I miracoli di Don Peppe. Il lungo cammino del “Filippone” Rossi verso la misericordia “moderata e riformista”… Il battesimo che commosse un’intera città

Sulle prime quando lo vide avvicinarsi alle ribalte cittadine con il suo festival le prime volte il nostro don Peppe non è che rimase tanto positivamente impressionato a dire il vero… “Chi è quel ragazzone che ciondola in su per la Piazza?” chiese ai suoi più stretti collaboratori e quando gli fu risposto che trattavasi di un giornalista di destra il prelato altro non potè fare che levare una preghiera verso il cielo: “Oh Dio mio, proteggici dagli estremisti, siano comunisti che anticomunisti, gli unici che salveranno il mondo dall’arroganza dei mangiabambini saremo noi, altro che i nipotini di Benito!”. Passando il tempo non è che poi le cose cambiarono granchè: certo il Filippone sciacquò membra e fez nelle più pure acque di Fiuggi, divenne uno dei pensatori più in vista della nuova destra finiana cosiddetta liberale e don Peppe a guardarlo sentiva meno agitazione interiore, quasi riusciva a fissarlo senza dover poi recitare subito dopo un passo del Vangelo.  Eppure il ragazzone futurista continuava se non ad inquietarlo, almeno a non rassicurarlo quando lo incontrava e puntualmente rifiutava con lui chiacchiere di troppo che avessero anche un minimo di cameratesco idem sentire. Tantochè quando Sposetti e Pepponi (il laico) gli fecero capire che per vincere le elezioni il centrosinistra avrebbe dovuto allearsi con la lista dell’ex nostalgico Filipporossi, nel frattempo diventato “civico movimentista” trasversal- new liberal di cultura Thory, don Peppe non fece salti di gioia, disse qualcosa a dentri stretti in pianoscaranese che nessuno capì e si limitò ad allargare le braccia e a dare il suo non convinto placet. Poi vennero la vittoria alle elezioni, la presidenza del Consiglio affidata al Rossi e … niente il nostro prete continuava a non fidarsi… “Ma cosa vuole costui che un giorno ci sorride e l’altro si atteggia a masaniello antisistema, dove vuole arrivare!? Glielo avevo detto a quei bolscevichi di Sposetti e Pepponi che non era il caso ed ora ci teniamo l’oppositore in casa!”.  Ma un giorno di fine estate gli capitò di leggere su un giornale una dichiarazione di Rossi che faceva più o meno così “Il mio più grande sogno? Contribuire a far sì che si tenga un trasporto straordinario della Macchina di Santa Rosa in occasione del Giubileo, sarebbe bellissimo!”; nello scorrere quelle poche righe il nostro don Peppe, che sotto la scorza di attivissimo prelato, aveva un cuore d’oro, non riuscì a trattenere le lacrime e subito profferì a mezza voce” Filippo, Filippone mio, scusami per tutte le perplessità che ho avuto su di te, forse eri solo un po’ timido e presuntuoso, ma non eri cattivo!! Ti coprirò di attenzioni, illuminerò il tuo cammino da ora in poi, stanne pur certo! Perdono, perdono, perdonami anche tu Signore per quanto son testardo!”. La domenica successiva don Peppe già camminava per Pianoscarano sotto al braccio del suo nuovo pupillo: e la benedizione che ne seguì commosse l’intero quartiere. “O Signore libera Filippo dal peccato originale destrorso che tanto complicò la sua vita: Filippo io ti battezzo …. moderato e riformista”…. E così sia…”.

Joaquim Verdido