L’Italia dei misteri. Il misterioso suicidio di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza

L’omicidio di Donato Bergamini è un altro caso irrisolto e misterioso, tornato alla ribalta grazie alla trasmissione “Chi l’ha visto?”.  Il 18 novembre 1989, Donato Bergamini, giocatore del Cosenza Calcio, viene trovato morto sulla strada statale 106 Jonica nei pressi di Roseto Capo Spulico in provincia di Cosenza. Gli inquirenti archiviarono il caso per suicidio. Ma questa ipotesi non ha mai convinto nessuno. Secondo la versione ufficiale Bergamini, scattando dalla piazzola di sosta, si sarebbe buttato tra le ruote di un camion dopo aver gridato : “Ti lascio il mio cuore” all’ ex fidanzata Isabella Internò, unica presenza certa al momento del decesso con il guidatore del mezzo pesante, che l’avrebbe trascinato per circa 60 metri. Bergamini avrebbe chiesto a Isabella di accompagnarlo in Brasile o alle Hawaii. La Internò si rifiutò da qui il gettarsi a pesce sotto il camion. Il 14 giugno 2011, però, viene richiesta la riapertura dell’inchiesta come omicidio volontario. Il 29 giugno 2011 la procura di Castrovillari riapre ufficialmente le indagini in virtù di nuove prove. Vengono iscritti nel registro degli indagati la Internò per concorso in omicidio e Raffaele Pisano, il camionista che racconto di aver investito il ragazzo. Per lui l’accusa era di favoreggiamento e false dichiarazioni. Nonostante tante di incongruenze e bugie raccontate dai due e morti sospette (due magazzinieri-factotum del Cosenza che dicevano di sapere tutto: scomparsi il 3 giugno 1990 in un incidente stradale sulla stessa statale 106) ed errori, il caso è stato riaperto grazie alla tenacia della famiglia Bergamini e all’avvocato Eugenio Gallerani.  Il 22 febbraio 2013 i RIS di Messina depositano presso la Procura della Repubblica di Castrovillari la loro perizia, secondo la quale, Bergamini era già morto quando fu investito. I RIS hanno potuto constatare, attraverso diverse simulazioni, che se il giovane calciatore si fosse “gettato a pesce” sotto il camion, come riferì la fidanzata, le scarpe , gli abiti, la catenina e l’orologio avrebbero subito gravi danni che invece non riportarono. I vestiti del giocatore, invece di avere restituiti ai familiari, furono bruciati nell’inceneritore vicino all’ ospedale . La Internò, che prima di chiamare i soccorsi telefonò a Gigi Simoni tecnico del Cosenza e a Francesco Marino compagno di squadra. I rilievi non effettuati o effettuati male sul camion e fondo stradale. A distanza  di 26 anni si parla di feroci mutilazioni sul corpo del giocatore del Cosenza. Secondo i medici pare che Donato Bergamini, fosse stato evirato e che fosse morto per dissanguamento a seguito di queste ferite. Questo aspetto fu già stato evidenziato in una perizia del ’90 firmata dal professor Francesco Maria Avato, ma nessuno ebbe il coraggio di indagare. Ipotesi sulla morte del calciatore  sono diverse: c’è chi afferma che fosse implicato nel totonero, la compravendita di partite fatta in quegli anni da alcuni giocatori e poi si parlò di ‘ndragheta e traffico di droga. Ci fu chi disse che alla Maserati del calciatore ci fossero doppi fondi in cui venivano nascosti , sempre a sua insaputa, gli stupefacenti. Ma la macchina di Bergamini è stata analizzata dai Ris e risulta esattamente uguale a come uscì dalla fabbrica, senza vani segreti e nascosti. La verità forse va cercata nella sfera dei rapporti personali del calciatore. Forse qualcuno voleva punirlo per qualcosa che Bergamini aveva fatto o detto, poi c’è stata la maldestra messa in scena del suicidio, rimasta incredibilmente in piedi per cosi tanto tempo.

Il 1 dicembre 2015 il tribunale di Castrovillari chiude il caso Bergamini, il Gip Annamaria Grimaldi ha accolto la richiesta di archiviazione della procura disponendo l’archiviazione per gli unici indagati : l’ex fidanzata Isabella Internò e il camionista Raffaele Pisano. Manca la notizia di reato, “da intendersi come assoluta mancanza di elementi di prova efficacemente rappresentativi della sussistenza del delitto”.

In 30 pagine, la Grimaldi, demolisce l’intera ricostruzione del legale Eugenio Gallerani, che aveva consentito nel 2011 di riaprire l’inchiesta che ristabilisce che Bergamini si è suicidato o scivolato sotto al camion e smonta la teoria del complotto, del delitto d’onore per aver lasciato Isabella Internò.