Consiglio comunale. “In questa crisi il bene comune ha avuto un ruolo marginale…”. Il vibrante intervento di Melissa Mongiardo in aula

Pubblichiamo il diretto e commosso intervento in aula di Melissa Mongiardo di ieri, con il quale la consigliera pd ha annunciato di sentirsi “in consiglio senza mandato alcuno, nel rispetto della democrazia rappresentativa e dei cittadini che hanno scelto di essere da me rappresentati, voterò di volta in volta secondo coscienza scevra da qualsivoglia condizionamento. Per i toni e la chiarezza della posizione era da tanto che non si ascoltava in comune un discorso del genere. 

In questa breve dichiarazione intendo chiarire la mia posizione politica rispetto alla crisi di maggioranza ancora in atto. A metà dicembre, il gruppo del Partito Democratico, seppure a maggioranza, ha esposto al Sindaco e alla città una serie di criticità su cui immaginava di poter aprire un dibattito concreto finalizzato a ristabilire il ruolo e la missione dell’amministrazione che aveva preso una piega piuttosto discutibile.

Dicevamo all’epoca: “Siamo di fronte ad una maggioranza poco coesa, confusa nei programmi, approssimativa nell’azione di ogni giorno come poco protesa sui grandi obiettivi, assolutamente priva di quegli elementi minimi di collegialità nell’elaborazione e nella traduzione pratica di progetti e opere”.  Da metà dicembre ad oggi, di fatto la situazione è rimasta immutata.

Tolti gli exploit scomposti di questo o quell’attore in commedia, non c’è stata alcuna assunzione di responsabilità, né da parte del Pd a livello regionale e nazionale, né tanto meno dal Sindaco, né da quanti – coinvolti in prima persona – hanno avuto la consapevolezza reale della fase politica e amministrativa che stavamo attraversando.

Le mie sono riflessioni politiche, rivolte:

Al Sindaco, che per oltre 70 giorni è stato sordo alle molteplici sollecitazioni che lo invitavano, attraverso lo strumento legislativo delle dimissioni, a lavorare alla ricomposizione di un quadro franco e leale all’interno della sua maggioranza;

Al Partito Democratico, specificatamente quello regionale e nazionale, che dopo un ingresso a gamba tesa nella crisi amministrativa del Comune ha preferito ad un impegno concreto nella risoluzione la via più sicura della latitanza, per non incorrere in assunzioni di responsabilità;

Ai miei colleghi con cui, troppo rispettosi dei ruoli gerarchici del partito, ci siamo addormentati dalla parte della ragione, risvegliandoci increduli da quella del torto, con l’unico risultato di aver prodotto una – col senno di poi – inutile paralisi dell’azione amministrativa.

Ad oggi, rispetto a quella nota del 19 dicembre, lo scenario che abbiamo davanti ai nostri occhi è immutato. Anzi, è peggiorato!!!

Per questo, per la coerenza che nei fatti ha sempre distinto il mio percorso politico, per la giustezza delle posizioni che per mesi abbiamo portato avanti con la consapevolezza di fare una battaglia di dignità che riportasse la politica al centro dell’agire democratico e delle nostre azioni, ad oggi – trovandoci ad una situazione di stallo dettata da personalismi ed opportunità più che da una reale strategia politica – non essendoci una prospettiva chiara di risoluzione della crisi, non essendo legata da alcun vincolo, se non verso gli elettori che hanno riposto in me la loro fiducia, mi ritengo in Consiglio senza mandato alcuno.

Mi auguro (per il bene della città) che possa presto prevalere il buonsenso e che la risoluzione di questa crisi, qualsiasi essa sia, sia mossa unicamente dall’interesse per i cittadini e per la cosa pubblica, che in questo scenario hanno sempre avuto un ruolo estremamente marginale.

Per tanto, in osservanza della mia coerenza, nel rispetto della democrazia rappresentativa e dei cittadini che hanno scelto di essere da me rappresentati, voterò di volta in volta secondo coscienza scevra da qualsivoglia condizionamento. Mi ritengo quindi libera di scegliere in autonomia il sostegno ai vari provvedimenti che saranno sottoposti al Consiglio.

E mi rivolgo infine ai giovani che ci hanno sostenuto, alla mia generazione, alla futura classe dirigente di questa città e di questo Paese. Era questo quello che volevate quando ci avete permesso di essere eletti? Dopo tre anni, le speranze che avevate riposto in noi, sono le stesse? Il cambiamento sperato si è concretizzato? Quale che sia l’esito di questa crisi, le cose cambieranno? Le mie sono domande retoriche.

Il rinnovamento anagrafico fine a se stesso non ha nessun senso, la mia storia politica racconta battaglie finalizzate al rinnovamento di idee e del modo di fare politica, farsi eleggere giovani ed abbracciare vecchie logiche di partito non ha mai fatto parte della mia indole. Per questo credo che la mia battaglia, insieme a quella delle fasce di cittadinanza più giovani che vedono il loro futuro più incerto, abbia bisogno di tutto il nostro coraggio di essere giovani.

Melissa Mongiardo