Storie di vita: il dramma di Veronica, donna vittima di violenza ancora in cerca di giustizia

La vita è sicuramente il dono più prezioso di ciascuno di noi, ma per certi versi costituisce anche l’incognita più variabile. E’ come dire che,  nel  mezzo del cammin’ di nostra vita, mentre percorri un’autostrada a tre corsie, dalle ampie carreggiate ad asfalto drenante, con scarso traffico veicolare ed assenza di cantieri….è sufficiente imboccare l’incrocio precedente  o il viale successivo, o semplicemente prendere la curva troppo larga, per cambiare  completamente direzione  e trovarsi sul tratto più ostico e disastrato della Salerno-Reggio Calabria.

Così cambia la vita ….e così è cambiata anche a Veronica, che abbiamo conosciuto  attraverso le pagine del suo diario che continuiamo a sfogliare…leggendo particolari di vita vissuta.

<<…. Mio caro amico, unica oasi in cui rifugio, unico depositario di una  verità che ancora ho difficoltà ad elaborare, a metabolizzare e ad accettare…..è capitato ancora dopo quella sera a casa di sua mamma…ricordi? Lui era appena uscito dall’ospedale.>>

Il 2° episodio di aggressione fisica si verificava nel marzo 2010: in tarda ora, dopo un pressante bombardamento telefonico a cui Veronica  non rispondeva,  Riccardo si precipitava presso l’abitazione dove viveva sua figlia; trovando il portone aperto, giungeva alla porta dell’appartamento, iniziando a bussare violentemente; per evitare che svegliasse la bimba ed i vicini, Veronica apriva la porta e come immediata risposta riceveva un violento schiaffo tra la guancia e l’orecchio; Riccardo  si allontanava subito  per il sopraggiungere della volante che Veronica aveva precedentemente avvertita in quanto già temeva una simile reazione.

Come se venisse rispettato un copione, anche in quella circostanza …prima la furia  e poi il ridicolo e  fasullo pentimento: infatti  una volta allontanatosi dall’appartamento di Veronica, Riccardo le inviava degli sms in cui lasciava intendere di porre in essere un gesto anticonservativo (….la vita è la mia so io cosa devo fare… oppure …ti ho rovinato la vita …ora so cosa devo fare).

<<…. a seguito di questo ennesimo episodio, coloro che mi erano un po’ più vicini ( da cui Riccardo non mi aveva isolato del tutto)…. tutti quelli che erano a conoscenza della triste situazione cercavano di persuadermi a formalizzare denuncia, mettendo da parte il sentimento che provavo per lui e cercando di aprirmi gli occhi sulla realtà che non volevo accettare:  Riccardo non sarebbe mai cambiato…>>

Il 25 aprile 2010 si verificava altro episodio con intervento della Polizia, in seguito al quale, avvertito dell’accaduto, il dirigente della nostra protagonista  – Veronica è un valido funzionario dello Stato –  preoccupato per la grave situazione, prelevava Veronica e la bambina per far loro trascorrere in sicurezza la notte presso gli alloggi di una caserma dei Carabinieri di Novara, città dove la ragazza prestava servizio; anche in tale circostanza Veronica veniva invitata da tutti a sporgere denuncia.

<<….la sera del 14 maggio 2010 venivo nuovamente e violentemente malmenata; dopo essermi recata al pronto soccorso con prognosi di 8gg, l’indomani formalizzavo denuncia >>

<< A lavoro venivo distaccata a Benevento, mia città di origine, portando con me la piccola Elena di pochi mesi….ma pur avendo frapposto tra me e Riccardo oltre 1000 Km ….. minacce e aggressioni verbali continuavano, continuano oggi ….e chissà per quanto continueranno (raccapricciante premunizione) >>..

Nell’ottobre 2010  Veronica apprendeva  dell’archiviazione del procedimento penale a carico di Riccardo per mancanza dei presupposti, pur riconoscendo le lesioni patite e la presumibile pericolosità dell’uomo.

Così si legge nell’informativa finale : << ….A parere di quest’Ufficio, assodato che V. risulta vittima di lesioni personali cagionate da R., tuttavia non pare emergere un quadro probatorio certo in relazione alla fattispecie di cui all’art. 000  c.p.

Tuttavia preme evidenziare la condizione di disagio psichico del R. che si tratteggia nelle pertinenti cartelle cliniche; i singoli episodi di violenza perpetrati alla V. , potrebbero essere indicatori di una possibile maggiore pericolosità. >>.

Dolore  su dolore, umiliazione ad umiliazione …oltre il danno la beffa….il carnefice  ride e si rinforza , mentre chi subisce violenza, la subisce  una seconda, una terza , una quarta volta…e chissà per quante volte ancora, per mano di chi dovrebbe tutelare, ovvero da parte di un sistema giudiziario che il più delle volte non comprende la portata dei drammi che si consumano dietro tali storie, e che quindi sempre più spesso adotta decisioni inappropriate commettendo danni irreparabili.

Veronica  però continua a credere  nella giustizia e nel rispetto della legge e della legalità, lei non si arrende….

Carla Santoro