Il severissimo giudice Racine, presidente di un tribunale in una provincia Francese, affronta un caso di omicidio in un ambiente proletario. L”incontro con una giurata popolare, conosciuta anni prima a causa di un grave incidente che lo aveva visto in fin di vita in un ospedale e dove lei prestava servizio come infermiera, crea immediatamente un’ atmosfera di grande affinità emotiva. “La corte” è un film del 2015 diretto da Christian Vincent, ha come protagonisti Fabrice Luchini di origini Italiane e Sidse Babett Knudsen. È stato presentato in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinema di Venezia, durante la 72°edizione 2015, vincendo la Coppa Volpi e un premio come Miglior Sceneggiatura. L’autore riesce a costruire una commedia delicatissima e sagace nello stesso tempo, che trova il suo massimo sviluppo in un’aula di tribunale.
Vincent il regista, dedica particolare attenzione alla definizione del personaggio del giudice Xavier Racine presidente della Corte d’Appello (il padrone di casa di quel tribunale) facendogli sottolineare più e più volte, ai testimoni e agli imputati, il suo ruolo di giudice. Il funzionario viene definito “l’uomo a due cifre” dai colleghi che lo temono, le due cifre stanno per la severità degli anni di condanna imposti durante i procedimenti penali. La carica del giudice che predilige farsi chiamare:”Monsieur le President” viene ottimamente definita dal manto di Ermellino che l’uomo indossa con la grande classe di un principe del foro e intende evidenziare ampiamente l’entità e lo spessore di questo magnifico personaggio.Questa opera è una fotografia della Francia, i giurati sono lo specchio reale di questa società e dei sui cittadini, nativi del luogo, immigrati,arabi europei, un’ampia comunità allargata,chiamata ad esprimere il giudizio sul caso di omicidio di una bimba di sette mesi. L’imputato è il padre, la la vicenda si dipana in maniera inaspettata. Le brevi uscite dal tribunale del giudice, appena separato dalla moglie, definiscono meglio l’importanza dell’incontro con la donna che mesi prima lo aveva curato, sottolineando un sentimento che va oltre le apparenze e le formalità dell’intera vicenda, ogni elemento, dialogo o scena sono perfettamente dosati e significativi in questa pellicola .Fabrice Luchini,offre al pubblico il regalo di un magnetismo interpretativo unico e superlativo.Non perdetelo.. sarebbe umiliare il cinema d’autore.
Maria Grazia Vannini
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