Il “giallo” della adozione internazionale di bambini: sparizioni di alcuni “minori” mai chiarite

Sono pervenute numerose le denunce contro l’ “Aibi”,  Associazione amici dei bambini”, maturate per presunte, ma gravissime irregolarità nelle procedure di adozione internazionale.Tanto da leggere in alcuni settimanali e quotidiani inchieste con titoli roboanti: “Ladri di bambini”. Tutto prosegue ancora nel pantano. Alcuni mesi or sono  molte coppie italiane in procinto di avere in adozione un bambino  hanno  raccontato ai magistrati le loro vicende. Il dirigente dell’associazione (cattolica), Marco Griffini ha  più volte annunciato iniziative legali contro le famiglie che lo accusavano di illeciti, pretendendo chiarimenti sulla sparizione di alcuni minori, ma,  date le intimidazioni dello stesso Griffini, molti di loro avevano preferito il silenzio. Altre pressioni sono state subite dai manager di Griffini, sembra obbligati al silenzio, in più si sarebbero adoperati  chiedendo lo smantellamento tramite sfratto di “Ange Gabrielle”, l’organizzazione che gestisce l’orfanotrofio: una “casa famiglia” di Aibi, costruito a Kinshasa in Congo con un  finanziamento partecipato di “Alessi spa”, la nota fabbrica di design italiana. Sono implicati in questa torbida faccenda Elvis Manguya, il direttore del centro, e la sua Ong, che ha voluto mandarlo via  perchè si è opposto alle indicazioni impartite da un certo “Papa Elvis” (nome attribuitogli dai bambini orfani),contraddicendo cosi’ gli ordini  diretti di San Giuliano Milanese, da cui avrebbe dovuto dipendere. L’ente in questione, autorizzato dal governo italiano, gestisce le adozioni internazionali in 24 stati: Asia, Africa, Est Europa,centro e sud America. Marco Griffini ha subito un duro colpo alla sua immagine di manager cattolico, dopo la denuncia e la sparizione di alcuni bambini dal centro, avvenuta e denunciata appunto dalle numerose famiglie,c he da tempo non si fidavano più delle pratiche svolte dall’associazione milanese. Silvia Della Monica, il magistrato incaricato della vicenda, responsabile della Cai, l’autorità di controllo, ha ricevuto l’incarico dalle famiglie  di provvedere al trasferimento in un altro istituto dei loro figli adottivi, in attesa della partenza per l’Italia. I piccoli erano ospitati proprio nell’orfanotrofio di Kinshasa gestito da “Ange Gabrielle”, e costruito con il ricavato della vendita natalizia in tutto il mondo dei prodotti “Alessi”,  per un ricavato di 200mila euro. Su ogni prodotto di questo marchio 1 euro veniva destinato…. a cosa? Lo scopriremo solo vivendo….

 Maria Grazia Vannini