L’uomo di una certa cultura comunica senza la violenza fisica o verbale

Può sembrare che il Referendum del 17 Aprile sia alle spalle però le questioni che non si sono comprese restano in ballo, e per me sono state due, in particolare: innanzitutto non si è parlato dell’inquinamento, dimostrato scientificamente che non solo esiste, (con l’emissione di gas, nitriti, fosfati, ecc.) ma che impatta il ciclo vitale della flora e della fauna del mare e dunque, anche il nostro, con la catena alimentare, con tutta l’incidenza negativa del rischio tumori connessi; così come è stato dimostrato scientificamente che i comuni interessati dall’estrazioni del gas stanno gradualmente scendendo al di sotto del livello del mare e, se prima il dislivello interessava soltanto millimetri, oggi in proporzione aumenta vertiginosamente.

Quindi non è solo una mia “deformazione professionale” insistere sulla protezione del rischio salute e sicurezza. Da Rosolina a Rovigo, per fare un esempio pratico, e avendone avuto riscontro sul posto, il dislivello è aumentato di un centimetro, con tutto ciò che comporta, in termini di sicurezza quando ci sono i terremoti. Ecco perché l’Italia che ha votato sì, ha espresso chiaramente la lungimiranza nelle azioni ed è un’Italia che ha pensato alle future generazioni…Al di là del politichese, ha espresso un percorso culturale incentrato sui valori della pace, della non violenza e dell’importanza di lasciare in consegna al futuro una Natura integra e non deteriorata.

La mia personale opinione poi sul quorum, è che è solo una “furberia” politica, perché di fatto se chiami il popolo ad esprimersi, tolti gli astensionisti, sul 50% degli elettori, se il 32% si è espresso a favore, su questi numeri si dovrebbe contare la maggioranza…

Così come darei merito al Presidente del Consiglio della Regione Basilicata Piero Lacorazza, unico presente a Foggia quando si sono riuniti i Sindaci d’Italia, almeno io ho visto solo lui…

Ma se in Italia ci si esprime con questo buon senso si rischia di cadere nella trappola del linguaggio violento o del politichese.

E noi, siamo altro.

Una parte della sinistra, mi riferisco a Stefano Fassina, persona normale per me, onesta e seria ha percepito il lavoro che io e Massimo, mio fratello, stiamo facendo da sei anni a questa parte, ed è per questo che ho accettato la sua proposta di candidatura a Vice Sindaco di Roma, con la nostra organizzazione politica il Giglio, per essere espressione moderata e cristiana in seno all’Amministrazione della città di Roma, dove vivo da 35 anni.

Continuare questa missione per noi è un richiamo naturale, sentito, e la gente che ci accompagna in questo cammino di impegno civile, dalla Sicilia al Veneto, è tutta l’Italia che per noi conta: persone che studiano, s’informano, si dedicano alla non violenza, declinando le proprie azioni sempre in una prospettiva di confronto partecipato per il cambiamento.

Noi non seminiamo odio ed è per questo che incontriamo l’Italia che crede nella Pace e con quest’Italia lavoriamo per costruirla tutti insieme.

Dario Vassallo

Testo raccolto da Nadia Lisanti