Il Mostro di Foligno. Luigi Chiatti, il serial killer ancora “socialmente pericoloso” sfuggito all’ergastolo. Costa allo Stato 15000 euro al mese

Il suo nome è Luigi Chiatti , ma è noto alla cronaca nera con il nome di” Il mostro di Foligno”.  Professione  omicida, confessò spontaneamente agli inquirenti l’uccisione di due bambini, Simone Angeletti (4 anni) e Lorenzo Paolucci (13 anni). Lucido e consapevole della violenza  radicata nella sua anima commise il duplice omicidio con immane ferocia. La condanna di primo grado infatti, stabilì’ molto chiaramente la pena, commisurata in due ergastoli. A ridurre la carcerazione ,per semiinfermità mentale a 30 anni,di pena detentiva  intervenne la  decisione del giudice che, come attenuante, accettò la causa di violenze subite  dall’assassino  durante la sua permanenza  in un orfanotrofio. La scelta creò polemiche e soprattutto  perplessità su:” La giustizia è uguale per tutti”. Lo psichiatra Vittorino Andreoli   fu incaricato  di svolgere e presentare  la perizia psichiatrica, e da perito,quale è, lo considerò una persona  non inferma di mente, ma sottolineò la lucidità con cui Chiatti  riuscì  a compiere il duplice omicidio. Il P.M, al contrario, causa le pene subite nell’infanzia, presentò lo studio dello psicanalista, per ottenere in tribunale, l’attenuazione di pena, che fu stabilita in 30anni. Andreoli concluse la perizia con questa frase: “Datagli l’ opportunità di uscire, egli uccide di nuovo e lo sa perfettamente”. Chiatti stesso, durante la detenzione, confessò ad una guardia carceraria  le sue macabre intenzioni dicendo: “Una volta che avrò scontato la mia pena  (forse saranno vent’ anni), studierò quello che ho scritto sul floppy disk, a proposito dell’ omicidio di Simone. Così almeno, questa volta ucciderò con più intelligenza”. Confermò così la tesi di Andreoli e la consapevolezza della sua mente criminale, ravvisata e confermata dallo studio dello psichiatra.

“Ho già perdonato Luigi Chiatti, ma non lo perdonerei più se accettasse di tornare libero” disse Luciano Paolucci, il padre di Lorenzo, alla conclusione dei 30anni di pena del mostro .” Ho perdonato Chiatti per le violenze che ha subito da piccolo, ma non perdonerei, invece, chi lo dovesse far tornare libero, e non perdonerei Chiatti se accettasse di esserlo”.  Lo scorso settembre è arrivata  la scarcerazione che ha suscitato innumerevoli polemiche; infatti il soggetto, seguito durante tutti questi anni da molti esperti, è stato ritenuto come “socialmente pericoloso” e lui stesso in  più di una occasione ha asserito che nel caso in cui fosse tornato libero, avrebbe. “ucciso ancora”.  Questo  il motivo per cui  il giudice ha disposto che il “mostro” venisse trattenuto in una struttura psichiatrica appropriata almeno per tre anni dopo la conclusione della pena.  Del dopo non si sa, ora ne è trascorso uno.  Ora veniamo allo scandalo,  l’omicida,  scarcerato preventivamente (niente ergastolo dunque) è trattenuto e assistito nella struttura Rems in Sardegna, la Regione Umbria e l’Asl, spendono 600 euro al giorno, anche se l’assessore regionale alla  sanità  ha replicato, precisando che si tratta di una cifra inferiore, stimata in 500 euro che non sarebbero totalmente a carico della sanità Umbra, ma a coprire le spese per la struttura psichiatrica interverrebbero  degli speciali fondi statali, inseriti nel bilancio regionale. Proviamo a moltiplicare la cifra di 500 euro per 365 giorni all’anno, ne deriva una cifra imbarazzante, dato che sono pur sempre soldi che gli italiani versano con le tasse. Credo che i cittadini  potrebbero permettersi un commento o magari più di uno, del tipo:  se lo avessero  ospitato al Plaza, con  una convenzione, probabilmente con pernottamento in  hotel 5 stelle,  avrebbero risparmiato notevolmente.  E’ una beffa per i contribuenti verificare come lo Stato Italiano investa cifre folli per il mantenimento di questo individuo, e  non garantisca sostegno  alle famiglie con disabili gravi , non sostenga una lotta  serrata contro la povertà, ma apporti tagli alla spesa sanitaria indispensabile alla sopravvivenza di noi tutti,  non risarcisca con effetto immediato chi non ha più  una casa a causa del terremoto (vedi l’Aquila,dopo sette anni dall’accaduto);  e l’elenco degli sprechi governativi sarebbe interminabile volendolo compilare dettagliatamente .Ma la ” Bella Italia” vive di un’immagine tutta sua, quella in cui chi delinque è premiato e chi continua a pagare è cazziato, beffato e coscientemente disilluso, mentre invece è sempre festa per i furbi e i disonesti nel paese di Bengodi…

Maria Grazia Vannini