Giallo in canonica. La scomparsa della 50enne aretina. Reggeranno le accuse al sacerdote congolese Alabi?

Persino i cani delle unità cinofile sono stati messi sulle sue tracce, il loro olfatto è stato utilizzato per ricercare Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa nel maggio 2014. Due anni di indagini serrate  non hanno portato alcun risultato, tranne che che la 50enne Aretina di Cà Raffaello ha fatto perdere ogni traccia di sè, o  più probabilmente,  qualcuno ha stabilito che dovesse sparire. Unica cosa ormai confermata è la  morte. C’è un indagato, al centro di questo giallo, un sacerdote congolese nero, Gratien Alabi  (celebrava messa con il nome di Padre Graziano), unico imputato  per omicidio volontario. Il mistero è fitto e inestricabile, gli inquirenti, infatti,  non conoscono il luogo dove sarebbe stato occultato il cadavere della donna, e senza cadavere, esistono dubbi sulla sentenza di accusa. Cosa sia accaduto anche prima della sua scomparsa è ugual mistero. Di ipotesi ne sono emerse davvero tante, ma nessuna, fino ad oggi, ha contribuito a gettare luce per chiarire e verificare appieno la storia. Giuseppina Mazzoni, una delle testimoni chiave del processo (catechista in quel periodo, presso la parrocchia di Cà Raffaello,) che si celebra in Corte di Assise ad Arezzo in questi giorni, a carico del sacerdote, per omicidio volontario, ha dichiarato: “Guerrina venne da me piangente. Mi confessò di essere innamorata di Padre Gratien, ma che lui non corrispondeva il suo sentimento. Io raccontai tutto al parroco, Padre Faustin che fece una gran risata dicendo che si sarebbe poi recato a parlare con Gratien e con la famiglia di Guerrina”. La dichiarazione prosegue con la deposizione della donna, che avrebbe successivamente informato il vicario generale monsignor Dallara dell’innamoramento di Guerrina  e della anomala situazione dei frati di Ca Raffaello, confermando di aver inviato nel maggio 2014, subito dopo la scomparsa di Guerrina, una raccomandata firmata e indirizzata al vescovo di Arezzo, Riccardo Fontana. Nello scritto si raccontava la  triste vicenda umana della donna scomparsa:”Stava molto male spiritualmente, ha affermato, piangeva sempre e quando scomparve, nonostante tutti vociferassero che era un allontanamento volontario, ero turbata. Quando ci fu la visita pastorale del vescovo, a fine agosto 2014, lui venne da me abbracciandomi e mi ringraziò per essere stata l’unica a mandare una lettera firmata confermando che ne erano arrivate molte, anonime”. La Mazzoni ha poi evidenziato: “Gravi carenze formali dal punto di vista religioso di Padre Gratien”( Si tratta dunque di una storia che trae spunto da quelle del Boccaccio?Guerrina aspettava forse un bimbo?). Durante la messa del Giovedì Santo del 2014, il sacerdote  invitò i fedeli a prendere le ostie e a inzupparle nel vino, in un rito che non avevo mai visto e che mi turbò”. Padre Gratien, presente in aula, ha ascoltato impassibile la deposizione della donna, durata circa due ore. Gli avvocati della difesa  hanno chiesto il sequestro dei vecchi telefoni, della testimone e del marito della vittima, per verificare il messaggio che i due ricevettero dopo la scomparsa di Guerrina, in cui la donna li metteva al corrente che sarebbe scappata a Gubbio, non con il lupo, ma con il suo “amoroso. Attendiamo il responso del tribunale in base alla sentenza che verrà pronunciata a breve. Nel frattempo possiamo comporre e scomporre la storia, sovrapporla ad altre già evidenziate dalla realtà o dalla fantasia, anche se l’atto finale verrà certamente scritto dalla magistratura.  Cos’è in fondo la morte? Forse solo un modo di essere che viene meno, non altro. Oppure potrebbe essere considerata una rinascita? “Se alla fine dei miei giorni avrò dato amore, non sarò vissuta invano”, si dice, magari è vero… Anche questo romanzo che appartiene alla vita reale, interpretato da due probabili amanti , potrebbe diventare un giorno  vicenda da raccontare in letteratura, magari in versione rinnovata di una tragedia alla Shakespeare. Le storie  noir contemporanee sono ricche di aneddoti di questo tipo e qualche  scrittore appassionato di cronaca nera  potrebbe approfittare per rigenerare una sostanza macabra alla Jacopo Ortis, dove nel racconto di Foscolo  Werther si suicida per amore, o magari sulle tracce di Goethe, chissà… Quel che è certo è  che le donne sanno innamorarsi perdutamente, e per questa loro debolezza continueranno a perdere l’esistenza, più che nei romanzi, nella quotidianità della vita reale, è un dato di fatto.

Maria Grazia Vannini 

( nella foto il sacerdote congolese Gratien Alabi)