Escalation della microcriminalità a Viterbo. Aumentano rapine e disagio sociale nel silenzio di istituzioni e Diocesi. Grave allarme sicurezza

Non si respirava un disagio sociale così a Viterbo da molti anni, un disagio che rischia di amplificare il problema della crescente microcriminalità, vero e proprio fenomeno in ascesa in tempi di difficoltà e di crisi. Nelle ultime settimane sono state diverse le rapine in città, in piena zona centro storico, hanno riguardato sia attività commerciali che singoli giovani cittadini, hanno visto all’azione armi come affilati coltelli che certo non sono piacevoli da veder puntati in pieno volto. Sono mesi che denunciamo la pericolosità del vivere il centro storico specie di notte, le aggressioni in aumento, gli stati di ubriachezza che sfociano in azioni violente. In una città svilita nel suo aspetto estetico, umiliata nella sua anima artistica, abbandonata a se stessa per quel che riguarda intere zone, l’alcool spesso diventa un collante per non morire di noia;  e la disocuppazione galoppante, la mancanza di prospettive che unisce giovani e meno giovani diventa un terribile accumulatore di tensione: emarginazione, povertà, mancanza di senso di comunità stanno facendo diventare Viterbo una città fantasma che va avanti senza direzione, mettendo in luce solo le negatività dell’ambiente. Così come la mancanza di un’idea di città. l’affidamento alle solite rovinose clientele di ogni progettazione fanno salire a vertici record il disagio generale: e aumentano quel senso di insicurezza alla base del prevedibilissimo dilagare prossimo della microcriminalità, e nel silenzio totale di istituzioni, struttute sociali e Chiesa Cattolica.

(r.s.)