Migliorare la vita: tutto quello che la curcuma può fare per voi

Bisogna abituarsi all’idea che tutto ciò che ingeriamo, respiriamo o tocchiamo ha un determinato effetto nel momento in cui penetra all’interno del nostro organismo. Ogni molecola ha dunque un ruolo e non è detto che questo sia sempre benefico per noi. La curcuma è un ingrediente che negli ultimi anni ha avuto un grande impatto mediatico, ricevendo così anche fama ed interesse da parte del grande pubblico. Questa spezia deriva da una pianta erbacea, perenne e rizomatosa, della famiglia delle Zingiberacee, largamente impiegata nella cucina orientale come condimento. Quando parliamo di curcuma intendiamo la Curcuma Longa, anche se ne esistono di diverse specie. Il pigmento giallastro è pieno di curcuminoidi che contengono curcumina (77%), dimetossicurcumina (17%), bis-dimetossicurcumina (3%). La curcumina è un polifenolo. Nel corso degli anni si sono fatti numerosi studi su questo ingrediente e si è dimostrato che ha potenti effetti anti-infiammatori, antiossidanti, epatoprotettivi, trombosoppressivi, cardioprotettivi, anti-artritici, chemoprotettivi, anticancerogeni ed è inoltre utile nel combattere le infezioni. Tutti questi meccanismi dipendono dal fatto che la curcumina, si è visto, regola target molecolari multipli. Il cancro è una malattia multifattoriale, che interessa molti gruppi di individui di diversa età e sesso. Una cellula diventa cancerosa perché perde la sua omeostasi cellulare. Questo comporta che non ci siano più meccanismi di controllo atti a ristabilire un equilibrio iniziale nel momento in cui si verifichino delle alterazioni a livello genetico-molecolare. L’accumulo di queste mutazioni fa sì che tale meccanismo impazzisca, aprendo la strada alla sregolatezza e non ristabilendo il ritorno alla situazione iniziale. Cosa succede quindi? Saltando tutti i meccanismi regolatori, la cellula diventa cancerosa ed acquisisce dei vantaggi promuovendo la sua crescita, diffondendosi e, nel peggiore dei casi, metastatizzando fino a portare l’organismo alla morte. La curcumina interagisce in modo preferenziale e specifico con le cellule tumorali, in particolare con determinati target extracellulari ed intracellulari in esse presenti, responsabili dell’inizio e della progressione della cancerogenesi, sulla base di differenti caratteristiche chimico-molecolari. È sempre più certo che una delle caratteristiche del cancro è l’infiammazione. La cronicizzazione di questo processo aumenta la produzione di molecole pro-infiammatorie, come citochine e radicali liberi, over-esprime oncogeni, porta ad attivare vie metaboliche intracellulari che attivano circuiti infiammatori, incrementando la trascrizione di geni come NF-kb. Combattere l’infiammazione significa combattere anche quello che definiamo invecchiamento. Dallo studio di popolazioni longeve è stato dimostrato che, tenendo bassa l’infiammazione, a lungo andare si invecchia comunque, ma non si muore di patologie croniche, caratteristiche invece tipiche della popolazione mondiale. Quando subiamo un trauma, abusiamo di zuccheri e di grassi saturi o idrogenati, fumiamo, abusiamo di alcol o esageriamo con l’attività fisica, accendiamo la via dell’infiammazione, facendo trascrivere NF-Kb. Cosa comporta tutto ciò? L’attivazione a cascata di una moltitudine di eventi. Questa via biochimica regola infatti moltissimi fattori, tra cui l’aumento dell’infiammazione, la formazione di stress ossidativi e l’angiogenesi. Nelle malattie infiammatorie croniche, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, nel cancro e nelle malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, l’NF-Kb è sempre acceso. Cosa c’entra dunque la curcuma in tutto questo? La curcumina è un potente soppressore dell’NF-kb. Nel 2003, infatti, Huang e collaboratori, hanno dimostrato come la curcumina possa sedare la via biochimica sopracitata in molti tipi di cancro, tra cui mammella, colon-retto, vescica, pancreas, esofago, tiroide, linfoma, prostata, ovarico e molti altri. Come agisce la curcumina nella cancerogenesi? Inibisce la sintesi di fattori pro-infiammatori che permettono a lungo andare la trasformazione cellulare, inibisce l’overespressione di fattori di crescita cellulari e l’attivazione di oncogeni (in grado di portare a proliferazione incontrollata la cellula cancerosa), ma soprattutto inibisce l’angiogenesi, strategia con cui il tumore si può diffondere in altri distretti, dando metastasi. Globalmente a livello genetico possiamo dire che questa spezia, grazie alle sue componenti, è in grado di abbassare l’espressione, riducendola, di tutti quei fattori che aumentano l’infiammazione tra cui NF-Kb e AP-1, incrementando la trascrizione invece di geni come p53 e geni apoptotici che mandano a morte programmata la cellula tumorale. Per un uso preventivo e salutistico si tratta semplicemente di integrarla nella dieta: 1-2 cucchiaini al giorno. Si può aggiungere alla fine della cottura di qualche pietanza, mettere nello yogurt, farne una salsa, il curry, ecc. Si consiglia di assumerla sempre con un grasso (olio extravergine, burro, ghee, ecc.) o con cibi grassi, che per altro aiuta a digerire. Il grasso facilita l’assorbimento intestinale dei componenti attivi. Anche una molecola contenuta nel pepe, la piperina, aumenta più di mille volte l’assorbimento della curcumina ne facilità l’assorbimento. Questa accoppiata, oltre che colpire le cellule staminali tumorali, riduce dolore ed infiammazione, colpendo enzimi implicati nella formazione di tale processo come COX-2 e 5-lipossigenasi (5-LOX).

