L’Ora “Speciale”. Roma Capitale. La prostituzione di strada langue e le lucciole si diradano. Meno ragazze sui marciapiedi, pochi clienti in caccia

Il mercato della prostituzione di strada nella Città Eterna sta cambiando faccia. Una faccia corrucciata. Dopo anni di crescita galoppante, da qualche tempo si registra una battuta d’arresto. Lungo le vie consolari e nei quartieri di tradizionale insediamento, comincia a ridursi il numero delle lucciole attive h24 sui marciapiedi, mentre scarseggia la clientela. Non più lunghe code notturne di auto in attesa di abbordare e contrattare la tariffa con la ragazza di turno, soltanto qualche cliente che si accosta guardingo, di tanto in tanto, per chiedere prestazioni sempre più “fantasiose” a prezzi scontati  Del resto, la cattura di «Babboi», detto «il pappone di Craiova»,  boss romeno di 44 anni, al secolo Laurentiu Costantinescu, avvenuta il 12 febbraio scorso in un appartamento della Magliana, è sintomo di una nuova fase di questa “antica” attività, probabilmente meno redditizia del passato. Gli inquirenti hanno fatto sapere che il malvivente gestiva un giro di connazionali su via Aurelia, viale Marconi e via Cristoforo Colombo, controllando circa un centinaio di ragazze distribuite su una trentina di postazioni nei pressi dei distributori di benzina. Particolarmente cospicuo l’incasso mensile dell’organizzazione capeggiata da Babboi: dai 30 ai 40 mila euro al mese. Forse, ora, la festa è finita. Non c’è da illudersi, però, che il fenomeno si estingua del tutto. Sulla Salaria, l’Aurelia, la Palmiro Togliatti, la Marconi, la Colombo, la Tiburtina, l’Eur, la Pineta e il lungomare di Ostia, la macchina del sesso a pagamento continua a girare, anche se il motore tossisce e talvolta s’impalla. Sono le stesse ragazze a confermarlo. “Non si guadagna più un cazzo! – si lamenta Anna (posto fisso sulla Colombo da anni) – Una volta facevo in media dai 300 ai 500 euro per notte, 10-15mila puliti al mese. Ora, a stento metto in borsa 50-80 euro e a volte neanche quelli. Sono spariti anche i clienti affezionati e di nuovi non se ne vedono. Ogni tanto arriva qualcuno e pretende cose assurde per 20 euro. Ma io lo mando via. Non mi arrischio a “fare senza”. Ci tengo alla vita… io”.

Le testimonianze delle lucciole, soprattutto quando parlano agli organi di stampa ufficiali, sono spesso infarcite di omissioni e di bugie. Non è vero, ad esempio, che siano tutte vittime dell’inganno, poi costrette con la violenza a “esercitare il mestiere”. Di solito, vengono spontaneamente in Italia, pagando un’organizzazione che fornisce loro posti e luoghi dove operare in cambio di una percentuale variabile. Ma dopo un certo periodo, più o meno lungo, si “emancipano” e lavorano in proprio. Così riescono ad aiutare la famiglia in Romania o in altri Paesi dell’Est (hanno quasi tutte uno o due figli), persino a costruirsi una casa propria o un’attività che consentirà loro di vivere decorosamente quando smetteranno di battere. In alcuni casi, si fanno addirittura promotrici dell’attività convincendo amiche e conoscenti a raggiungerle in Italia per “fare la stessa cosa”. Ma quando vengono arrestate o intervistate reiterano puntualmente una sperimentata litania: “Mi hanno promesso un buon lavoro, invece, quando sono arrivata, sono stata buttata sulla strada senza tanti complimenti. Ogni notte contavano i miei preservativi e ritiravano gran parte dell’incasso. Se protestavo, giù botte…”.  E’ credibile che in Romania siano convinti che uno stipendio da badante, barista o domestica (800-1200 euro) sia sufficiente per mantenersi in una città come Roma e, contemporaneamente, permetta di spedire soldi a casa?

Al di là delle supposizioni, delle mistificazioni e delle dichiarazioni di comodo, parlano i fatti concreti: il mercato si sta contraendo; diminuiscono i clienti; scende la spesa per i “piaceri trasgressivi”; cadono i guadagni; si abbassano i livelli di sicurezza e di protezione nei rapporti; la clientela più facoltosa si sposta nelle case d’appuntamento (complici gli annunci su Internet) o si rivolge alle escort; alcune prostitute se ne vanno altrove, altre cambiano mestiere, qualcuna resiste a denti stretti.

Bisogna ammetterlo, laddove non hanno potuto i divieti e le retate continue delle forze dell’ordine, le ordinanze dei Sindaci e le proteste dei cittadini esasperati, ce l’ha fatta la legge ferrea della domanda e dell’offerta. Stiamo forse assistendo al tramonto del florido business della prostituzione di strada?

Aldo Musci