I miracoli di Don Peppe. Le indecisioni del mite Leonardo, capo dei “micheliniani”, che persero il Palazzo e la fiducia delle anime cui badò…

C’era una volta un uomo mite e romantico: appassionato di fiori e di piante trascorreva il tempo ad ammirare estatico la natura e a benedire il creato… Le sue giornate erano sempre illuminate dal sole e dalla grazia che permeava la sua vita. L'”uomo tranquillo” si chiamava Leonardo ed era tanto simpatico a don peppe che volle farlo capo sagrestano della sua parrocchia… E quando poi il Palazzo dei Priori si ritrovò senza il suo custode e condottiero, il nostro prelato chiamò a sè il placido Leo e gli disse: “Leo, vai e proteggi la città dagli attacchi dai nemici del Sommo  e porta i miei amici con te. Il mite Leonardo, “benedetto” sindaco e capo della lista  ” I micheliniani”  portò con sè tutti gli amici, i familiari, i cugini, i pronipoti di Don Peppe e presto nel Palazzo non ci fu spazio che per loro: fu a quel punto che impavidi laicisti amici del baffone decisero di far la guerra al placido Leo che ne fu molto scosso: si ritirò  a vita  privata e non fece che pregare confidando nell’aiuto del Sommo: ma quest’ultimo, si sa, molto spesso è più laico dei suoi sostenitori e l’aiuto non gli offrì. Quando vide i suoi occhi terrorizzati Don Peppe decise di portarlo  da un esorcista nella convinzione che gli amici del baffone si fossero accampati nella sua anima; ma furono anche lì trovate piante e fiori e persino Don Peppe a vedere quello scenario bucolico fu tentato di dire parolacce, ma si fermò in tempo… E intanto la città aspettava le decisioni del custode -sindaco: si sarebbe dimesso o avrebbe aspettato le decisioni dell’Unione Sindaci Parrocchiani cui si era iscritto ad elezioni vinte? Le risposte non arrivavano e intanto i giorni che passavano erano diventati mesi…(1-continua).

Joaquim Verdido