Va inoltre conservatela in flaconi di vetro scuro a tenuta ermetica e tenetela rigorosamente lontano dalla luce e dalla umidità. La curcumina è infatti molto sensibile alla luce. Bisognerebbe quindi, senza eccedere per non andare incontro ad effetti avversi, iniziare a far entrare nella nostra alimentazione questo nutriente al fine di poter vivere sempre meglio. L’abuso di curcuma può provocare, tra gli altri disturbi, anche problemi gastrointestinali, diarrea e nausea. Una maggiore attenzione deve essere prestata da chi soffre di calcoli biliari e da chi assume farmaci anticoagulanti ma anche in caso di gravidanza o allattamento. Ultima raccomandazione è quella di evitare le diete o le cure “fai da te” e rivolgersi sempre ad un esperto del settore. La curcuma si è visto avere un effetto positivo in malati oncologici o per chi presenta artrite, il suo uso va sempre però accompagnato da un parere da un professionista del settore, come precedentemente detto. Concludendo possiamo affermare che consumare ogni nutriente che la natura ci offre nelle giuste dosi, nei giusti modi e con le giuste precauzioni permette di raggiungere lo stato di benessere tanto desiderato da ognuno di noi e prevenire in questo modo lo sviluppo di gravi patologie.

FRANCESCO SERAFINI

Biotecnologo con laurea magistrale in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi della Tuscia e specializzando in “Scienza dell’Alimentazione e Nutriterapia” presso l’Università degli Studi della Tuscia. Ha frequentato il corso di “Alimentazione pratica nello sportivo” e frequenta il corso di “Nutrizione ed integrazione nel paziente oncologico” presso Scuola di Nutrizione Salernitana. Si è interessato nella sua carriera universitaria di “Checkpoint immunologici e regolazione della risposta immune. Blocco del CTLA-4 come nuova strategia di immunoterapia tumorale” e di “A novel synthesis of bioactive Dopa-peptidomimetics by biocatalytic processes”.

Bibliografia:

• I. Qadir – “Curcumin : a polyphenol with molecular targets for cancer control” Asian Pac J Cancer Prev, 17 (6), 2735-2739
• S. Divya – “Antitumor action of curcumin in human papillomavirus associated cells involves down-regulation of viral oncogenes, prevention of NF-kB and AP-1 translocation, and modulation of apoptosis” Molecular carcinogenesis, 45, 320-32