Cinquestelle. “C’è un complotto per farci vincere…”. Le sparate della Taverna e i più grandi errori della “storia pentastellata”

“C’è un complotto per farci vincere!”. Più grossa la pasionaria pentastellata Paola Taverna (foto in alto a sinistra) non poteva spararla. Ormai sono in stato confusionale, i 5 stelle, mai ascoltato un lamento del genere. Qualcuno riferisca agli autori del teorema complottistico che il rimedio comunque c’è: basta non presentare le liste. E la paura passa…
Detto ciò, sintetizzo quelli che a mio avviso sono stati gli errori fondamentali pentastellati che hanno portato all’attuale stato confusionale. Errori che ho denunciato a tempo debito e che continuo a denunciare. E mentre lo faccio, i grani della corona dei lapsus grillini si moltiplicano giorno dopo giorno. Procedo in ordine di tempo limitandomi a elencare quelli più clamorosi.
1) Rifiuto dell’accordo con Bersani. Risultato Renzi al Nazareno e a Palazzo Chigi, M5s ininfluente e marginale in Parlamento nonostante i milioni di voti raccolti;
2) Manifestazione pro Rodotà in occasione della indicazione del nome del nuovo presidente della Repubblica. Grillo annuncia tuoni e fulmini, convoca gli attivisti in piazza, poi fa una rapida e imbarazzata apparizione tra i suoi fans e si dilegua. La “protesta” si conclude con una mesta passeggiata al Colosseo degli attivisti guidati da Crimi e dalla Lombardi;
3) Elezioni Europee, a Piazza San Giovanni Casaleggio evoca Berlinguer e invita i presenti a scandire il nome dello scomparso leader del Pci. Poi i Due a Bruxelles stringono accordi con l’estremista di Destra Farage;
4) Autunno 2015. Grillo toglie il proprio nome dal simbolo. Inizia il lavoro destabilizzante che porterà allo stato confusionale di oggi e alla fuga dalle vittorie alle Aministrative certe sulla carta;
5) Caso Quarto, i due Compari lo gestiscono nel peggiore dei modi. Il Comico espelle la sindaca senza consultare la Rete. E’ un calcio alla coerenza con i principi pentastellati. Principi dietro i quali nasconde il gioco sporco di non voler vincere;
6) Ancora il Comico prima di Natale annuncia un “passo a lato”. Si comporta come l’allenatore che alla vigilia della partita-scudetto vuole abbandonare la squadra;
7) Sempre il Comico inizia i comizi a pagamento nei teatri;
8) Capriole e piroette su Unioni civili e adozione del “figliastro”. Ultimo equilibrismo in merito oggi alla Camera;
9) I Due si autoproclamano “garanti” del Movimento smentendo di fatto il teorema “uno vale uno”. Restano i padroni della Ditta e del simbolo. Ditta e simbolo che potrebbero mettere in liquidazione in qualsiasi momento. E chiamano tutto ciò “democrazia”,” trasparenza”, “coerenza con i principi”…

Marino Marquardt