L’Ora della Storia: Ludovico II di Baviera, “Märchenkönig”, il principe delle Fiabe

Emise il primo vagito regale mezz’ora dopo la mezzanotte, esattamente il 25 agosto del 1845. Le sale del castello di Nymphenburg, erano illuminate a festa per accogliere Ludwig, il primogenito del principe ereditario Maximilian e della principessa Maria di Prussia. Ludwig nacque in coincidenza con l’onomastico del nonno, re Ludwig I e ne prese il nome, la discendenza, la responsabilità, ma il corso degli eventi certifica che quella la evitò accuratamente, sempre. Il piccolo, diventò principe ereditario all’età di soli due anni e mezzo, a causa di uno scandalo che coinvolse il nonno per colpa di una insana relazione con una ballerina, una certa”Lola Montez”.

Il vecchio sovrano fu costretto ad abdicare a favore del figlio Maximilian. Ludwig, era bello, intelligente e sensibile, ed era un principe di sangue reale, dunque la più luminosa e fantasmagorica stella del firmamento Bavarese, ma portava un fardello inconfessabile, quello dell’omosessualità, che lo rendeva inquieto ed infelice. La sua anima era divorata dal tormento, dalla pazzia e dall’esasperato e mal tollerato moralismo di corte. Iniziò per rivalsa a sperperare i beni dello Stato, come un predatore sotto gli occhi attoniti dei suoi ministri, e la sua sensibilità eccentrica lo portò ben presto alla rovina. La vita e la morte di Ludwig di Baviera, restano misteriose perchè nessuno è mai riuscito a decifrare il suo universo mentale, anche perchè il sovrano per il popolo rappresentava “Märchenkönig”, il principe delle fiabe. I Bavaresi lo identificavano così.

Chissà se la sua fosse davvero follia o intolleranza agli schemi rigidi della corte Europea? Il suo medico personale lo definì paranoico, gli psichiatri più attuali lo hanno incluso tra gli individui con personalità schizoide. Esiste un suo ritratto ufficiale dipinto dal pittore Ferdinand von Piloty, quando Ludwig aveva vent’anni lo dipinse con un vago sorriso sulle labbra, gli occhi immersi in un altrove indefinito, e un ciuffo di capelli ribelli folti e neri sulla fronte. Era un uomo altissimo e magro, e i suoi occhi melanconici in quel quadro rifuggono lo sguardo di chi lo insegue, il principe ha la mente assorta in pensieri lontani e criptici. Ludwig era di indole pacifica, non si interessò quasi mai alla politica del suo stato, aveva un atteggiamento neutrale, indifferente, nonostante i conflitti tra Prussia e Austria fossero aspri, e alla fine decise di schierarsi a favore dell’Austria, ma solo come un’affermazione linguistica, non logistica o interventista, lui ascoltava Wagner per emigrare con la mente.

I suoi ministri intanto trattavano con i governi amici e nemici, studiavano strategie militari o mediazioni politiche e affrontavano la sua assenza nel caos in mancanza della sua guida. Alla guerra, lui rimaneva estraneo opaco, fino a quando la Baviera uscì sconfitta dal conflitto armato e dovette risarcire alla Prussia di trenta milioni di fiorini d’oro. Il vero problema del bellissimo principe erano i suoi tormenti sessuali, i suoi vizi verso l’omosessualità. Per tutta la sua vita Ludwig fu tormentato dalle inclinazioni omosessuali che sfogava brutalmente e nel piu’ stretto riserbo, avvolte dal bigottismo che regnava sovrano e che gli crearono forti intolleranze, screzi e grossi problemi di adattamento al manuale di corte. Eppure la realtà era visibile e a portata di mano, non provava nessuna attrazione per il genere femminile, questo divenne un grosso problema quando lo incoronarono re e cominciò a prospettarsi il problema di un successore al trono, allora scese al compromesso, quello di sposare la cugina Sophia, sorella di quell’ Elisabeth imperatrice d’Austria, la nota “Sissi”, in fondo per lei aveva una predilezione benchè fosse donna. Fu annunciato il fidanzamento, e si cominciò a sognare l’erede, che sarebbe dovuto essere maschio. Il matrimonio si prospettava imminente, ma Ludwig non riuscì a compiere quel passo, rimandava continuamente la data delle nozze , fino a quando non se ne fece piu’ nulla, quasi senza spiegazioni. Heinz Häfner psichiatra e neurologo, ha presentato uno studio recente sulla personalità complessa di Ludwig II, che afferma che il sovrano nascondeva la predilezione della violenza sessuale verso i soldati e i giovani servitori a cui imponeva prestazioni sessuali, per soddisfare il suo bisogno di sesso e per esprimere liberamente il vizio, protetto dai muri spessi della riserva di caccia”Schachenhause”, quella che conserva ancora oggi tutto il suo splendore. Ludwig manifestò una immensa e sospetta stima nei confronti di uno scrittore Austriaco “Leopold von Sacher Masoch”, nel cui nome rimane impressa la derivazione del termine “masochismo”. Il letterato disse di considerare l’amico “La sua anima gemella”, e certamente lo fu.

La fuga mentale al monarca non bastava, progettava un nuovo regno alle Isole Canarie, coltivava l’idea folle di un complotto che rovesciasse il suo stesso governo e che portasse i suoi ministri verso una caduta verticale. La vita di Ludwig II, era fortemente in bilico tra la solitudine, la tragedia e anche un pizzico di operetta, certo la tristezza riempiva i suoi spazi interiori in maniera totale quando cominciò a perdere i denti e ad ingrassare, a solo 40 anni arrivò la distruzione fisica, i vizi e la pazzia lo trascinarono in quel suicidio che azzerava i suoi sensi e la sua vita. Ancora oggi squadre di analisti indagano sulla figura di quell’uomo bellissimo e instabile, che con l’ultimo gesto nascose i suoi segreti piu’ profondi. Abbiamo scordato la data del tuo compleanno e il tuo onomastico “Märchenkönig”, che ricorre il 25 agosto di ogni tarda estate, ma ti celebreremo ricordandoti nel meraviglioso film di Luchino Visconti del 1972, “Ludwig”, una pellicola meravigliosa e indelebile, che ha risaltato e ha reso avvincente e profondamente reale la tua memorabile storia…Principe delle Fiabe.

Maria Grazia Vannini