Cinema. Visti per voi. “Frantz” di Francois Ozon, presentato all’ultimo festival di Venezia

Nel  suo nuovo film “Frantz”, presentato alla  73esima Mostra del Cinema di Venezia, François Ozon, regista francese, si è ispirato ad un altra pellicola intitolata “Broken  Lullaby”. L’argomento trattato  è il medesimo, riguarda la tragedia delineata dalla  prima guerra mondiale. La vicenda è intricata. Racconta di Anna  una giovane ragazza tedesca che ha perso il suo fidanzato  rimasto ucciso al fronte, durante le manovre belliche.Vive ospite dei genitori di lui , considerata come una figlia. Un giorno sulla tomba del suo Frantz  Anna scorge un ragazzo in lacrime davanti alla lapide. Tornerà varie volte in quel luogo silenzioso per scoprire  e conoscere  Adrien, un amico francese del suo suo  defunto amore. Tra i due si instaura un rapporto delicato ma allo stesso tempo  intenso.  Si scambiano sguardi che esprimono tutto il dolore subito  a causa del conflitto, ma che racchiudono, nonostante tutto, quell’espressione e quella voglia  d’amore che nessun crimine e nessuna guerra potranno mai dissipare dall’anima e dall’immaginario collettivo. Adrien,  soldato francese, reduce dalla guerra,  conserva una condizione psicologica di cupa arrendevolezza e  lei, la nemica tedesca, lo osserva con sospetto; ma contro tutto e contro tutti, intrecciano le loro esistenze. Dovrebbero odiarsi con tutte le loro forze, ma la narrazione del film  specifica le terribili motivazioni, e il dualismo della vicenda. Iniziano a conoscersi, a stimarsi, a frequentarsi, tentando di rivolgere lo sguardo al futuro. Anna e Adrien vorrebbero sottrarsi al dolore di un destino quasi segnato, purtroppo però  non avranno la forza di farlo fino in fondo. Le bugie di Anna, riferite per proteggere i genitori di Frantz da una terribile verità, sono al contempo atti di amore, di  tenerezza e rispetto  nei confronti dei due anziani, ma non serviranno a schermare lei   dalla sua tendenza autodistruttiva. I due giovani  vorrebbero recuperare il tempo  perduto sottratto loro dalla guerra, insieme al valore dei sentimenti individuali, sempre accantonati per l’insensatezza della motivazione del conflitto, ma il fallimento del loro auspicabile amore (solo immaginato), rappresenta il dato più tragico dei contenuti veicolati dal film. Ozon esprime in modo preciso e  drammatico l’odio razziale da parte della Germania verso il conquistatore transalpino, puntualizza la fragilità di quella generazione di giovani portati a sacrificare le loro vite quasi insignificanti, rispetto al bene supremo nei confronti della patria. Si concentra sugli aspetti psicologici soggettivi delineando in maniera eccelsa le personalità dei protagonisti. Racconta questa storia con una regia  estremamente sicura ed elegante e  le sequenze sono girate in  bianco e nero, con qualche traccia di colore che pone l’ accento su alcune scene. I primi piani dei due protagonisti diventano,  non solo elementi visivi intensissimi, ma finestre  narrative verso l’interiorità dei personaggi,  mai banali, mai prevedibili. L’incantevole bellezza  del viso dell’attrice tedesca Paula Beer rappresenta  un valore aggiunto alla pellicola.   Il suo viso triste rappresenta  comunque una allegoria luminosa,  dovuta alle riprese in bianco e nero, ombre e luci fanno di lei una dea, estremamente sofisticata e femminile. Nello stesso tempo fragile, forte e sensuale nella sua meravigliosa eleganza. Mai statica, ed estremamente espressiva. Ozon la inquadra in maniera magnifica, come fa per altro anche con Pierre Niney, il protagonista maschile, non inferiore a lei per bravura. I dialoghi tra i due personaggi sono intrecciati in maniera sapiente; ottimi anche gli altri protagonisti del cast. Le scenografie si aggirano su sfondi diversi: la Germania, fatta di paesini e fiumi incontaminati, e la campagna francese con la magnifica villa dove vive da principe  Adrien. Piacevole la colonna sonora, anche se sullo sfondo aleggia come protagonista  la follia umana,c he di certo non viene attenuata dalla meraviglia del suono.

Maria Grazia Vannini