25 aprile. La Liberazione delle donne

I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti, insomma, gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona, rischiando la propria vita per porre fine alla guerra e all’occupazione Nazista.Tutti uniti per fondare uno stato democratico, basato sul rispetto dei diritti civili, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione. La raccolta di queste idee e di questi fondamenti sono scritti sulla nostra Costituzione. Il 25 Aprile è la data che ricorda la Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, ma è soprattutto quella che oggi più che ricordare dovremmo “Rifare” riapprovare, riconfermare ,elargire,magnificare, per ciò che ha sempre rappresentato e “speriamo” continuerà a rappresentare. Le donne furono eroine quanto gli uomini durante la Resistenza. Ricoprirono compiti molteplici: fondarono squadre di primo soccorso per aiutare i feriti e gli ammalati, contribuirono nella raccolta di indumenti, cibo e medicinali, si occuparono dell’identificazione dei cadaveri e dell’assistenza ai familiari dei caduti. Si resero indispensabili alla collettività partigiana, assistettero i feriti, parteciparono alle riunioni politiche portando il loro contributo organizzativo e all’occasione imbracciarono le armi. Particolarmente prezioso fu il loro compito di comunicazione,con molta astuzia passarono posti di blocco nemici raggiungendo la meta prefissata, per recapitare messaggi magari imparati a memoria alle cellule partigiane impegnate a contrastare il nemico. Erano azioni rischiose,che venivano punite con gravi torture. Quando venivano fermate dai tedeschi con addosso qualcosa di compromettente, riuscivano spesso ad evitare la perquisizione, dichiarando di essere in procinto di svolgere compiti importanti di natura familiare e sociale. Parlando della sfera familiare, le donne parlavano infatti una lingua universale capace di suscitare sentimenti e sensibilità nascoste. Perciò oggi rivolgo un particolare pensiero al loro operato, e un tacito ringraziamento, mentre non manco di sottolineare e di inorridire per gli attacchi che subisce la Costituzione manomessa,reinterpretata e violentata, la si vuole “Cambiare” nella fretta e nel silenzio del Paese.E concludo con la frase di uno che non è stato l’ultimo degli stupidi:”LA FRETTA GENERA L’ERRORE IN OGNI COSA” (Erodoto)Buona ” Festa della Liberazione”… e che lo fosse davvero da tutti i mali che sfiancano il nostro paese..