressione attiva i meccanismi di senescenza. Durante l’invecchiamento, si attiva la p53, innescando l’espressione ad esempio di p21, responsabile dell’arresto del ciclo cellulare in G1, ed e2F7, cruciale nella repressione dei geni mitotici. La somministrazione di tali polisaccaridi in topi ha dimostrato come queste molecole possono svolgere un effetto potenzialmente antiossidante, permettendo un aumento dell’attività di enzimi (SOD, GPx, and CAT) che hanno il compito fisiologico di abbassare la quantità di radicali liberi, determinando così una diminuizione dei processi di invecchiamento cellulare e del rischio di malattie croniche-degenerative collegate. Poiché sappiamo che l’iperlipidemia, il diabete, l’ipertensione, l’insulino-resistenza, trattamenti di chemio e radioterapia, l’accumulo di proteina beta amiloide e l’infiammazione cronica aumentano i livelli di stress-ossidativo, si può presumere come un’alimentazione che preveda l’assunzione anche di questi alimenti possa sostanzialmente migliorare il quadro clinico di tali patologie. Le cellule tumorali contengono mutazioni genetiche e presentano una dis-regolazione del ciclo cellulare, dell’apoptosi, dell’autofagia e di altri processi critici. Attualmente, le principali modalità di terapia del cancro includono la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale, la chemioterapia e l’immunoterapia. L’effetto di radioterapia, chemioterapia, immunoterapia e terapia ormonale è spesso compromessa a causa dello sviluppo della resistenza ai farmaci e degli effetti collaterali gravi. A questo proposito, c’è una forte necessità di identificare composti antitumorali sicuri e potenti dalle risorse naturali. Gli LBP sono stati trovati ad avere effetti apoptotici e antiproliferativi sulle cellule tumorali in vitro e in vivo e si è visto che possono, inoltre, aumentare gli effetti e ridurre gli effetti collaterali di altre terapie per il cancro. Questi composti infatti aumentano le attività delle cellule immunitarie in pazienti affetti da cancro e trattati con LAK o IL-2, portando ad una migliore prognosi attraverso un aumento della lisi delle cellule tumorali, incrementando così la loro apoptosi e la regressione stessa della malattia. Il loro ruolo anti-ossidante è indispensabile anche per conferire a livello globale un’azione cardioprotettiva, ipoglicemizzante epatoprotettiva, antivirale ed antibatterica. Ultima cosa, ma non di importanza è il ruolo che questi polisaccaridi possono avere su fegato, adipociti e muscolo scheletrico. A livello del fegato modificano l’espressione di numerosi geni permettendo una maggiore sensibilità all’insulina ed un migliore up-take di glucosio ematico, questo se unito con l’effetto di traslazione in membrana del recettore per il glucosio che esercitano a livello degli adipociti e del muscolo, conferisce globalmente a queste molecole un potenziale ruolo ipoglicemizzante, che comporta nel corso del tempo anche una riduzione della circonferenza addominale in pazienti sovrappeso/obesi. Quindi possiamo trarre anche un possibile ruolo anti-obesogeno di questi alimenti. Fino q a qui tutto molto interessante ma a livello pratico come vanno assunte? Qualora si vogliano acquistare le bacche essiccate assumerle circa 25 grammi al giorno, si possono consumare da sole o a proprio piacimento, in abbinamento ad altri alimenti come yogurt, cereali, insalate e macedonie, anche magari come spuntino giornaliero. Il succo puro al 100% è consigliato assumerlo 1 o 2 volte al giorno circa 20 ml, da solo o diluito con acqua. L’interesse, i benefici e le proprietà di questi alimenti dovrebbero spingere tutti noi a consumare questi alimenti e ad introdurli nella nostra dieta giornaliera.

FRANCESCO SERAFINI

Biotecnologo con laurea magistrale in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia e specializzando in “Scienza dell’Alimentazione e Nutriterapia” presso l’Università degli Studi della Tuscia. Abilitato alla professione di Biologo (sez.A), ha frequentato i corsi di “ Alimentazione pratica nello sportivo” e “Nutrizione ed integrazione nel paziente oncologico II ” presso Scuola di Nutrizione Salernitana ed i seminari di “Gravidanza ed Allattamento” e di “Svezzamento e prima infanzia”. Nella sua carriera universitaria si è interessato di “Checkpoint immunologici e regolazione della risposta immune. Blocco del CTLA-4 come nuova strategia di immunoterapia tumorale” e di “Tyrosinase mediated oxidative functionalization in the synthesis of DOPA-derived peptidomimetics with anti-Parkinson activity” nella cui pubblicazione compare come co-autore nella rivista scientifica Royal Society of Chemistry.

Bibliografia

Jiang Cheng- “An evidence-based update on the pharmacological activities and possible molecular targets of Lycium barbarum polysaccharides”- Drug Design, Development and Therapy, 2014

Harunobu Amagese- “Lycium barbarum Increases Caloric Expenditure and Decreases Waist Circumference in Healthy Overweight Men and Women: Pilot Study”- Journal of the American College of Nutrition, 2011