Sindaci leader. De Magistris ‘o Marenaro

  Può accadere , e a noi è accaduto, che eventi politici e sociali di secondaria e terzaria importanza, di natura locale, nazionale ed estera; dalle amministrative alla visita di Obama a Cuba  mettano in sordina  frasi e circostanze  che sono monumentali per chi le pronuncia, per chi le ascolta, per i destini che disegnano. In due parole ci era sfuggito un epico twitt di Luigi  De Magistris : ” A Napoli cozze e vongole, No trivelle”. Siamo tra i pochi che prendiamo sul serio questo  post,  e lungi da ironie terra terra, leggiamo in questa possente presa di posizione una coerenza con  il personaggio che abbiamo conosciuto ed immediatamente amato  sul palco improvvisato in piazza del Municipio al momento dell’insediamento, con bandana alla Masaniello, coraggioso e sfortunato  capopopolo  ambulante di piazza Mercato che fece la fine che fece.

 Tommaso Aniello faceva il pescivendolo. E pure “o Sinneco”.

. Tutto il suo percorso è stato segnato da frasi  come .”tenimme o mare, o sole, e canzoni”: piscatore do mare e pusilleco, so papele o marenaro…

 Ora  contro le trivelle (verso le quali non abbiamo grandi simpatie) avrebbe potuto il sindaco pescatore( “appezzottato”)  utilizzare argomenti più congeniali all’argomento trattato? No che non poteva. Rischiava di essere serio. Distruggendo, magari con una domanda  ad hoc alla comunità scientifica che si occupa di queste cose, tutta la fama  di sindaco “neomelodico” e naif: “pizza, sole e mandulino”.  E a  noi piace immaginarlo cosi: “ncoppe e scoglie” che dà la voce al suo “puosto”: Iamme che cozzeche e scoglie! E tunninele! E Evongole fresche! Signò’ guardate stu pesce: pare che parla!.Con il bordo dei jeans ripiegati al polpaccio, la bandana  e il limone pronto per palati raffinati di ostriche, e il turista curioso che si avvicina al bancariello e chiede:”Cosa essere questi? E lui pronto:  “Mister, questo essere taratufolo e questo scunciglio”. E  questo? “Questa è acapa do purpo, madame”. Poi fa un cenno di mano,  e come d’incanto da  qualche parte si alza, lieve, la voce dell’indimenticabile Mario Merola, “: ‘O spusalizio abbascio Marechiaro,/sotto ‘a fenesta celebre ‘e ll’ammore.
Pe’ cunfiette tengo ‘e vvongole ‘e Pusilleco,pe’ “dessert” taratùfole e tunnínole../.
e pe’ sciampagna ce sta ll’acqua ‘e mare..”.

E intanto prepara la resistenza attiva: “Non ci avrete mai!” ha  twittato minaccioso alle multinazionali delle trivelle che infatti non sanno cosa troveranno nel golfo di Napoli: uno sbarramento di  gamberi, calamari, e pescetielli e cannucce. Con la speranza che il personale non “arrecoglie” il tutto e si fa una paranza fritta. Sarebbe uno sgarbo serio. 

Emilio Magliano  

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