Da Renzi a Vendola, slalom da coppa del mondo: la nota di Aldo Garzia

Renzi ora è disponibile a congresso Pd, primarie per la premiership e voto non più immediato. Franceschini propone una legge elettorale con premio alla coalizione e non al partito vincente. Vendola replica dicendo che è meglio una legge proporzionale perché non si vince a colpi di norme elettorali ma di contenuti. D’Alema – con Bersani – tiene in standby l’ipotesi scissione del Pd. Cuperlo (esiste pure una corrente piddina cuperliana) dice a Renzi che deve dimettersi da segretario “per salvare l’unità del Pd”. Emiliano, governatore della Puglia, lancia il guanto di sfida a Renzi per la segreteria piddina, come fa Rossi, governatore della Toscana. Scotto, capogruppo di Sinistra italiana alla Camera, si era candidato alla segreteria del suo partito ma si è ritirato alle prime avvisaglie di un confronto infuocato lasciando per il momento a Fratoianni una candidatura unica. Laura Boldrini e Pisapia lavorano intanto alla rinascita di “un campo progressista”, una sorta di Ulivo 2, che non dispiacerebbe a D’Alema leader di un nuovo soggetto politico e forse neppure a Renzi. L’eccentrico Bertinotti propone di abolire almeno per dieci anni l’uso della categoria “comunismo” che verrebbe usata, a suo dire, a sproposito. Ferrero, Rifondazione comunista, invoca non ascoltato da Vendola l’unità “plurale” della sinistra radicale non in un solo partito. De Magistris, sindaco di Napoli, lavora con il fratello nominato responsabile organizzativo, a una nuova formazione politica (si chiamerà Dema?) per assurgere a leader di un rassemblement della sinistra radicale. La Cgil, con Landini in pole position per diventare segretario, prepara la campagna referendaria su voucher e dintorni con la speranza di far male a Renzi, al Pd e ricostruire una sinistra che non dimentica il lavoro e i lavoratori. Gentiloni intanto potrebbe arrivare a fine legislatura.

Forse dall’elenco manca qualcosa o qualcuno, ma certo non ci si annoia a seguire di questi tempi – ammesso di averne tempo e voglia – il dibattito a sinistra. Anzi, per districarsi tra pali e paletti, bisognerebbe assomigliare allo sciatore Alberto Tomba, vincitore  di quattro coppe del mondo di slalom e altrettante coppe del mondo di gigante.

Domanda legittima, allora: dove porta questo confuso e a volte incomprensibile dibattito? Quali saranno i punti di caduta? Impossibile fare previsioni con la sfera di cristallo. Capovolgendo una antica massima di Mao, si può solo dire: “Grande è il disordine sotto il cielo ma la situazione non è affatto eccellente”. Guardando agli effimeri sondaggi, ci sono però delle tendenze preoccupanti: il Pd va sotto il 30 per cento, calano i grillini di 6 punti (effetto Roma e polizza Raggi), Sinistra italiana non schioda dal 3 per cento, una lista D’Alema si fermerebbe tra il 6 e l’8 per cento, cresce la destra a trazione Lega che diventerebbe competitiva per il governo se tornasse unita da Forza Italia a Fratelli d’Italia più Alemanno e Storace. A completare il quadro ci pensano l’imperatore Trump e l’agonia del progetto europeo che – per volere non solo di Merkel – d’ora in poi sarà a “due velocità”. La situazione non è affatto eccellente, ma il disordine è grande.

Aldo Garzia