Come ci sentiamo nelle nostre calde casette, rispetto ai furti negli appartamenti, e alla microcriminalità che aumenta a dismisura? La stampa locale e nazionale tratta il fenomeno come un processo marginale, legato alla perdita del posto di lavoro, all’aggregazione di balordi che, invece di schiantarsi contro un platano, preferiscono armarsi di piede di porco e attrezzi da scasso, e avventurarsi alla scalata di terrazze e allo sfondamento di vetrine e porte blindate, per appropriarsi di refurtiva da rivendere. Ma questo fenomeno è reale o, come affermano le forze dell’ordine, è amplificato dalla paura dei cittadini? Io non ho dati certi, posso però esprimere la mia opinione; credo che le persone siano demotivate a denunciare, e molti reati manchino all’appello delle stime ufficiali. Le depenalizzazioni degli stessi fanno sì che l’arrendevolezza di chi subisce furti subisca un incremento. Rubano di tutto, biciclette, anche se legate con lucchetti da 41 Bis, grondaie di rame, e addirittura i fiori dedicati al caro estinto…. Sembra che siano i social network ad amplificare le notizie, o la politica che, dovendo recuperare consensi, crea allarmismo. Ma cosa bolle veramente in pentola, non ci è dato saperlo. Nascono Associazioni private di quartiere a difesa della proprietà e del cittadino, le persone, per strada o sui mezzi pubblici, tengono la tracolla della borsa girata più volte all’avambraccio, e sperano di non essere aggredite e di finire in ospedale, dopo aver subito un furto, a volte di pochi euro… La cosa che mi ha sconvolta però, è stata la lettura di un quotidiano locale che denunciava la furia dei cittadini del forèse, zona mare, che alla serata del confronto con le forze dell’ordine, si sentiva rispondere da un comandante dell’Arma dei Carabinieri… Cito testualmente:”Il problema principale nel forèse sono i furti, ma si tratta spesso di gente che non cerca il conflitto: basta una parola per cacciare molti di loro. E’ importante fare segnalazioni e rendere le nostre case meno appetibili. “Meno appetibili? No comment”.
Maria Grazia Vannini
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