“L’Italia che vedo è stanca, non si riconosce più nei partiti, aumentano le liste civiche per questo…”

Dalla prossima settimana Dario Vassallo, fratello del compianto Sindaco Pescatore ucciso dalla camorra, terrà per www.loralegale.eu una rubrica fissa in cui  racconterà la sua quotidiana attività in giro per l’Italia a difesa della legalità. Un impegno civile e sociale ininterrotto che è l’elemento base della Fondazione Vassallo, nata proprio per questo. Nel ringraziare Dario Vassallo per la cortesia e la disponibilità siamo certi che il suo contributo arricchirà le istanze etiche del nostro quotidiano e appassionerà i nostri lettori. Grazie Dario, questo cammino da fare assieme ci entusiasma. Intanto  leggiamo l’intervista-prologo alla rubrica realizzata dalla nostra Nadia Lisanti. (p.b.)

• Un anno e quattro mesi a girare l’Italia per “seminare legalità, il contachilometri dell’attuale auto segna 68949 Km, qual è la fotografia reale dell’Italia?  

“Questa è la seconda auto con cui attraverso l’Italia…Attenzione! L’Italia è il Paese che ha paura della politica perché non sa più distinguere i malfattori dai bravi amministratori. Quando il cittadino si rivolge al politico per la licenza edilizia piuttosto che per partecipare ad un concorso o per un certificato di residenza e si è sotto ricatto: questa è mafia. Persino per il ricovero di un malato succede questo. L’Italia che vedo è stanca, non si riconosce più nei partiti, aumentano le liste civiche per questo. Per non parlare di liste civiche ordinate direttamente da Roma dal Partito, che è un altro discorso…”

• La legalità come termine può avere diverse interpretazioni e c’è chi teme in Italia che il legalismo sia il rovescio della medaglia del nuovo capitalismo: per Dario Vassallo cos’è?

“Il viaggio, quello che io e mio fratello Massimo stiamo compiendo con la Fondazione Vassallo intitolata ad Angelo, è un percorso spasmodico di ricerca della verità, la verità delle persone che si impegnano, cerchiamo la gente più umile che esiste, si incontrano migliaia di persone “folli”, e questo da nord a sud, non c’è distinzione: il compito della Fondazione non è quello di sostituirsi alle altre istituzioni, la Magistratura fa la sua parte come deve e così tutte le altre istituzioni preposte. Nel mare della vita il nostro compito è quello di educare le nuove generazioni a saper nuotare. Comunichiamo ai territori ricettivi alle buone pratiche e in quei territori torniamo ad operare, lasciamo questo seme di speranza sempre con la consapevolezza di essere arricchiti, come è successo a Rosolina, a Monterotondo e in altri comuni di Italia in cui ci hanno accolto”.

• In questo viaggio in Italia hai modo di confrontarti con diverse realtà: quando il Sindaco Pescatore viene presentato nelle scuole e l’uditorio da adulto si trasforma in bambino come veicoli il messaggio della morte di Angelo alla luce della loro tenera età?  

“Cerco di adeguare il linguaggio, in modo del tutto naturale…Ad esempio ieri nell’Istituto di Rosolina una ragazzina di tredici anni mi ha fatto una domanda, di quelle proprie di quell’età…Mi chiede – Come si fa a vincere? –  E io le dico devi dimostrare di essere un uomo, per vincere ci vuole un progetto nazionale a lunga gettata dove un Governo serio mette al primo posto la lotta all’illegalità a partire dalle scuole fino all’apice: una rivoluzione culturale da nord a sud che incida sul comportamento sociale di tutti. Un progetto elaborato da professionisti della materia, i cui risultati si vedranno pure tra venti anni ma che includa tutte le forze, le stesse presenti qui. Perché quando in una scuola arriva il Sindaco, il Prefetto, il Questore, la Capitaneria di Porto, i giornalisti, solo alcuni perché altri sono di partito, ebbene come siamo qui ora: siamo lo Stato”.

• Quali sono le armi di boicottaggio utilizzate per sminuire l’importanza di questo impegno nella memoria di tuo fratello Angelo Vassallo?  

“La macchina del fango agisce sempre nello stesso modo: denigra l’operato della Fondazione come avviene in Cilento, in Parlamento c’è chi si adopera invece per far sparire il nome di Angelo Vassallo alla proposta di legge di pulizia dei fondali marini, cose che succedono mentre la Fondazione sta portando avanti un discorso completamente diverso, di costruzione, di comunicazione dei territori e, lì dove incontriamo le buone pratiche di amministrazione, perché ci sono, noi le supportiamo, senza mai sostituirci alla politica, né ad altri enti o istituzioni”.

• “La forza di non curare solo il tuo giardino”, come dici spesso, comporta dei sacrifici anche per la tua famiglia…Tutto il tempo che dedichi a quest’impegno viene sottratto ai tuoi cari come affronti quest’inevitabilità di contesto? 

“Mia moglie e i miei figli hanno il diritto di lamentarsi, magari ora non capiscono il sacrificio che sto facendo, e tutto ciò che faccio lo faccio per loro, i figli devono fare le loro scelte, ognuno il suo percorso…Magari un giorno lascerò e non li troverò, ho messo in preventivo anche questo…Il mio cuore mi dice di fare così, lo pagherò non lo pagherò, so che l’amore per mio fratello Angelo ora mi detta di agire così, è più forte, o è forse la violenza con cui è stato ucciso che ora mi arriva come forza dal bene che riceviamo dagli altri”.

Nadia Lisanti