La pagina del week end. L’Ora della Storia. Da Sant’Ambrogio a Cl… duemila anni dopo poco è cambiato….

C’è una cosa che mi sono sempre chiesto: come abbia fatto una religione come il cristianesimo a prevalere  in pochi anni sulla grande tradizione classica ellenistica-romana che durava da molti secoli. Ma poi riflettendoci meglio e ricordando in quali tempi di crisi il cristianesimo abbia finito per imporsi mi sono dato una risposta.In tempi di crisi i distinguo sono il primo lusso a cui si rinuncia. La Storia è piena di esempi anche recenti. Quanto è più comodo affidarsi alle parole nette di un leader, che si chiami Mussolini o Berlusconi o Renzi poco importa. E chi si arrovella, chi non si accontenta, chi solleva dubbi è nell’ordine: un disfattista, un invidioso, un gufo rosicone. Se non altro non gli vengono date manganellate ed olio di ricino per aiutarlo a riflettere sui suoi errori. E’ già un progresso in fondo.

E allora torno ai tempi di Costantino, altro ferocissimo autocrate. Dopo la sua conversione molti alti personaggi della corte imperiale si convertirono alla nuova fede inaugurando quella bella tradizione italiana che ancor oggi possiamo vedere con i nostri occhi. Da Sala a Verdini è tutto un convertirsi! E visto che scrivo da Milano non posso non ricordare le gesta di un notissimo personaggio locale, il vescovo Ambrogio.

E, da eruditi forsennati quali siamo, cominciamo con un episodio minore e marginale ma molto emblematico. Sulla fine del IV secolo, in Siria e in Egitto, bande di monaci itineranti costringono a bastonate i contadini a convertirsi e si dedicano con zelo alla distruzione dei luoghi di culto delle altre religioni. (Tipo quello che i talebani hanno fatto ai Budda del Bunjan)

E non si accontentano di accrescere il numero dei seguaci della “vera fede” ma , come potrebbe fare oggi un camorrista, sequestrano parte dei raccolti e minacciano pesantemente chi non vuol cedere al ricatto.

Nel 388 la fanno grossa. Guidati dal loro vescovo devastano e distruggono al sinagoga di Callinico (oggi ar-Raqquah in Siria ). Esasperati da tanta violenza la locale comunità ebraica e gli abitanti del luogo si rivolgono all’imperatore Teodosio perché ristabilisca l’ordine e risarcisca i danneggiamenti. L’imperatore, si badi anche lui cristiano, vorrebbe condannare i violenti a ripristinare a loro spese la sinagoga distrutta ma Ambrogio si oppone violentemente e minaccia il sovrano di scatenargli contro la piazza. Così non se ne fa niente: nessuno viene punito, nessuno risarcito.

Come si vede, un pizzico di antisemitismo ha sempre dato sapore al minestrone fondamentalista, cristiano o islamico che sia. Il messaggio che Ambrogio vuole sia chiaro è che solo i cristiani fanno parte dell’impero e da questo possono essere tutelati. Gli altri,pagani, ebrei, eretici, sono un corpo estraneo e si arrangino. Naturalmente questa impunità non farà che moltiplicare tali episodi di intolleranza. Uno dei più noti, ricostruito abbastanza fedelmente nel film Agorà dedicato ad Ipazia a cui dedicheremo un altro articolo, fu la distruzione del Serapeion di Alessandria. Il vescovo Teofilo voleva impossessarsi dell’edificio che era in stato di abbandono. Accompagnato da un reparto di soldati occupa l’edificio deve trova alcuni arredi sacri pagani che espone alla pubblica profanazione causando volutamente la reazione di quest ultimi che occupano l’edificio intenzionati a difenderlo. Dopo alterne vicende il Serapeion sarà sgomberato e una folla di cristiani inferociti lo raderà al suolo. Non solo scoppieranno tumulti con morti e feriti. A stento l’autorità ristabilirà l’ordine pubblico. L’edificio che conteneva la straordinaria collezione della biblioteca di Pergamo, donata da Cesare a Cleopatra sarà saccheggiato e gran parte dei libri distrutti dai fanatici . Tutto quello che un buon cristiano deve sapere è nei libri sacri il resto è, nel migliore dei casi, superfluo.

Uno dei punti su cui maggiormente insiste è che nessuna religione, oltre alla cattolica, abbia una qualsiasi forma di finanziamento pubblico.Non è il primo boccone amaro che il vescovo di Milano farà ingoiare all’imperatore. Il più noto, perché esaltato dagli apologisti, è la scomunica pubblica umiliante penitenza a cui l’imperatore sarà sottoposto a seguito dei fatti di Tessalonica. Ma, in assenza di altre fonti, c’è da chiedersi come siano andati veramente i fatti. Ambrogio ritiene di dover rispondere solo ad una legge superiore, quella divina, a cui anche lo Stato deve essere necessariamente subordinato.

Quello che è veramente sorprendente è che a distanza di quasi due millenni sembra che poco o nulla sia cambiato come si vede ogni giorno, specie in Lombardia. Qui gli energumeni di CL spadroneggiano appoggiando ora questo ora quello schieramento offrendo consenso in cambio di tutela dei loro interessi economici o ideologici che siano.

Gianvittorio Musante